domenica
20 Luglio 2025

Alluminio al posto del rame nel maxi impianto fotovoltaico per evitare i furti

La Coop Sole gestisce 4.350 pannelli distribuiti su 2,5 ettari nell’area della discarica esaurita. Investimento iniziale di 2,8 milioni di euro

Gli amministratori di Coop Sole all’impianto della discarica Hera

Alluminio al posto del rame per tutti i conduttori dell’impianto fotovoltaico nell’area della discarica esaurita di Herambiente gestito dalla Coop Sole. In questo modo – fa sapere l’azienda – oltre a migliorare le prestazioni dei pannelli solari, si è protetta contro i furti di rame, di cui è stata vittima circa un anno fa. Sempre per aumentare le misure di sicurezza, è stato installato un sistema di videosorveglianza e illuminazione a led a basso impatto ambientale che consente un monitoraggio dell’area ventiquattro ore su ventiquattro.

L’impianto è costituito da 4.350 pannelli fotovoltaici collocati in un’area di 2,5 ettari, che hanno una potenza complessiva di un megawatt e possono soddisfare il fabbisogno annuale di energia elettrica di circa 500 famiglie. La costruzione dell’impianto ha richiesto un investimento di 2,8 milioni, che è stato sostenuto da Coop Sole e dai suoi soci: Federazione delle Cooperative, Cevico, Coop Alleanza 3.0, Consorzio Ravennate (oggi Ccc) e Ceir.

L’entusiamo “cieco” di Agata e Davide: ecco la Polis di ErosAntEros

A tu per tu con gli organizzatori della nuova rassegna: «Puntiamo il dito su argomenti che riteniamo interessanti: è la nostra parte politica. Ma non vogliamo rinunciare al valore estetico della forma spettacolo»

Saccotomsic
Davide Sacco e Agata Tomsic

Nel sole di maggio i palazzoni del quartiere Sant’Agata non hanno l’aspetto di quei brutti alveari che sono, arrivati chissà come in pieno centro. Sarà la luce a rendere tutto più bello, o l’abside della chiesa a pochi passi, ma pare di trovarsi sul set di un film ambientato negli anni ’70. Agata Tomsic e Davide Sacco, in arte ErosAntEros, mi aprono la porta del loro appartamento. Mentre parlano della loro vita, del festival Polis ormai alle porte, sorridono, si guardano spesso come per cercare sostegno reciproco: un insolito amalgama di felicità e preoccupazione.

Una parola torna spesso nei loro discorsi: scommessa. È una scommessa questo nuovo festival in una città piccola, già saturata di eventi; così com’è una scommessa vivere d’arte nel 2018, in questi tempi paradossali che, se da un lato hanno elevato la cultura a confuso feticcio, usato spesso per creare consenso, dall’altro non reputano i suoi “operatori” degni di stipendi ragionevoli. «È la prima volta che curiamo e dirigiamo una rassegna interamente da soli», mi dice Agata. «È una grande opportunità, un progetto che vorremmo fare crescere. Ma c’è molto lavoro da fare in città. È pur sempre la prima edizione di un festival: tutte le relazioni sono da costruire». Come se non bastasse, il festival ha l’obiettivo di mettere al centro la relazione fra artista e città, di stimolare il dibattito e la partecipazione. Cosa che, in tempi di individualismo esasperato, di autismo della parola pubblica, di slogan urlati e negazione della dialettica, suona come il richiamo di un anacoreta nel deserto. È ammirevole questa ostinazione.

«Pensiamo alla relazione fra attore e spettatore. A noi interessa che sia bidirezionale: da qui l’idea di Parteci-polis, un momento di condivisione finale che segnerà il termine di questa prima edizione. Durante il festival forniremo agli spettatori dei bigliettini sui quali lasciare commenti. A partire da questi contributi ci auguriamo che nasca un momento di condivisione collettiva. Sappiamo che non è scontato. È una scommessa, anche questa», mi spiega Davide.

Il cognome di Agata, il taglio dei suoi occhi, gli zigomi alti tradiscono la sua origine slovena. Perché non provare a organizzare un festival in quei meravigliosi territori di confine? «In Slovenia la situazione è particolare», mi spiega Agata. «Sono nata in un piccola cittadina sul mare, Isola d’Istria, Un gioiellino turistico di 10mila abitanti, a maggioranza slovena. Faccio parte della minoranza italiana, sono bilingue dalla nascita. Da qualche tempo il nostro teatro ha una vocazione più politica e impegnata, e si incentra sulla parola: fare spettacoli in italiano sarebbe difficile».

