Se il partito diventa come una famiglia Seguici su Telegram e resta aggiornato Caro Dottore, chi le scrive è un vecchio militante prima del Pci, poi del Pds e oggi del Pd. Vorrei condividere con lei opinioni sul partito, le mie forti perplessità sul segretario, ma mi concentro su aspetti più di cuore, vista la rubrica. Assisto e soffro nel constatare che questo è stato probabilmente l’ultimo anno della Festa dell’Unità nel mio paese, un piccolo comune della provincia di Ravenna. Quest’anno ci siamo riusciti, ma con che fatica. Di giovani ce ne erano pochi, e noi “vecchi” avevamo tutto sulle spalle. È stata una grande fatica fisica, ma ancora più ne ho risentito per la situazione. Mi chiedo, perché continuo a spendere queste energie? Ci ho creduto tanto, tanti miei compagni si sono ritirati, per età e perché si sentono estranei a casa propria. Alla festa provinciale di Ravenna quest’anno c’erano molti protagonisti nazionali, sono andato spesso a vedere: quando c’erano i politici renziani in platea trovavi i suoi, e lo stesso per le altre correnti. Ognuno per suo conto. Rimpiango gli anni che sono passati. Lettera firmata Ho appena appoggiato il quotidiano che stavo leggendo per rispondere alla sua lettera. Le voglio citare un articolo: “Il raduno della Lega Nord a Pontida”. Trovo sia interessante e pertinente perché tratta della simbolica uccisione del padre. Salvini ha estromesso Bossi, impedendogli di parlare, e Bossi ha detto che Salvini è un traditore. Ha usato proprio questa parola. Questo dimostra come certe dinamiche siano trasversali. Lo psicanalista Massimo Recalcati nei mesi scorsi scriveva che la “vecchia sinistra” sia in crisi perché superata storicamente e che le persone (come lei) non se ne vogliono fare una ragione, non vogliono e non riescono ad accettare e superare il lutto, e quindi danno la colpa a Renzi. Dal fronte opposto, i militanti con i dirigenti della sinistra storica, si sentono più che nel giusto, e respingono al mittente le interpretazioni di Recalcati. Sono sempre e comunque letture opposte, mai nessuno che riconosca un po’ di vero anche nel pensiero altrui. Forse le cose sono più una sfumatura di grigi che un bianco o nero assoluto. Ma arriviamo al versante più personale. Renzi o non Renzi, è un fatto che il tempo passi. La sua giovinezza, gli ideali di allora, devono fare i conti con l’oggi. Implicito, se vogliamo parlare chiaro, è il tema dell’invecchiare. Parola spesso allontanata, ma che contiene profondi rimandi e significati, come emerge dalle parole che mi ha scritto. Per chi ha una storia come la sua il partito ha rappresentato una sorta di seconda famiglia, e ora assistere ai processi trasformativi è sicuramente faticoso. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo