La voglia di ricordare i vent’anni ma senza i conflitti di allora Seguici su Telegram e resta aggiornato Caro Dottore, sono di Lugo ed ho quarant’anni. Sabato 8 aprile al Baccara c’è stata una serata che rievocava il vecchio locale, quello dove oggi c’è il Bingo. Io ho frequentato quella discoteca, ricordo bene le domeniche pomeriggio. Parlo di più di vent’anni fa. Su facebook gli organizzatori hanno scritto “ il nostro obiettivo è far rivivere le emozioni che ci hanno fatto crescere… e poi diciamoci la verità il primo limone lo abbiamo dato tutti su quei divanetti a righe”. Nadia Cara Nadia, scrivo usando come da prassi il lei, ma potrei usare in questo caso anche il tu, dato che l’esperienza a cui fa cenno l’ho condivisa, abitando in quelle zone, ed essendo più o meno suo coetaneo. Per preparare la risposta alla sua lettera ho chiesto ad uno degli organizzatori di dedicarmi un po’ di tempo. Volevo capire il suo punto di vista. L’organizzatore, che era ed è un mio amico, mi ha parlato della serata. Mi ha confermato che è stata un successo in termini di presenze, ma quello che mi ha colpito di più l’ho trovato nel sottotesto del suo racconto, nel non detto. Ho avuto l’impressione che quella serata sia nata da un’esigenza degli stessi organizzatori, poi l’hanno estesa anche agli altri, ma partiva da loro, dai loro ricordi, dal loro desiderio di rivivere quei momenti. Erano i disc jockey di allora, gli addetti all’ingresso, i light jockey, i barman. Ai tempi poco più che ventenni ma oggi maturi quarantenni, con tutto quello che implica: gli impegni, le responsabilità, i vincoli, le certezze e le incertezze del presente. Per loro, forse ancora prima che per i clienti, come me e lei, quel posto era sinonimo di slanci, di forza. Il mio amico mi ha detto anche di spensieratezza, ma credo che la ricordi più di quanto in realtà fosse, perché il tempo passato è spesso idealizzato e può contare su un importante vantaggio quando lo si confronta con il presente. Al Baccara, ma lo stesso penso possa valere per qualsiasi discoteca di quegli anni, si iniziava ad andare la domenica pomeriggio. Poi si guadagnava, dopo varie contrattazioni in casa, il sabato ed infine, ma molto più tardi, il venerdì. La domenica era la discoteca dei primi anni delle superiori, delle prime esperienze relazionali. Il lunedì mattina, quando la corriera della scuola, passava davanti al locale, il brusio assonnato degli studenti si trasformava in uno schiamazzo di acclamazione. Queste memorie possono contare su forti chiavi oniriche e regressive. Non per niente un elemento della serata rievocativa consisteva nella gigantografia di una foto del locale di allora, dove i neon anni ottanta che allora sembravano futuristici, oggi sono un ricordo rassicurante. Un modo quindi per ricontattare i vent’anni, ma senza i conflitti di allora, perché comunque non è facile vivere l’adolescenza e la prima età adulta, ed allo stesso tempo senza le preoccupazioni dei quaranta. Una sorta di posto, di momento, sospeso dove farsi portare dai ricordi rivisitati e allontanare i pensieri del presente. Una bella isola dove ripararsi e divertirsi, con l’auspicio e l’augurio che il giorno dopo non sia troppo diverso. Total17 17 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo