Una tavola sempre apparecchiata di saperi e sapori

«Il compito più delicato era quello di preparare la tovaglia e i tovaglioli che avrebbero adornato la sala da pranzo. La biancheria era ancora quella che la madre della signorina Sook aveva ricevuto come regalo di nozze; e benché fosse stata messa in tavola solo una o due volte all’anno, diciamo all’incirca duecento volte in ottant’anni, era sempre roba di ottant’anni prima, e si vedevano subito i punti rammendati e le macchioline. Probabilmente non doveva essere roba di prima qualità, neanche da nuova, ma la mia amica la maneggiava come se fosse stata intessuta da mani d’oro su telai celesti. Mia madre diceva: “Potrebbe venire il giorno che saremo in grado di offrire soltanto acqua di pozzo e focacce di granturco fredde, ma per lo meno potremo servirle su una tavola apparecchiata come di deve’”».

da Truman Capote, La forma delle cose (Racconti)

Taccuini di viaggio: territorio, cultura, gastronomia delle regioni italiane

«Ogni mattina, al risveglio, possiamo fare azioni
per il pianeta e contro il pianeta»

(da Un pianeta a tavola)

Arca Del Gusto

Perché un taccuino online di ricette regionali?

Perché è uno strumento maneggevole, sempre a portata di mano, che ci accompagna nella scoperta del territorio e della sua cultura, della sua storia, della gente e delle tradizioni. Più che proporre una strizzata d’occhio regionalistica vorremmo quindi valorizzare la biodiversità implicita nelle differenze gastronomiche, nei suoi legami col clima, il paesaggio, l’espressione letteraria e artistica.
Siamo in piena sintonia con quanto propone Slow Food (nata nel 1999 come naturale evoluzione dell’Arca del Gusto), per il recupero e la salvaguardia di produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale e dal degrado ambientale, ed impegnata in 150 Paesi a promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti, per ridare il giusto valore al cibo in armonia con ambiente ed ecosistemi delle aree rurali.
Il precedente progetto “L’Arca del Gusto” nasce nel 1996, in occasione del primo Salone del Gusto di Slow Food a Torino. Un anno dopo viene stilato un manifesto, che ne definisce gli obiettivi. Il progetto viene oggi valorizzato con un catalogo online che cresce giorno dopo giorno, raccogliendo la denuncia di chi vede scomparire – a causa dell’industrializzazione dell’agricoltura, dell’erosione genetica, della trasformazione degli stili alimentari, dei cambiamenti climatici, dell’abbandono delle aree rurali, delle migrazioni e dei conflitti – la biodiversità agroalimentare e l’agricoltura familiare e di piccola scala, portando via un pezzo della cultura e della storia di chi li ha condivisi.
L’Arca, sostenuta dai Comuni e da associazioni locali, invita tutti a fare qualcosa: a volte serve riscoprire questi prodotti, riportarli sulle tavole, a volte serve raccontarli e sostenere i produttori; in alcuni casi – quando i prodotti sono specie selvatiche a grave rischio di estinzione – è meglio mangiarne meno o non mangiarli affatto, per tutelarli e favorirne la riproduzione.
Chiunque può quindi inviare la sua segnalazione, qualunque sia il suo mestiere, la sua età o la sua provenienza.

Noi e le nostre “famiglie regionali”

Siamo Rosella (“lady chef …solidale” e insegnante di cucina) e Piera (una “curiosona” che ama leggere, scrivere, guardare film, arte e paesaggi, ed è affascinata da tutto ciò che non conosce, in questo caso dal cibo buono e sano che prepara Rosella e che le piace tanto mangiare).
Ci siamo conosciute lavorando insieme ed intrecciando passioni e competenze, grazie ad un progetto di cucina destinato a persone con sofferenza mentale. La nostra collaborazione ha dato buoni frutti e abbiamo deciso di proseguirla in successivi corsi bisettimanali di cucina delle regioni tenuti da Rosella per piccoli gruppi, con partecipazione dei corsisti alla preparazione dei pasti; Piera partecipava con letture, immagini, approfondimenti sul tema.
Leggendo, cucinando e gustando insieme abbiamo “scoperto” (o “inventato”), al di là della logica strettamente gastronomica, possibili raggruppamenti fra le regioni italiane, individuando differenti motivazioni legate alla storia, all’ arte, all’orografia, all’essere centro o confine del territorio nazionale.
Nell’ampio panorama dei piatti territoriali abbiamo cercato di cogliere tracce del quotidiano lavoro femminile, basato sull’ utilizzo dei prodotti locali e sullo scambio di materie prime e informazioni fra vicini di casa.
Da qui le ricette più semplici ma capaci di soddisfare il gusto e di saziare ancor oggi grandi tavolate.
Il “ricettario” proposto per ogni piccolo gruppo di Regioni è accompagnato e supportato da materiali scritti o visivi (riproduzioni artistiche, foto, clips) che chiariscono ed evidenziano il legame sotteso fra cibo e cultura dei popoli, allo scopo di incuriosire, divertire e mettere appetito al lettore.

Mappe Unità Italia

Taccuini di viaggo [primo capitolo]
Il “Regno di Sardegna”: Piemonte e Valle d’Aosta, Sicilia, Sardegna

Non è stato difficile individuare il filo rosso fra quattro regioni apparentemente così “distanti” fra loro: cucinando e pensando alla storia d’Italia emergevano chiaramente le relazioni fra una monarchia montanara e predatoria qual è stata quella di Casa Savoia e le due nostre isole maggiori, nei cui confronti essa ha via via accresciuto la propria statura territoriale e politica, sfruttandole con spietatezza come proprie “colonie”.
A proposito del Regno di Sardegna (poi Regno d’Italia) vogliamo precisare che, per scelta, non daremo indicazioni su piatti “venatori”, ma vorremmo fornire qualche notizia su Casa Savoia, in particolare sul “re galantuomo” o “ re cacciatore” (lasciamo aperta la scelta fra le due definizioni).
Che il nostro viaggio abbia inizio. Lungo il primo itineraio parleremo di Piemonte e Valle d’Aosta.
Seguiteci su queste pagine.

 

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