enogastronomia Fricandò & enoteca Pisacane

Da sempre si sa i viaggi sono ricchezza per lo spirito e per la mente. Perché vedere cose nuove apre la mente, allarga gli orizzonti e ricarica di energie.
Per chi è particolarmente intraprendente poi, l’esperienza può portare anche a nuove idee che non si vede l’ora di realizzare una volta rientrati a casa.
E c’è chi decide di aprire un locale, ispirandosi a questi ricordi – soprattutto nelle scelte riguardanti architetture, arredi
e complementi – come è il caso di Fricandò a Ravenna, e chi si spinge persino oltre, ossia nel proporre anche una offerta enogastronomica diversa che “strizza“ l’occhio al Paese del cuore, come l’Enoteca Pisacane di Cervia.

enogastronomia  Fricandò

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L’ingresso del locale

Il Fricandò di Ravenna è un locale speciale, appartato ma in pieno centro storico poiché situato in quel tratto di via Maggiore che confina quasi con via Cavour, dallo stile ricercato negli ambienti ma in grado di accogliere tutti con calore a qualsiasi ora della giornata. Aperto nel marzo 2011, è frutto delle idee di Giorgia Gordini, figlia d’arte visto che cresciuta in una famiglia di ristoratori e albergatori, e del marito Matteo Siboni, architetto con la passione per la ristorazione. «Il nome lo abbiamo scelto a tavolino, come si suol dire, dopo che mio marito ha disegnato interamente il progetto – racconta Giorgia Gordini –. Ci è venuto in mente pensando al piatto ‘fricandò’, un insieme di verdure, che ben rispecchia il tipo di locale aperto, un insieme di attività: bar, ristorante, tabaccheria e bottega dei prodotti del territorio. E poprio questo forte legame con la Romagna e la nostra regione nel complesso, è presente in tutto ciò che proponiamo per bere o per mangiare». A colpire, appena si entra e anche sin dalle insegne esterne dal sapore retrò, è il gusto ricercato che si evince dagli arredi e dagli accostamenti che sembra quasi raccontare una storia, quella di un’osteria moderna ma che ha saputo prendere il meglio dal passato. «Il locale è in tutto e per tutto frutto del nostro modo di essere – aggiunge Giorgia –. Lo abbiamo fatto esattamente come ci sarebbe piaciuto, con una grande attenzione per i materiali destinati a durare nel tempo. Il nostro grande bancone, per esempio, richiama quelli vecchi da osteria con il marmo incastonato nel legno. Una scelta che ricorre anche in molti tavoli, mentre per le sedie abbiamo preferito l’effetto metallico per un tocco di contemporaneità. Un effetto a contrasto anche nelle luci, a volte sobrie e minimaliste, altre volte invece più antiche e ricercate con la forma a palla.

Gli spazi interni

A influenzare le nostre scelte sono certamente stati i viaggi in altri città e paesi, dove ci siamo divertiti a osservare le architetture dei locali più apprezzati». Impossibile non notare poi le meravigliose vetrate che delimitano in modo ordinato ed elegante, ma senza “occultare” la sala con i tavoli dalla cucina, lasciando a vista, l’imponente selezione di vini, le proposte di salumi e formaggi e il lavoro stesso del personale. Di grande impatto, in questa zona, è anche la grande lavagna-quadro con i piatti inseriti in menù. Da Fricandò, la vita comincia la mattina con le colazioni e prosegue fino a tarda sera con gli eleganti aperitivi “a sedere”. A pranzo, il fiore all’occhiello è una cucina espressa del territorio con preparazioni ridotte al minimo, in modo da far apprezzare al meglio minestre prelibate, zuppe di antica memoria e pasta tirata al mattarello, ma anche secondi di carne con animali di bassa corte, il bollito dai cinque ai sette tagli accompagnato da salse e contorni, o il pescato del giorno. Seguendo la filosofia del “Quello che mangi, lo puoi portare via”, da Fricandò si possono acquistare confetture e marmellate di produzione propria, ma anche tante altre prelibatezze. Un legame con la tradizione dunque, ma nel segno dell’innovazione. Ed è muovendosi in questa direzione che si continua a investire, al punto che la grossa novità è l’apertura nei prossimi mesi, in un locale adiacente presto collegato, di “Fricandò Natura. Pane e pizza”, per colazioni, merende e pause pranzo a base di centrifughe, yogurt e frutta, zuppe, insalate, ma anche pizza.

