In tutta la provincia ci sono 50mila persone a rischio alluvione

Alfonsine il punto più delicato della provincia: in pericolo 4 residenti su dieci. Il punto su quanto fa il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale

Canale

Mille chilometri di canali: questo l’enorme eredità idraulica che si trova a gestire il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale che gestisce il Faentino e, soprattutto, l’area Lughese e della Bassa, uno dei più delicati dal punto di vista idraulico. Ad Alfonsine, ad esempio, sono ad alto rischio di alluvione 4.442 residenti che rappresentano il 37 percento della popolazione. Percentuali molto elevate anche a Cotignola (23 percento), mentre Conselice, Fusignano e Lugo sono attorno al 19 percento. Nella tabella a lato, ricavata dai dati Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e riportata dall’Istat, ci sono i numeri assoluti in cui si vede come nessun comune ravennate sfugga – chi più e chi meno – al rischio alluvione.

Il Consorzio della Romagna Occidentale si occupa della zona più problematica della provincia. A spiegare come funziona è Elvio Cangini, il direttore tecnico: «I canali consorziali arrivano a tre collettori: Fosso Vecchio per l’area tra il Lamone e il Senio, il Canal Vela per l’area tra Senio e Santerno e Zaniolo per l’area tra il Santerno e il Sillaro». A loro volta questi tre canali confluiscono tutti nel canale Destra Reno che sfocia a Casal Borsetti portando con sé tutte le acque di pianura. «Va precisato che il Consorzio scola l’acqua di pianura, per quella di montagna ci pensano i fiumi». Fiumi che sono di competenza della Regione.

Tabella

Il sistema è complesso e presenta due ordini di rischio. Il più pericoloso è quello che si presenta quando piove molto in collina e arrivano le piene dei fiumi: «Se un fiume esonda – spiega il direttore – i canali consorziali non possono sopperire. Questo è il pericolo peggiore, quello in cui le persone rischiano la vita». Il Consorzio non ha molta voce in capitolo su questo aspetto ma può fare molto invece per il pericolo che viene dalle forti piogge in pianura come quelle cadute la scorsa settimana: «Si tratta di un evento che si ripete ogni 25 anni. Sono caduti 100 millimetri di pioggia in tre ore, di fronte ad un caso del genere il fatto che ci siano dieci centimetri d’acqua in strada, senza toccare le case, lo ritengo un disagio accettabile. La rete ha risposto bene, ci sono stati piccoli allagamenti solo a Fusignano e Massa Lombarda».

Il fatto è che la rete dei canali è stata costruita un secolo fa con un territorio molto meno urbanizzato: «L’80 percento dell’acqua piovana andava in falda, oggi è il contrario. Purtroppo le persone non si rendono conto che la rete consorziale non riguarda solo la campagna ma anche la città. La pioggia in centro a Lugo fa 40 km e finisce nel Reno». Il riferimento è alle polemiche che tornano ciclicamente sull’utilità dei consorzi, di solito collegati al contributo che viene chiesto ai proprietari di immobili: «Con quei soldi possiamo svolgere solo la manutenzione ordinaria – spiega il direttore – mentre per le grandi opere dobbiamo aspettare i trasferimenti dallo Stato. Negli ultimi 17 anni, però, ne sono arrivati pochi mentre tra il 1996 e il 2000 abbiamo portato avanti opere per 15 milioni».

Tra i lavori più importanti ci sono le vasche di laminazione. Si tratta in sintesi di bacini nei quali finisce l’acqua e che sgravano dal lavoro i canali consorziali. Nel territorio ce ne sono tre: una ad Alfonsine, una a Massa Lombarda e una a Lugo. Da anni è in previsione una vasca a Bagnacavallo ma i fondi languono: «I soldi non ci sono, i progetti li abbiamo eccome».

Secondo Cangini chi abita in zone ad alto rischio alluvione dovrebbe prendere provvedimenti per evitare che l’acqua danneggi la propria abitazione: «Purtroppo questo era un territorio paludoso, i fiumi scorrono più in alto rispetto al suolo. Meglio prendere le dovute precauzioni soprattutto nel piano terra e in cantina». Il bilancio del Consorzio vale circa 10 milioni di euro, ci lavorano una settantina di persone più una trentina di avventizi stagionali. Sono loro gli angeli custodi dei canali consorziali che si occupano anche della distribuzione d’acqua irrigua. L’altro lato della medaglia, in estate.

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