Uno sguardo diverso su Cagnoni a Ravenna Seguici su Telegram e resta aggiornato Gentile dottor Ravaglia, sono tra le poche persone favorevole al ritorno di Cagnoni a Ravenna, o perlomeno non contraria. Anche a me è arrivata la petizione per manifestare la contrarietà al suo trasferimento. Ho visto quanto si siano attivate le varie associazioni, so delle firme raccolte. Ho letto l’editoriale sullo scorso numero di R&D. Insomma tutta la città non rivuole tra le sue mura un compaesano omicida ed ergastolano; il che mi pare però un atto di facile intransigenza. Per carità non dimentico la vittima, non mi fraintenda. Ma riguardo alla domanda di trasferimento immagino che gli organi competenti abbiano fatto precise valutazioni e la decisione sia stata ponderata. Poi il tema dei figli. Mi chiedo comunque se tenerlo in un carcere lontano sia la scelta migliore anche sotto il profilo della loro crescita. Io non lo so. Lettera firmata Gentile lettrice, il suo punto di vista è minoritario ma degno di essere preso in considerazione. C’è tendenza da parte della cittadinanza, in casi come questo, a compiere battaglie che hanno tratti ideologici oltre che di opportunità. Battaglie che coinvolgono i meccanismi di rimozione e negazione per traguardare nel diniego. Questi figli, oggi ragazzi e domani adulti sono e saranno costretti, per poter cercare di elaborare questa drammatica vicenda, ad un faticoso e doloroso confronto. Anche se volessero non potranno scegliere la strada del diniego. Credo che bisognerebbe chiedere a coloro che hanno già vissuto un dramma simile, come abbiano gestito il rapporto tanto doloroso e difficile con il loro padre. Constatare che la città intera ripudia il proprio padre, che comunque resta tale anche se gli è stata tolta la patria potestà, tanto da non volerlo neppure nel carcere della città a scontare la pena, potrebbe favorire un maggiore senso di solitudine. Un’induzione a viverlo con una vergogna ancora più assoluta. È un implicito invito ad evitare, anche in un futuro lontano, ogni contatto dei figli con il padre. Un incontro forse potrebbe contribuire, ma questo saranno i figli stessi a deciderlo, nel loro soggettivo e delicatissimo processo di metabolizzazione. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Lo sguardo dello psicologo