«Abbiamo ragionato molto negli anni. In alcuni momenti abbiamo pensato di spostarci da Ravenna, andare in altri territori», confessa Davide. Ma poi le cose sono andate diversamente: a Ravenna gli ErosAntEros hanno messo le radici, hanno acceso un mutuo. A Ravenna si sono conosciuti. «È stato nel gennaio 2010, a un laboratorio dei Motus organizzato ad Ardis Hall», racconta Davide.

Come sono finiti alle Bassette? «Il mio percorso è complicato», continua Davide. «Ho sempre affiancato la passione musicale a studi che non m’interessavano assolutamente. Ho una laurea magistrale e un master in scienze dell’informazione, ma per me studiare era come andare in fabbrica. Facevo il minimo indispensabile per prendere una sufficienza, per poi dedicarmi al punk più estremo, all’elettronica, alla classica, all’anticapitalismo. A un certo punto sono stato preso come manager a Roma per una grande multinazionale. Sono rimasto tre mesi: attorno a me erano tutti felici, io sono caduto in una depressione terribile. Quindi sono tornato a casa. Ho scritto al Teatro delle Albe, che non conoscevo affatto. Il mio percorso teatrale è cominciato così, grazie alla risposta di Marco ed Ermanna. Nel 2009 stavo lavorando al mio primo spettacolo, Treno fantasma, quando è iniziato il mio percorso con Agata». Sì, perché, come vuole il cliché, il loro primo incontro fu una folgorazione. «All’epoca avevo appena iniziato la magistrale in discipline dello spettacolo dal vivo, allo IUAV di Venezia. Sei mesi dopo l’incontro con Davide mi sono di nuovo trasferita a Bologna e ho finito il DAMS, che avevo già frequentato in triennale», ricorda Agata.

Perché proprio a Bologna? «Volevo fare teatro. Provai ad entrare nell’Accademia di Lubiana, ma non mi presero. Durante l’anno sabbatico che seguì decisi di andare a Bologna a studiare: era il 2005. Ho sempre pensato che per stare in scena bisogna sapere qualcosa di teoria», continua.

L’interesse per il pensiero, lo studio approfondito, le basi speculative su cui costruire una poetica: non è un caso che i primi spettacoli di ErosAntEros grondassero teoria. «Sì, i nostri primi spettacoli tendevano ad essere molto criptici, con un grande studio filosofico alla base. Ci siamo resi conto che questo apparato teorico spesso non passava e perciò abbiamo cambiato modalità di lavoro», ammette Davide. Da allora gli ErosAntEros ricercano una forma per tenere assieme militanza ed estetica. Come spiega Agata: «Puntiamo il dito su argomenti che riteniamo interessanti e li condividiamo con il pubblico. La parte politica, semplicemente, sta qui. Ma ci interessa molto portare avanti anche un discorso formale, a differenza di tanto teatro civile. Non vogliamo rinunciare al valore estetico della forma spettacolo».

Abbandono il loro salotto dopo una chiacchierata fitta: mi raccontano della loro testardaggine; di come, dopo litigi feroci, entrambi cedano all’altro, inverando nella vita il loro nome d’arte. Mi raccontano della delusione per il Pd e della preoccupazione per il nuovo ipotetico governo 5 Stelle-Lega; anticipano qualcosa del loro prossimo spettacolo, Vogliamo tutto, dedicato al ’68. Sono un fiume in piena.

Uscendo, mi tornano in mente le parole di Eugenio Barba su di loro: «Nulla mi riempie di gioia come la loro cecità». Difficile prevedere come reagirà la città a questo nuovo festival; comunque vada, l’entusiasmo cieco di questa coppia non si lascerà spegnere facilmente.

