Nella chat con il collega messaggi espliciti e poi… Seguici su Telegram e resta aggiornato Caro Dottore, da qualche tempo ho cominciato a scambiarmi messaggi con un collega. Quando ci incontriamo è quasi come se non ci conoscessimo, mentre i messaggi stanno diventato sempre più espliciti nei contenuti, anche sessuali. A me questo piace, ma vorrei che seguissero anche fatti concreti, mentre lui sembra essere contento così. Come è possibile? Cosa devo pensare? Non gli piaccio abbastanza? Mi vuole solo usare come una specie di “hot line”? Lettera firmata Siamo alle scuole medie 2.0. Scusi la battuta, non so se è capitato anche a lei, ma le sue parole mi rimandano a quegli anni. Le racconto un aneddoto personale. Avevo tredici anni e mi piaceva una mia compagna di classe. A lei non avevo detto nulla, nulla di nulla, ma mi ero fatto un film tutto mio. Mi immaginavo di trovarmi con lei, o meglio di essere una specie di cavaliere supereroe che andava a salvarla. Erano i tempi di Dragon’s Lair, un videogioco che andava nelle sale giochi di allora. Era una specie di cartone animato dove l’obiettivo era salvare la principessa, ed evidentemente ne ero molto influenzato. Nel corridoio di casa saltellavo, scansavo mostri, facevo piroette per raggiungere e salvare la mia compagna di classe. Ovviamente lei era ignara di tutto. La mattina dopo a scuola, quando arrivavo timido con la mia cartella la ragazzina non immaginava minimamente che gesta eroiche avevo compiuto per lei il pomeriggio prima nel corridoio di casa… Andiamo alla fase successiva: scriversi senza parlarsi. Adesso le chat sono la normalità, tanto che le compagnie telefoniche regalano infiniti minuti di conversazione ma fanno pagare i giga di traffico dati. Accade che prima di telefonare si chieda il permesso con un messaggio. Che sia una forma di galateo rispettoso? Oppure mostra il timore del mostrarsi? Meg Ryan è diventata famosa anche grazie al film “C’è posta per te”. Lei e Tom Hanks si conoscono rivelandosi prima in una chatroom e poi grazie all’abitudine di una mail serale. Un rito irrinunciabile, probabilmente il momento più bello delle rispettive giornate. Scrivere permette di sottrarsi alla timidezza data dal confronto di persona, e allo stesso tempo di attingere a quel mondo interno che contattiamo quando leggiamo un romanzo od ascoltiamo una canzone. Non per niente capita spesso di sentire dire di un tal fim “L’ho visto, ma il libro era molto meglio”. McLuhan sosteneva che la radio, ma per una canzone vale lo stesso concetto, è un medium caldo, a differenza della televisione che la classificava tra i medium freddi. La tv coinvolge molti canali sensoriali ma priva la persona della partecipazione attiva. La partecipazione attiva di McLuhan è lo spazio immaginifico del soggetto che, specie nella società contemporanea, a volte si tende troppo a tutelare. Le persone tendono a chiudersi in se stesse e sfuggire dalla vera relazione. Va bene a tredici anni con Dragon’s Lair, ma da adulti il confronto deve anche essere reale, fuori dalla confort zone, che non è un posto fisico ma quello spazio mentale dove ci isoliamo per non vivere l’ansia e percepire il rischio che il mettersi in relazione comporta. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo