Valle della Canna in secca e degrado a Punte Alberete: «E il Comune cosa fa?»

Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna torna all’attacco sulle oasi naturali, chiedendo anche lumi sulla gestione

Valle Della Canna In Secca

La Valle della Canna in secca

Valle della Canna già in secca. La denuncia arriva da Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna che ricorda come il problema nella Valle – 220 ettari di estensione e popolata da migliaia di uccelli acquatici – si riproponga a ogni stagione calda «per evaporazione naturale, scontando gli effetti della mancata gestione del suo livello idrico». Il rischio maggiore, secondo Ancisi, è che «in caso di mancato tempestivo reintegro dell’acqua volatilizzata, si prosciughi totalmente».

Ancisi aveva già sollevato la questione con altrettante interrogazioni al sindco nel luglio di 2015 e 2016; ora arriva una nuova interpellanza ancora più urgente, secondo il consigliere d’opposizione, perché il fenomeno sarebbe in atto già da fine maggio, «in pieno periodo riproduttivo della fauna acquatica». Ne deriverebbero dunque «danni gravissimi alla riproduzione di tutte le specie nidificanti».

«Incombono anche pericoli sanitari – continua la nota di Ancisi – perché dalle deiezioni degli uccelli può generarsi, soprattutto in acque calde e poco
profonde, il botulismo aviare, che ne causa strage per avvelenamento».

Il capogruppo di Lista per Ravenna chiede quindi formalmente cosa abbia intenzione di fare la giunta per risolvere il problema, «tenendo anche conto dell’accordo vigente con la società Ravenna Servizi Industriali, che gestisce l’approvvigionamento idrico del polo chimico di Ravenna attraverso la canaletta Anic»; e a che punto sia la richiesta avanzata dallo stesso Ancisi l’anno scorso, «di un protocollo d’intesa con Romagna Acque spa «per dare soluzione alla disponibilità d’acqua della Valle in qualunque periodo».

Ancisi va poi anche oltre. «Un cittadino amante della natura ci ha anche segnalato alcuni ulteriori stati di degrado di questi ambienti. Dal ponte sul Lamone posto sulla Romea, si poteva osservare la Valle della Canna tramite una piazzola molto frequentata. Ora non più, perché, a seguito di interventi di ripulitura fatti a metà, si oppongono alla visione della valle tre alberature, una delle quali è stata lasciata sul posto dopo essere stata tagliata, mentre le altre sono cresciute spontaneamente sulla massa di terreno lì abbandonata».

«Punte Alberete, altro ambiente di eccezionale valore paesaggistico – continua Ancisi –, che il fiume Lamone separa dalla Valle della Canna, è una foresta suggestiva in cui si alternano zone di bosco igrofilo, praterie sommerse, flora e fauna tipiche di ambienti palustri. L’area è percorribile dai visitatori su un
sentiero rialzato con passerelle. Presso il chiaro Sciafèla, sulla carraia Scargnarda, si trova un osservatorio schermato. I lati dei camminamenti sono però infestati dai rovi, gestibili se non si aspetta che crescano a dismisura, perché allora le difficoltà e i costi sarebbero molto maggiori. Sulla carraia Scagnarda incombono invece alberi ripiegati su se stessi, molto pericolosi». Di qui, due ulteriori domande al sindaco rivolte formalmente da Ancisi: «Cosa si aspetta a compiere sui camminamenti turistici di Punte Alberete le manutenzioni elementari per il passaggio e la messa in sicurezza? Come mai, a distanza di anni dall’annuncio, il Comune di Ravenna e il Parco del Delta dei Po non sono ancora in grado di assegnare la gestione di Punta Alberete, come pure della suddetta Valle della Canna (insieme o separatamente), ad alcuno dei richiedenti?».

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