Dante 2021: Tajani, Flick e De Andrè tra gli ospiti dei cinque giorni

Il presidente del Parlamento europeo dialoga con il presidente dell’Abi Patuelli, il giurista affronta il rapporto tra Commedia e Costituzione, il cantautore premiato. Tutto il programma dal 12 al 16 settembre

I chiostri Francescani

I chiostri Francescani

Torna Dante 2021 a settembre. Dal 12 al 16 l’iniziativa, promossa  dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, tornerà ad animare i luoghi della Ravenna dantesca con cinque giorni di incontri, spettacoli, concerti (tutti gli eventi in programma sono a ingresso libero). Come ormai consuetudine, il festival vero e proprio è stato preceduto, dal 5 all’8 settembre, dall’anteprima Dante Hors d’Oeuvre, ciclo di quattro “piccole letture dantesche”.

Gli appuntamenti vedranno protagonisti, tra gli altri: Andrea Giordana, Michele Campanella, Antonio Tajani, Antonio Patuelli, Paolo Giacomin, Claudio Ciociola, Francesco Sabatini, Paolo D’Achille, Luca Serianni, Carlo Ossola, Giovanni Maria Flick, Wen Zheng, Giuseppe Patota, Matteo Ceriana, Virginio Gazzolo, Mario Cannella, Stefano Albarello. Cristiano De André e René de Ceccatty, traduttore della Commedia in francese, riceveranno rispettivamente i premi “Musica e Parole” e “Dante-Ravenna” 2018.

Il Festival si apre mercoledì 12 settembre, alle 17 negli Antichi Chiostri Francescani, con i saluti di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Claudio Marazzini, (presidente dell’Accademia della Crusca), Domenico De Martino (direttore artistico di Dante2021).

Il professor Zeng

Il professor Zeng

Seguirà l’intervento di un ospite in arrivo dalla Cina, il professor Wen Zheng, docente di lingua e letteratura italiana dell’Università degli Studi Internazionali di Pechino (BFSU), nonché vice presidente dell’Associazione di Studi Italiani della Cina. Con Dante e le sue opere in Cina il professore svelerà quale ruolo il Poeta ha svolto in passato e quale svolge oggi nella sempre maggiore attenzione che la cultura e la lingua italiana stanno conquistando in Cina.

Alle 18.30 l’inaugurazione della mostra Tre cantiche in astratto, che affianca in un dialogo serrato tre opere dell’artista fiorentino Luca Brandi – dedicate a Inferno, Purgatorio e Paradiso – a tre composizioni del poeta pavese Andrea De Alberti, legate a citazioni dantesche delle tre cantiche e che hanno come termine comune la parola letto (Inferno XIV, v. 9; Purgatorio X, v. 15; Paradiso XXX, v. 3). La mostra è presentata nel catalogo da un ampio saggio di Andrea Cortellessa, storico della letteratura e critico letterario tra i più agguerriti, nonché collaboratore di Rai Radio 3.

La sera stessa, alle ore 21, nella Basilica di San Francesco è in programma La musica dei Cieli. Il Paradiso: un concerto di musica sacra per coro (di autori antichi e contemporanei), ispirato ai temi del Paradiso dantesco e curato dall’Associazione Musicale Angelo Mariani.

Giovedì 13 settembre alle 17 sarà Claudio Ciociola della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha insegnato a lungo Filologia italiana, ad aprire la seconda giornata del Festival ai Chiostri. Formatosi con Alfredo Stussi e Gianfranco Contini, Ciociola ha concentrato la propria ricerca principalmente sulla letteratura delle origini, compresa la tradizione dell’opera dantesca; in quest’occasione introdurrà Il detto del gatto lupesco, additandone i caratteri in qualche modo di “antecedente” della Commedia.