I rombi della Mille Miglia riempiono le strade di Ravenna al tramonto

Passaggio per il centro storico della storica corsa, tanti appassionati agli angoli delle strade. Una galleria di immagini

Il fascino delle auto d’epoca non si appanna: erano in tanti ieri, 16 maggio, agli angoli delle strade del centro di Ravenna lungo il percorso della Mille Miglia per ammirare più vicino possibile le vetture della storica corsa che anche quest’anno ha fatto tappa a Ravenna. Il passaggio ravennate era nel tragitto della prima tappa: da Brescia verso il Garda, per scendere poi verso Mantova, Ferrara e Comacchio per concludersi a Cervia. Le macchine in gara appartengono a 73 marchi diversi e gli equipaggi provengono da 34 Paesi del mondo, di tutti e cinque i continenti. In quattro giorni di viaggio attraverseranno l’Italia più bella, con un itinerario che varia di anno in anno.

Il nuovo video dei Sunset Radio, girato a Ravenna tra Itis, Sva, Fanti e hotel Diana

Tra i protagonisti anche lo storico chitarrista delle Fecce Tricolori. La canzone è il primo estratto del nuovo album del gruppo pop-punk ravennate

Sunset
I Sunset Radio

Si riconoscono diversi luoghi noti ai ravennati nel nuovo video dei Sunset Radio, girato a Ravenna tra la scuola Itis e la concessionaria Sva, il pub Fanti e la sede della Tozzi, con alcune riprese anche all’hotel Diana. E una certa popolarità, in città, ce l’ha anche il protagonista, Giuliano Guerrini, attore per l’occasione ma storico chitarrista in particolare di Titta e le Fecce Tricolori. A recitare accanto a lui un altro musicista, Devis Tagliaferri, Alberto Calderoni e Marco Pantieri. I Sunset Radio compaiono invece nel finale del videoclip, nell’inedito ruolo di poliziotti.

Il videoclip è quello di “1957”, primo estratto del nuovo album dei Sunset Radio, gruppo pop-punk ravennate noto anche ben al di fuori dai confini regionali e anche nazionali, come testimoniano i tour perfino in Giappone. «La canzone – dice il chitarrista Matteo Rossi – parla dell’importanza delle amicizie, specialmente nei momenti bui e infelici».

Il video è diretto dalla squadra di MarshYellow.

Ai domiciliari ma in rubrica ha il numero di un pusher: «È per la pizza da asporto»

Il giudice aveva imposto nessun contatto al di fuori dei familiari e invece il 29enne che stava scondando una condanna a sei anni per detenzione di 11 kg di marijuana riceveva visite e teneva contatti telefonici con un pregiudicato

2018 05 16 PHOTO 00011529Agli arresti domiciliari non avrebbe dovuto avere contatti con nessuno oltre i familiari e invece aveva anche un telefonino con il numero di pregiudicato in rubrica sotto un nome di fantasia e ai carabinieri ha detto che era una pizzeria con consegna a domicilio. I militari del nucleo operativo radiomobile di Faenza hanno arrestato un 29enne per violazione delle disposizioni concesse dal giudice a marzo dopo la condanna a sei anni per detenzione di sostanze stupefacenti. L’uomo infatti era stato arrestato a ottobre del 2017 perché trovato con undici chili di marijuana e 120 grammi di cocaina in un garage in centro usato come laboratorio per il confezionamento delle dosi.

Nel corso dei consueti controlli che i carabinieri hanno effettuato nei confronti del 29enne, è emerso che la sua abitazione era frequentata da personaggi con precedenti per stupefacenti. In un caso uno degli ospitiaveva tentato di nascondersi in bagno mentre in altre due occasioni, i militari lo avevano trovato in compagnia di una donna che aveva anche protestato quando i carabinieri avevano ricordato all’arrestato domiciliare che non poteva ricevere visite, salvo quelle dei parenti. Un’altra volta, mentre i militari arrivavano, lo avevano pizzicato affacciato alla finestra che conversava con un conoscente.

Il gip ha concordato con il pubblico ministero osservando che il 29enne ha dimostrato con le sue violazioni di essere «privo di capacità di autocontrollo», presupposto imprescindibile per poter beneficiare della misura domiciliare, così ha ordinato ai carabinieri di riaccompagnarlo in carcere a Ravenna.

