Ravenna Festival: tra gli ospiti i batteristi (e fondatori) di Pink Floyd e Police

Percussioni protagoniste con Stewart Copeland e Nick Mason. Riccardo Muti in Grecia per il “Viaggio dell’Amicizia”

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Riccardo Muti e l’orchestra Cherubini in una foto di Silvia Lelli

“Per l’alto mare aperto”: il Ravenna Festival celebra la XXX edizione con una citazione dantesca e la metafora di un viaggio esplorativo alla ricerca della cultura e della bellezza, fra origini e nuovi orizzonti. Un itinerario che ne comprende tanti, che moltiplica temi e rimandi, in un intreccio di senbilità fra oriente ed occidente, etica e arte, tradizione e sperimentazione.

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A proposito di navigazione, il festival salpa per il Mediterraneo puntando alla Grecia, culla di civiltà, per un ennesimo “Viaggio dell’Amicizia” che approda ad Atene alle pendici dell’Acropoli. Protagonisti Riccardo Muti, e una vetta della creatività umana quale la Nona Sinfonia di Ludwig Van Beethoven nella quale il finale Inno alla gioia (An die Freude) esprime la visione idealistica del poeta Friedrich Schiller, condivisa da Beethoven, sull’insopprimibile legame fra tutti gli uomini, affermazione di libertà e fraternità.

Il maestro Muti sarà sul podio del festival anche per il concerto inaugurale, il 5 giugno, assieme al grande pianista Maurizio Pollini.
Ma la ricognizione delle radici classiche della civiltà occidentale non finisce qui. Si parte dal teatro con il lavoro di Enzo Vetrano e Stefano Randisi tratto dal libro di Ivano Dionigi: Quando la vita ti viene a trovare, dialogo – ovviamente immaginario – tra Lucrezio e Seneca al dramma Nella lingua e nella spada di Elena Bucci, con musiche originali di Luigi Ceccarelli e dedicato alla figura di Alexandros Panagoulis. In campo musicale il festival ospita la voce di Nektaria Karantzi, accompagnata da uno dei migliori pianisti – nonché magistrale compositore – Vassilis Tsabropoulos, il direttore d’orchestra Leōnidas Kavakos e un omaggio al compositore greco più noto, Mikīs Theodōrakīs, e al suo capolavoro Zorba il greco.

Hamburg Ballet (foto Holger Badekow)

Sempre sul filo di orizzonti marini ecco diversi concerti a tema: Attraverso l’acqua di e con Enzo Avitabile assieme a Francesco De Gregori, Tony Esposito e l’ensemble di musica popolare Bottari di Portico (a Palazzo San Giacomo a Russi), due omaggi a Fabrizio De André a vent’anni dalla scomparsa (al Pavaglione di Lugo), il primo con Nicola Piovani, l’altro con Neri Marcoré e il Gnu Quartet. E poi un concerto dedicato alla canzonio di Domenico Modugno, affidato a Peppe Servillo e una band di valenti jazzisti. E non mancherà un reading tutto dedicato al Mediterraneo, Le parole e il mare dello storico Alessandro Vanoli con l’attore Lino Guanciale con le musiche live di Marco Morandi.

Il viaggio del Ravenna Festival 2019 prosegue divagando fra parole e musiche, dal barocco al contemporaneo al pop, che vedrà protagonisti interpreti di vaglia come il direttore d’orchestra Emmanuel Krivine sul podio dell’Orchestre National de France, la formazione vocale Tallis Scholars, l’orchestra da camera Giardino Armonico, diretta da Giovanni Antonini, e le straordinarie pianiste Katia e Marielle Labèque, l’Ensemble Cremona Antiqua, l’Estonian Philharmonic Chamber Choir. Inoltre, intorno ai viaggi della mente in chiave musicale, il festival ricorda i 50 anni dalla pubblicazione di Ummagumma, capolavoro psichedelico dei Pink Floyd, con lo spettacolo Shine del coreografo Micha Van Hoecke e il concerto del batterista Nick Mason con il suo attuale gruppo Saucerful of Secrets.

