Il Piemonte e la pianura della coltura del riso

Il Canale Cavour: una linea d’acqua artificiale che alimenta le risaie fra Vercelli e Novara

Risaie Vercelli Piemonte

Risaie nelle campagne di Vercelli

La necessità di irrigare le risaie del Vercellese e del Basso Novarese spinse nel corso dell‘800 a ideare un canale che prendendo le acque dal Po si spingesse lungo tutta la pianura, fino al Ticino. Nella stagione secca il fiume Sesia, che scorre a margine di questi territori, non garantiva infatti sufficienti quantità di acqua irrigua, mettendo a rischio i coltivi, particolarmente le risaie. Sebbene pensato fin dal 1842 per mente dell’agricoltore Francesco Rossi il canale, a causa degli eventi risorgimentali, ebbe esecuzione solo dopo il 1863 con la concessione a una società privata italo-britannica e prese il nome dello statista Cavour che fu uno dei promotori della realizzazione di questa linea d’acqua artificiale.

L’opera non fu comunque frutto di un accordo fra Stati, ma fra imprenditori italiani e britannici: non va dimenticato che alla spedizione dei Mille (compiuta da Garibaldi col consenso di Casa Savoia) parteciparono altri volontari (in totale oltre ventimila) di cui faceva parte un forte contingente finanziato dalla loggia massonica protestante d’Inghilterra fondata a Londra nel 1717. Tale apporto fu determinante per la sconfitta dei Borboni. Siciliani e campani si pentirono poi di aver tradito i Borboni per i Savoia quando era ormai troppo tardi, e al loro brigantaggio per fame il Regno Sabaudo rispose con fucilazioni di massa… Ma riprenderemo questo discorso, a proposito della coltura del riso, nel taccuino dedicato alla Sicilia.

Veduta Del Canale Cavour

Uno scorcio del Canale Cavour nella parte iniziale del suo tragitto

Il Canale Cavour è una delle maggiori vie d’acqua artificiali italiane (fu scavato a mano in tre anni da 14 mila uomini), destinata a cambiare il volto e l’economia di un intero territorio. Trae origine dal Po a Chivasso (To) e termina scaricandosi nel Ticino nel comune di Galliate (No).
La sua lunghezza totale è pari a quasi 83 km. È il terzo canale italiano per lunghezza, dopo il canale Emiliano Romagnolo e il canale Villoresi. All’imbocco ha una portata massima di 110 m³/s, che ad est del Sesia si riduce ad 85 m³/s.
Attraversa il territorio di 23 comuni, tutti compresi nella regione Piemonte: in provincia di Torino: Chivasso e Verolengo; in provincia di Vercelli: Saluggia, Lamporo, Livorno Ferraris, Bianzè, Tronzano Vercellese, Crova, San Germano Vercellese, Santhià, Casanova Elvo, Formigliana, Balocco, Villarboit, Albano Vercellese e Greggio.

In bici lungo il Canale Cavour, da Chivasso al ponte-canale sulla Dora Baltea

Per chi volesse intraprendere una suggestiva escursione alla scoperta del Canale Cavour, c’è un itinerario in bici che parte da Chivasso e arriva al ponte sulla Dora Baltea. Chivasso è raggiungibile con la ferrovia (servizio treno+bici) sulla linea Torino-Milano.
L’itinerario ciclabile ha una lunghezza di circa 16 chilometri lungo un percorso interamente pianeggiante  su strade asfaltate, l’argine del canale in parte sterrato e un tratto di sentiero nell’alveo della Dora Baltea. Per percorrere l’argine del Canale Cavour è però necessaria un’autorizzazione rilasciata dal Consorzio Coutenza Canali Cavour di Novara (Info: tel. 0321 675211, info@estsesia.it).