Un palazzo del cinema senza film e quell’insegna dimenticata al Cinemacity

Il rapporto travagliato del Comune di Ravenna con la settima arte. Il dirigente comunale: «Stiamo ragionando su un maggiore uso cinematografico dello spazio in Largo Firenze»

CityEra il 2010 quando il Comune metteva nero su bianco l’intenzione di far diventare il Palazzo dei Congressi di Largo Firenze, un palazzo del Cinema. Da allora sono stati spesi, in più tranche e con non pochi problemi, oltre 200mila euro per la ”trasformarzione”. Eppure oggi, anno 2018, al Palazzo del Cinema si svolgono appena tre rassegne l’anno: il Nightmare, il Soundscreen e “Per non morire di televisione”. In tutto non si arriva alle trenta giornate l’anno di programmazione. Le nuove convenzioni culturali infatti includono anche il festival Sogni, che resta saldamente al Rasi, e Italsar, che incentra l’attività nella sua sala al Mariani.

Ne chiediamo conto al dirigente alla Cultura Maurizio Tarantino che ha ereditato questa situazione. «L’ipotesi di un potenziamento delle attività cinematografiche al Palazzo dei congressi è tra quelle che stiamo valutando. Naturalmente si tratta di una valutazione complessa che va oltre le mere scelte di politica culturale coinvolgendo questioni di tipo gestionale e rapporti con altre istituzioni». Chissà dunque che in futuro, il Palazzo dei congressi, possa davvero diventare il palazzo del Cinema che tale non è nato e, nonostante il lifting, non è mai diventato del tutto.

Di sicuro, non sarà direttamente il Comune a gestire un’eventuale nuova programmazione, anche perché l’ufficio Cinema così come è esistito per tanto tempo è stato riassorbito nel più generale “Ufficio politiche culturali” da Tarantino stesso. «Le convenzioni che regolano le attività cinematografiche sono come quelle che regolano il teatro o la musica, eppure non abbiamo uffici dedicati specificatamente all’uno o all’altra, la necessità di ufficio apposito per il cinema è dunque oggi superata».

Resta però una curiosa anomalia di cui abbiamo chiesto conto al Comune: perché sulla facciata nord della multisala Cinemacity campeggia ancora l’insegna che indica lì l’Ufficio Cinema dell’Amministrazione (dove in effetti è stato ospitato per qualche anno dopo l’inaugurazione della multisala)? Da Palazzo Merlato ci spiegano che da cinque anni hanno chiesto alla proprietà di rimuoverlo, ma ancora non è stato fatto, lì, però, di comunale non c’è più nulla. E l’archivio? «Perfettamente conservato in Classense», ci rassicura il dirigente.

Ancarani: «Per il Pd è più facile chiedere verità per Regeni che per Rossi di Mps»

Il consigliere comunale di Forza Italia commenta la bocciatura del suo ordine del giorno che proponeva di esporre uno striscione sul balcone del municipio sul caso controverso della morte del dirigente bancario, sulla scia di quanto fatto per il ricercatore ammazzato in Egitto

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David Rossi: a sinistra il suo corpo dopo la caduta dalla finestra

«Per la maggioranza che governa Ravenna chissenefrega se un poveretto probabilmente è stato buttato giù dalla finestra perché sapeva cosa che non andavano dette, meglio parlare di un ricercatore ucciso in un paese straniero da un regime non democratico». Alberto Ancarani, consigliere comunale di Forza Italia, commenta così la bocciatura del suo ordine del giorno con cui chiedeva di esporre al balcone del municipio uno striscione con la scritta “Verità e giustizia per David Rossi” sull’esempio di quanto accaditp a gennaio per Giulio Regeni.

«Il voto rappresenta la certificazione della totale disonestà intellettuale che alberga dalle parti della maggioranza – attacca il forzista –. La tesi con la quale il Pd ha bocciato la richiesta è la seguente: la magistratura italiana ha deciso che Rossi, capo comunicazione della banca Montepaschi di Siena, si è suicidato mentre Regeni è stato assassinato. Le arcinote ipotesi alternative, comprese certe possibili lacune investigative della magistratura senese, in questo caso non sono state prese in considerazione. Com’è noto Mps era un feudo politico del Pd che attraverso l’omonima fondazione ne ha governato i destini, e dunque ne ha causato le perdite, per decenni. Probabilmente i colleghi di partito di Ravenna preferiscono che della loro ex banca non si parli più».