Il Ravenna Festival continua a celebrare il fascino e la potenza evocativa degli strumenti musicali con il nuovo progetto delle 100 percussioni, che completa idealmente la trilogia iniziata nel 2016 con i 100 Cellos e continuata l’anno scorso con le 100 chitarre elettriche. Le percussioni innervano di ritmi e battiti tutto il rivoluzionario Novecento: dal primitivismo de Le Sacre di Stravinsky al gioiosamente rumoroso jazz, dalle esplosioni rock alla black music, fino all’ossessività trance della techno. Così anche Ravenna risuonerà di tamburi (nella loro sterminata varietà), metallofoni e xilofoni, djembe, mbire e kalimbe per un’intera settimana. A partire da due capolavori della musica contemporanea come Drumming di Steve Reich e Kathinkas Gesang (o Requiem per Lucifero) di Karlheinz Stockhausen, assieme a un tesoro nascosto quale Occam XXVI di Eliane Radigue, si giunge – attraverso notti pulsanti dei ritmi di Nihiloxica, Percussion Voyager e altri drummers – al concerto finale Tamburi nella notte, composizione per un’orchestra di sole percussioni commissionata a Michele Tadini.

StewartCopeland2015

Stewart Copeland

L’impetuoso drive della rivoluzione rock sarà rappresentato da due dei più grandi batteristi della storia: Stewart Copeland, con un progetto che accende l’orchestra sinfonica con brani dei Police, che ha creato con Sting e Andy Summers, e alcune delle sue colonne sonore (ha fatto epoca la collaborazione con Francis Ford Coppola), e Nick Mason, co-fondatore dei Pink Floyd, con una super-band composta da alcuni specialissimi compagni di viaggio con cui ritrovare lo spirito e la capacità immaginativa di quegli anni straordinari.

Sempre lungo i sentieri del festival non resta che risalire “su la fiumana” con il concerto trekking, musicale e gastronomico tra gli argini e la foce dei Fiumi Uniti, di capanno in capanno fino al mare, accompagnati dal suono ipnotico delle onde e della voce e della mbira dzavadzimu di Stella Chiweshe.
Da segnalare anche altri due grandi protagonisti su due diverse sponde. Arriva dall’altra parte dell’Adriatico Goran Bregovic´ con la sua poderosa ed esuberante orchestra balcanica, e oltreoceano, dalla California, Ben Harper – chitarrista eclettico e compositore capace di spaziare con impeto onnivoro dalla black-music al blues, folk-rock, rap – in concerto con i The Innocent Criminals.

GoranBregovic

Goran Bregovic

Parte integrante e molto attesa del programma del Ravenna Festival, la seconda parte del progetto biennale (2016 – 2021) dedicato alla Commedia dantesca ideato da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, con la compagnia delle Albe e gli attori/cittadini che hanno risposto alla chiamata pubblica per la messa in scena della cantica del Purgatorio. Dopo un memorabile Inferno, si tratta di una tappa di avvicinamento alle celebrazioni dantesche del 2021. A partire dal 25 giugno, e tutte le sere fino al 14 luglio, si partirà dalla tomba di Dante per condividere un evento collettivo che avrà come ambientazione il giardino del Teatro Rasi.  Prima dell’allestimento ravennate lo spettacolo andrà in scena anche a Matera, in occasione delle iniziative della Capitale Europea della cultura 2019.

Non restano che i “corpi in movimento”, al centro della sezione danza del Festival, con gli spettacoli della Martha Graham Dance Company, dell’Hamburg Ballett e del ravennate Gruppo Nanou, tutti all’insegna della creatività coreografica contemporanea. Con uno spazio riservato anche al balletto della tradizione: tappa finale del percorso estivo di questo trentesimo Festival, una pioggia di stelle: quella del galà internazionale Les étoiles, per il quale – in passi a due in volo e sulle punte – il 16 luglio si esibiranno ballerini dalla tecnica sfavillante.

Ultimo in calendario, ma non certo per importanza – visto il progressivo successo di pubblico e di critica ottenuto nelle ultime stagioni – il Ravenna Festival chiude il trentennale con una nuova edizione della “Trilogia d’Autunno” , dedicata nel 2019 (1-10 novembre), sempre sotto la direzione artistica di Cristina Muti, delle tre opere liriche Norma, Aida e Carmen.

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