Itinerario Canale Cavour In Bici

L’itinerario prende avvio a Chivasso all’estremità sud-orientale del centro storico, al margine del Parco urbano del Bricel, dove si trova il grandioso edificio di derivazione del canale. Qui, una consistente parte delle acque del Po viene deviata nel letto artificiale del Cavour. Accanto all’edificio si erge la statua di Carlo Noè, l’ingegnere che, dopo il Rossi, rielaborò il progetto del canale portandolo a realizzazione. La grande massa d’acqua, prelevata dal Po nella misura di 110 metri cubi al secondo, inizia il suo viaggio di oltre ottanta chilometri nelle piatte campagne piemontesi. Il percorso riguarda il primo tratto del corso d’acqua, fino al monumentale ponte-canale che consente al Cavour di scavalcare la Dora Baltea.
Si inizia seguendo la sponda sinistra, lungo una strada asfaltata (viale Vigili del Fuoco). Raggiunta e superata la zona industriale di Chivasso, si passa sull’opposta sponda con il ponte di via Nuova (km 2.5). Si può osservare l’imponenza del canale, qui largo 40 metri. Da Chivasso a Galliate,  nel Novarese, il Cavour alimenta una fitta rete di altri canali derivatori per una maglia di complessivi 1.500 chilometri dando acqua a ben 500 mila ettari di terreni.

Edificio Canale Cavour Chivasso

L’edifico di presa d’acqua dal Po a Chivasso che alimenta (e segna l’inizio) del Canale Cavour

Proseguendo si segue una stradina campestre, poco discosta dal canale, per poi tornare su questo al ponte di Castelrosso (km 3.9) e riprendere la stradella d’argine sulla sponda sinistra. Nella località Sbarro si attraversa la strada del Monferrato (ex-S.S.31 bis; km 5.2) e si procede, fra le case del piccolo borgo, sempre nella direzione parallela al canale. Utilizzando il ponte successivo si può fare una breve diversione a Verolengo (km 6.8), abitato d’impianto ortogonale con le facciate lunghe delle case tutte rivolte a mezzogiorno, com’è tipico della pianura piemontese. Passando dinanzi alla stazione si procede a fianco della ferrovia fino a incontrare via Monferrina – una delle tante che portano questo nome, usate per collegare la pianura alle colline –  per piegare a sinistra e riprendere nuovamente, alle porte della frazione Arborea (km 9.3), l’argine sinistro del Canale Cavour che non verra più abbandonato dalla ciclabile.
I ponticelli in pietra e mattoni cadenzano le varie sezioni del percorso dove il canale presenta sponde basse. Imponenti opere murarie furono necessarie per intersecare fiumi e torrenti, senza confondere le acque. Una di questasi raggiunge alla fine dell’itinerario. Giunti infatti al casello di guardia 3 (km 11.5), si supera il canale con una passerella pedonale e si scende, lungo la scarpata, nell’alveo della Dora Baltea. Si può anche procedere a piedi, se il terreno risulta molle o inerbito. Si attraversa un pioppeto, si passano due ponticelli fatti di traversine di legno e ci si affaccia al greto del fiume (km 12.2). Qui, fra lo scorrere delle acque e il volo degli aironi, si scorge il massiccio ponte-canale in mattoni che consente al Cavour di sovrapassare la Dora Baltea per continuare poi il suo viaggio fra le risaie del Vercellese.
La strada del ritorno è la stessa dell’andata. In alternativa si può raggiungere il vicino abitato di Borgo Revel (km 15.8) e utilizzare sempre il servizio treno+bici per raggiungere Chivasso.

Duomo Di Chivasso

Il duomo di Chivasso

A integrazione di questa gita, a Chivasso si può in un paio d’ore fare una passeggiata e rilassarsi fra i principali scorci d’epoca e monumenti della cittadina, che nel medioevo fu capitale del Monferrato e snodo della via Francigena. Camminando lungo la direttrice del centro storico, fra portici e facciatine ottocentesche, ci si imbatte su una piazza dominata dalla facciata cuspidata del duomo. Basta soffermarsi dinanzi al portale ed alzare gli occhi per notare la sua caratteristica più singolare: una folla di statuette di terracotta, collocate su ogni angolo, su baldacchini, peducci, attorno al rosone, sulle ghimberghe e attorno alla lunetta. C’è tutta la storia del vecchio Testamento e buona parte del nuovo.
Per i golosi, da non perdere è Bonfante, un’antica e rinomata pasticceria di via Torino 29, dove si assaggiano i “nocciolini”: albume d’uovo, zucchero e ovviamente nocciole. Per una sosta a tavola a Chivasso è apprezzata, in centro città, l’Osteria San Marco (via Portis 4, tel. 011 9172000).

Itinerario trattto dalla rivista “Piemonte, Speciale di Bell’Italia”, maggio 2001. ©2016 Albano Marcarini

 

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