Ancarani ricorda poi che nella consiliatura precedente la maggioranza dello stesso colore aveva bocciato un altro odg a firma azzurra per chiedere di appendere uno striscione per chiedere la liberazione dei Marò, «dopo che ne erano stati appesi vari per Rossella Urru, per le due Simone e per varie cause terzomondiste e dunque considerate sufficientemente politically correct da avere dignità per poter deturpare il balcone di un municipio governato dal Pd. Per Forza Italia la facciata del municipio non dovrebbe mai essere usata per simili campagne. Ma se si sceglie di farne una a maggioranza, non ci si indigni se l’opposizione ne propone un’altra».

Lo striscione per Regeni, nell’ambito della campagna sostenuta da Amnesty, era stato al centro di un equivoco innescato da una mossa maliziosa di Ancarani su Facebook. Il messaggio venne esposto in occasione dei due anni dalla morte e quando un messo comunale lo rimosse come previsto dalla tempistica, il forzista fece una foto e la pubblicò sui social scatenando la reazione di chi interpretarono quella foto con un messaggio ambiguo come la celebrazione di un blitz autonomo per la rimozione. In quel caso il sindaco dichiarò che «la facciata del Comune è a disposizione di tutte le battaglie di civiltà».

Portava i clienti in casa e i complici li rapinavano: prostituta arrestata a Faenza

In manette una 25enne rintracciata in una struttura ricettiva. Le rapine risalgono al mese di marzo nel territorio di Treviso ma già nel 2015 era stata allontanata dal Ravennate per aver picchiato una lucciola rivale

ProstitutePortava i clienti adescati in un appartamento dove due complici li rapinavano portando via ogni tipo di valore. La polizia ha arrestato una 25enne romena, anagraficamente residente a Ravenna ma di fatto senza fissa dimora, perché destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata continuata in concorso. La ragazza è stata trovata in una struttura ricettiva di Faenza.

L’ordinanza di custodia cautelare era stata emessa dal gip del tribunale di Treviso per episodi commessi in quella provincia nel mese di marzo di quest’anno. La 25enne era già nota agli investigatori del commissariato di Faenza perché nel 2015 era stata denunciata per lesioni in concorso ai danni di una prostituta albanese che era stata aggredita da altre sue colleghe. Il questore di Ravenna aveva emesso nei suoi confronti un divieto di dimora nei comuni di Faenza e Castelbolognese.

Anziani, disabili e poveri: dalla Regione 152mila euro a bando per il terzo settore

In totale 1,7 milioni di euro di risorse statali destinate all’Emilia-Romagna e ripartite tra tutte le province in base al numero di cittadini residenti. C’è tempo fino al 14 luglio per fare domanda

Anziano SoloDue mesi per presentare proposte in grado rispondere ai bisogni delle persone più fragili. È il tempo a disposizione degli enti del terzo settore per concorrere, attraverso idee e progetti, a rendere più innovativo il welfare dell’Emilia-Romagna. L’occasione è offerta dal bando di oltre 1,7 milioni di euro approvato dalla Giunta regionale e aperto fino al 14 luglio, che stabilisce criteri e risorse disponibili a livello provinciale per la realizzazione di progetti in ambito sociale. Alla provincia di Ravenna sono destinati 152mila euro.

Si va dall’assistenza socio-sanitaria all’inclusione sociale delle persone disabili e non autosufficienti, dall’integrazione dei migranti all’inserimento lavorativo delle fasce deboli della popolazione. E, ancora, dagli interventi a favore dei cittadini che vivono in povertà assoluta o senza fissa dimora, fino al coinvolgimento degli anziani, a voltesoli e isolati, in attività di socializzazione. I fondi sono stati messi a disposizione delle Regioni dal Governo proprio per favorire la realizzazione di interventi particolarmente innovativi da parte del Terzo settore; una realtà che in Emilia-Romagna comprende 3.086 organizzazioni di volontariato e 4.283 associazioni di promozione sociale. Nella costruzione dei progetti potranno essere coinvolti anche soggetti pubblici e privati del territorio.

Il numero dei progetti realizzabili da parte delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale potrà variare, a livello locale, in base ai singoli budget territoriali messi a disposizione. Il finanziamento regionale richiesto, per ciascuno di essi, non potrà essere inferiore a 12 mila euro né superare l’importo di 22.500 euro. Per presentare i progetti e richiedere i contributi occorre seguire la procedura indicata qui e utilizzare, obbligatoriamente, la modulistica allegata. Il bando scade alle ore 12 del 14 luglio 2018. Le domande dovranno essere presentate contestualmente alla Regione Emilia-Romagna (tramite posta certificata all’indirizzo segrspa@postacert.regione.emilia-romagna.it o via mail a mario.ansaloni@regione.emilia-romagna.it) e agli Uffici di Piano referenti per i Distretti socio-sanitari (gli indirizzi sempre sul sito regionale).