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L’entrata del locale

Si respira subito il sapore della Spagna, per la precisione dell’Andalusia, all’Enoteca Pisacane di Cervia, aperta il 1° maggio 2014 da Simone Rosetti, con una consolidata esperienza nel settore. Fa capo a lui infatti un’esperienza consolidata come la Ca’ de Be’ di Bertinoro, pluripremiato locale, ma anche attività parallele come il Pastificio artigianale La Sprunèla di Castiglione di Cervia. Con sempre idee che ‘bollono’ in pentola, visto che entro il prossimo dicembre, aprirà anche un nuovo locale a Cesena.
Con l’Enoteca Pisacane, Rosetti ha realizzato un piccolo sogno. «Ho una specie di ‘malattia’ – afferma –, una specie di passione allo stadio più estremo per la Spagna, dove ho fatto molti viaggi. Sono diventato nel tempo un fine conoscitore delle tapas e, per anni, sognavo di aprire in Italia un locale che ricordasse i bar tipici del Sud della Spagna. Non ho mai pensato, come spesso avviene, di proporre un’offerta enogastronomica di tapas, senza ricreare anche un locale che rievocasse il sapore dell’Andalusia anche nell’atmosfera e negli arredi».
Ispirandosi a quanto visto in giro per la penisola iberica, Rosetti ha sposato una filosofia del “recupero”, utilizzando cioè per il suo locale solo materiali di riciclo, sia per i pavimenti che per i rivestimenti del bancone. Il locale, situato nel cuore di Cervia e proprio nella piazzetta Pisacane che è un piccolo gioiello, ha interni piuttosto contenuti, di appena 50 metri quadrati, dove trovano spazio la cucina e il banco bar con pochi posti a sedere.

Spazi interni e  design

Ma tutto è studiato sin nei minimi dettagli. Grazie all’aiuto dell’azienda Redil di Ravenna, il pavimento è stato ricavato da assi di legno smantellate da vecchie case romagnole, poi tagliate su misura e dipinte in una tonalità scura, in modo da far meglio risaltare i colori delle vecchie cementine in stile Liberty, dipinte a mano, che ricoprono interamente il bancone e una parte del pavimento delle suggestive toilette. Ogni pezzo di arredo ha una sua storia e fa incantare chiunque entro per la prima volta.
«Mi è stato molto di aiuto – aggiunge Rosetti –, il mio amico Alberto Fantini che è un architetto professionista, con cui siamo andati in giro per aziende, mercatini e case private segnalate. Così, abbiamo scovato diverse antiche macchine da cucire Singer da tavolo, utilizzate proprio come mini appoggio per i clienti che si siedono all’interno del locale, ma anche una splendida stufa a gas che abbiamo messo in bagno».
Le luci sopra il banco? Sono lampade di inizio Novecento, in stile industriale, mentre le altre a parete e quelle esterne sono state prese persino da cantieri navali. In una piccola salettina stata anche recuperata una vecchia lampada a incandescenza Edison. Durante la stagione estiva l’Enoteca Pisacane gode di un piccolo ma accogliente spazio esterno di 60 metri quadrati, dove i clienti possono sedersi in sedie e fra tavoli recuperati dalle scuole e da industrie tessile della Francia e dell’Asia. «Proprio per le sue caratteristiche strutturali – conclude il titolare –, il nostro locale si presta più per coppie o piccoli gruppi di amici, giovani e adulti, piuttosto che per famiglie. Come in Spagna, questo è il posto  giusto in cui consumare un aperitivo o una cena a base di tapas. Il fiore all’occhiello della nostra enoteca è una selezione di ben 180 vini, in gran parte biologici e naturali».

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