A seguire l’incontro con Mario Cannella, direttore del Vocabolario Zingarelli. Lessicografo di mestiere  rende il proprio servizio all’Italia rivedendo, anno dopo anno, le voci che riempiono le pagine del dizionario. A Cannella non poteva che essere affidato un sorprendente itinerario sulle tracce delle «Parole mie che per lo mondo siete» per scoprire le Presenze dantesche nel vocabolario Zingarelli.

Alle 21 i Chiostri Francescani ospiteranno infine il secondo momento musicale di quest’edizione, il concerto-lezione Il Dante di Liszt: al piano uno dei maggiori interpreti mondiali del compositore ungherese, Michele Campanella.

Venerdì 14 settembre la terza giornata del Festival si apre con un appuntamento mattutino. Alle 11, nella storica Sala dantesca della Biblioteca Classense, si affronterà in una prospettiva particolare e “dantesca” uno dei temi più presenti nel recente dibattito culturale, anche sui giornali: il valore dell’eredità classica della cultura latina e greca. Sotto la guida di Claudia Arletti (del “Venerdì di Repubblica”) si discuterà di Nelle lingue classiche le chiavi della complessità. Insieme a Francesco Sabatini, già docente dell’Università di Roma Tre e presidente onorario dell’Accademia della Crusca  e ormai notissimo volto della televisione come protagonista del Pronto soccorso linguistico in onda la domenica mattina all’interno di Unomattina, ci saranno lo storico della lingua Paolo D’Achille (Università Roma3, direttore della «Crusca per voi»), il classicista Gianfranco Agosti (La Sapienza di Roma) e il lessicologo Cosimo Burgassi (Opera del Vocabolario Cnr).

Alle 17 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri sotto il riferimento dantesco «Europa dolce carco» (Paradiso XXVII, v. 84), il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, sottolineando con la sua presenza il rilievo internazionale della figura e dell’opera dantesca, discuterà delle attuali e complesse prospettive europee, culturali e politiche, con Antonio Patuelli, presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna e dell’Associazione Bancaria Italiana; coordinerà l’incontro Paolo Giacomin, direttore di «QN Quotidiano Nazionale» e del «Resto del Carlino».

Alle 21 si ritorna nei Chiostri Francescani per L’ultimo incontro (Dante e Francesca), una pièce firmata dallo scrittore fiorentino Marco Vichi, premio Scerbanenco e creatore del notissimo commissario Bordelli, ma anche di testi più rarefatti e riflessivi come Il console. La regia di questa novità, realizzata appositamente in Prima nazionale per Dante2021, è di Antonio Frazzi, anche adattatore del testo; protagonista, Andrea Giordana.

Alle 22, sarà la “dantesca” Basilica di San Francesco, dove quasi sette secoli fa si celebrarono i funerali del Poeta, ad accogliere Morte e resurrezione – Thánatos kai Anástasis, che sulla traccia del XIV canto del Paradiso combina suoni e parole in un recitar cantando che è anche un viaggio tra Ponente e Levante, tra arcaico e contemporaneo, tra suggestioni dantesche ed echi dell’antica Persia. Ideato da Stefano Albarello, il concerto-spettacolo raccoglie interpreti impegnati in un percorso sulla vocalità come forma di spiritualità e sulla rinuncia alla vita materiale per la rinascita spirituale.

Sabato 15 settembre alle 11, ai Chiostri Francescani, lo storico della lingua Luca Serianni – accademico dei Lincei e della Crusca, nonché vicepresidente della Società Dante Alighieri e direttore con delle ultime edizioni del Devoto-Oli – presenterà Gli incipit della Commedia, indagandone da par suo gli elementi strutturali e lessicali comuni e individuando, nel grande tessuto della Commedia, le procedure messe in atto per il “lancio” dei Canti danteschi.