La storia del paese raccontata da nuovi murales. E i residenti ospitano gli artisti

Continua il progetto “Dal museo al paesaggio”: entro l’estate sei opere realizzate da otto street artist

Il Murale Di Mina Hamada E Zosen Bandido A CotignolaA Cotignola si amplia la mappa del progetto “Dal museo al paesaggio”, ideato dal Comune di Cotignola per raccontare la storia del paese attraverso opere di street art sui muri più bisognosi di riqualificazione: Reve Più, Mina Hamada, Zosen Bandido, Martoz, Gola Hundun, Tellas, Nicola Alessandrini e Giò Pistone sono i nomi degli otto artisti che dal 20 maggio realizzeranno sei nuovi murales prima dell’estate.

Il primo artista ad arrivare sarà Reve Più che dal 18 al 20 maggio realizzerà un’opera su un muro visibile solo dall’interno del municipio, il cui tema è la connessione tra il mondo naturale e la storia locale, con il coinvolgimento delle nuove generazioni.

Seguiranno Mina Hamada e Zosen Bandido (dal 20 al 26 maggio), Gola Hundun e Tellas (dal 21 al 28 maggio), Nicola Alessandrini (dal 24 al 28 maggio), Martoz (dal 28 al 31 maggio) e Giò Pistone (dal 28 maggio al 4 giugno).

Tratto distintivo delle iniziative di street art a Cotignola è l’ospitalità dei cotignolesi durante i giorni di permanenza in paese degli artisti, gradita occasione di conoscenza reciproca e di scambio: chi fosse interessato ad accogliere a pranzo e/o a cena uno o più artisti può contattare l’Ufficio Cultura del Comune di Cotignola al numero 0545-908826, email cultura@comune.cotignola.ra.it.

Sabato 19 maggio alle 14 ci sarà una nuova escursione urbana alla scoperta dei murales. Il ritrovo è al parcheggio del campo sportivo di via Cenacchio, da cui partirà la passeggiata fatta di nove tappe, per scoprire altrettanti murales (anzi, qualcuno in più) realizzati negli ultimi cinque anni; l’ultima tappa prevede l’incontro con l’artista Reve Più, all’opera per la realizzazione di un nuovo murale vicino alla piazza centrale di Cotignola. L’escursione, della durata di circa 3 ore, è adatta a tutte le età; il percorso è di circa 5,5 km; i minorenni sono ammessi se accompagnati. Si consiglia di indossare scarpe comode (da ginnastica o scarponcini) e di portare almeno 1,5 litri d’acqua; sono previsti tratti su percorsi non asfaltati. Cani ammessi purché di buona indole e condotti al guinzaglio. Conduce Matteo Mingazzini, guida ambientale escursionistica. La partecipazione costa 3 euro a persona (gratis per bambini fino ai 12 anni), con prenotazione obbligatoria al 349 3523188 entro le 18 di venerdì 18 maggio.

Abiti firmati tarocchi comprati via web, sanzioni fino a 7mila euro per 104 clienti

Operazione “Quattro chiacchiere”: Facebook e Whatsapp usati per accordarsi poi i pagamenti con ricariche Postepay e le spedizioni tenendo nascosti i magazzini dei fornitori. Denunciate anche 68 persone dell’organizzazione illecita

WhatsappMaterial1Usavano Facebook come vetrina virtuale per mostrare capi di abbigliamento e accessori firmati a prezzi stracciati poi tenevano i contatti con gli interessati all’acquisto via Whatsapp e dopo aver ricevuto il pagamento su una carta Postepay si facevano spedire da un fornitore la merce tarocca per consegnarla all’aquirente finale. In buona sostanza era questa l’organizzazione messa in piedi da una ramificata organizzazione che sfruttava i social network per piazzare prodotti contraffatti su tutto il territorio nazionale: la guardia di finanza di Ravenna, coordinata dal sostituto procuratore Lucrezia Ciriello, ha denunciato 68 persone (10 fornitori e 58 rivenditori) per i reati di contraffazione e di ricettazione. In circa un anno e mezzo di attività illecita, secondo i Finanzieri, l’organizzazione avrebbe prodotto un fatturato di oltre 600mila euro in nero. Anche agli acquirenti finali individuati, 104 persone, sarà contestata la violazione amministrativa prevista per l’incauto acquisto, che prevede una sanzione pecuniaria da 100 a 7.000 euro.

L’operazione “Quattro chiacchiere”, dal nome di uno dei gruppi di Whatsapp creato tra fornitori e rivenditori, è partita monitorando l’attività su Facebook di una donna di Riolo Terme. Nel corso della perquisizione della sua abitazione le Fiamme Gialle hanno effettivamente individuato un considerevole quantitativo di merce contraffatta. I marchi erano i più noti del panorama dell’alta moda e non solo: Louis Vuitton, Gucci, Prada, Michael Kors, Colmar, Moncler, Liu Jo, Adidas e Nike.

FotoÈ stato sequestrato il telefono cellulare dell’indagata ed è saltato fuori tutto un mondo di affari illeciti: un’estesa rete di rapporti tra alcuni soggetti fornitori di capi di abbigliamento taroccati, operanti nelle province di Napoli e Salerno, ed una pluralità di rivenditori dislocati su tutto il territorio nazionale, tra i quali anche la donna di Riolo.

Per preservare la riservatezza dei fornitori della merce illegale, nella totalità dei casi agli spedizionieri nazionali incaricati della consegna del pacco contenente i falsi articoli non veniva comunicato il reale indirizzo del mittente, ma un indirizzo fittizio; stratagemma che tuttavia non ha impedito alle Fiamme Gialle di individuare nei magazzini dei corrieri i plichi in partenza verso i rivenditori, che sono stati sottoposti a sequestro.

Ecco la motonave che collega Ravenna al mare: orari, prezzi e info utili

A bordo sarà possibile portare la bici e consumare colazioni e aperitivi

MOTONAVE

Inaugurata giovedì 17 maggio la motonave Stella Polare, che collegherà la darsena di Ravenna a Porto Corsini e a Marina di Ravenna.

Il servizio sarà disponibile tra una decina di giorni, secondo quanto spiegato in mattinata durante il taglio del nastro a cui ha partecipato l’amministrazione. Mancano gli ultimi dettagli tecnico-burocratici.

Nel dettaglio, sono circa 130 i posti per i passeggeri e una settantina quelli a disposizioni per le biciclette, per cui è richiesta una maggiorazione di 2 euro sul biglietto che costerà 5 euro per la corsa singola e 8 euro andata e ritorno (gratis i bambini fino a 10 anni). Biciclette saranno noleggiate anche sul posto.
Corse sono in programma tutti i giorni con partenze da Ravenna alle 8 (l’orario è ancora da definire e potrebbe essere leggermente ritardato) e alle 14.30, la domenica anche alle 18.30 e alle 21.30, il venerdì e il sabato anche alle 23. Da Marina di Ravenna il ritorno è in programma alle 12 e alle 18.30, la domenica anche alle 16.30, alle 20 e alle 23 e, a partire da giugno, il sabato e la domenica anche un ritorno in città quasi all’alba, con partenza da Marina alle 4 del mattino.

A Porto Corsini la motonave ferma nell’ex imbarco del traghetto mentre a Marina di Ravenna in un primo momento si supererà il molo per ormeggiare in un circolo mentre, in futuro, la fermata deputata sarà il bacino pescherecci, sotto al faro.

La durata del percorso è di quasi un’ora.

Sarà possibile consumare a bordo colazioni, aperitivi, pranzare o cenare. Un servizio, quello dell’aperitivo o della cena a bordo, che sarà disponibile anche nei momenti in cui la motonave resterà ormeggiata in Darsena di città. Franco Gardini, l’imprenditore che ha lanciato il servizio, è il titolare del ristorante Alchimia che si trova a pochi metri dalla testata del canale. «Dopo tanti sforzi finalmente siamo pronti a partire», ha spiegato prima del taglio del nastro del sindaco Michele De Pascale. Il primo cittadino, con una battuta, ha detto a Gardini che «se la metà delle persone che mi chiedevano questo servizio ne usufruirà, la Stella Polare sarà sempre piena».

 

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