Attachment (16)A seguire ritorna l’ormai tradizionale appuntamento con i giovani premiati alle Olimpiadi di Italiano. Anche quest’anno sarà lo stesso coordinatore scientifico delle Olimpiadi, Paolo Corbucci del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a presentare al pubblico Filippo Milani e Gaia Bortoluzzi

Dante vive nelle scuole e nelle università, nei libri e nella musica, e anche nella vita comune, nelle parole di tutti i giorni e in quelle altissime, nelle tensioni intellettuali e in quelle politiche. È inevitabile dunque ritrovare Dante anche nelle pagine della Costituzione italiana: ad affrontare il tema del rapporto fra i due grandi testi della nostra civiltà, tra l’eredità dantesca e il testo fondante della nostra Repubblica, anche alla luce dei fermenti dell’epoca contemporanea, è chiamato Giovanni Maria Flick – giurista, politico e accademico che è stato Presidente della Corte Costituzionale – con l’intervento dal titolo Valori e profezie dantesche per l’Italia di oggi, in programma alle 16.30 sempre ai Chiostri.

Alle 18 il festival entra invece in punta di piedi nel Monastero di Santo Stefano, sede di una comunità nata nel lontano 1773 e ancora oggi esempio mirabile di equilibrio fra i ritmi di silenzio e solitudine propri dell’ordine e una cultura dell’accoglienza e del dialogo che le Monache Carmelitane coltivano nel cuore di Ravenna. In occasione di Dante 2021 le monache faranno dono al pubblico di un raro momento musicale, Il canto liturgico nella Commedia, curato da Stefano Albarello, perché «sì che m’inebrïava il dolce canto». In questo caso, dati i pochi posti disponibili, è necessario prenotare.

Alle 21 una delle occasioni più attese e significative: la consegna dei premi Dante-Ravenna e Musica e parole, nella Sala Corelli del Teatro Alighieri. Giuseppe Patota, storico della lingua con cattedra all’Università di Arezzo-Siena e accademico della Crusca, autore di testi divulgativi sulla lingua italiana di grande successo, nonché attivo nella didattica destinata agli stranieri, avrà il compito di presentare Cristiano De André, premiato per Musica e parole: non solo erede di una stagione leggendaria della canzone italiana e figlio di uno dei maggiori interpreti di quella vicenda, di cui rilegge e ripropone le canzoni, ma egli stesso valente cantautore.

Carlo Ossola, filologo e critico letterario, accademico e umanista, da vent’anni docente al Collège de France, fino al 2016 direttore dell’Istituto di Studi Italiani dell’Università della Svizzera Italiana, socio dei Lincei e da quest’anno presidente del Comitato scientifico nazionale per il VII centenario della morte di Dante, presenterà il premiato di questo anno per Dante-Ravenna 2018. René de Ceccatty, narratore e drammaturgo francese di rilievo, si è segnalato anche come autore di studi significativi su Moravia, Pasolini, Leopardi, e ha recentemente dato alle stampe una luminosa, cristallina nuova traduzione in francese della Commedia; attualmente sta lavorando alla traduzione della Vita nova.

Domenica 16 settembre è l’ultima giornata del Festival, che sceglie anche quest’anno la Casa Matha (ore 11) per l’appuntamento con uno storico dell’arte. È la volta di Matteo Ceriana, già direttore delle Gallerie dell’Accademia a Venezia e oggi in forze al Museo del Bargello di Firenze, che affronterà i Monumenti per la memoria di Dante e Enrico Pazzi, con particolare attenzione alla figura del ravennate Enrico Pazzi. Scultore e museologo, Pazzi, nato a Ravenna nel 1818, studiò presso la locale Accademia di belle arti, salvo esserne espulso in quanto allievo poco docile. Grazie a una borsa di studio completò la propria formazione a Firenze, che presto divenne, assieme a Ravenna, sede principale della sua attività. Per la piazza Santa Croce di Firenze realizzò la grande e celeberrima statua di Dante (1857-1865). A Ravenna ideò e fu il primo direttore del Museo Nazionale (1887-1898) e alla propria morte, avvenuta a Firenze nel 1899, donò la collezione di antichità e i propri beni alla sua città natale; la biblioteca, le stampe e i mobili antichi al Museo Nazionale, quadri e sculture all’Accademia.

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