domenica
20 Luglio 2025

Trovata bomba a mano in via Castel Raniero: risale alla Seconda guerra mondiale

Ordigno già fatto brillare in una cava. Si indaga per risalire all’uomo che si ritiene abbia abbandonato la granata

Bomba A Mano 2Una bomba a mano della Seconda guerra mondiale è stata trova in via Castel Raniero, nel Faentino. La polizia è subito stata avvertita. L’ordigno è la classica granata ad ananas, di tipo Mk1, munita di sicura e in buono stato di conservazione. La bomba era sull’argine l’argine del fosso di scolo delle acque piovane che si trova fra la sede stradale ed una siepe di confine di una proprietà privata.

L’ordigno è stato recuperato dagli artificieri, di stanza all’aeroporto di Bologna, e fatto brillare in sicurezza all’interno di una cava di Castel San Pietro Terme. Sono in corso le indagini, da parte del Commissariato di Faenza, per individuare la persona che ha abbandonato l’ordigno.

Al museo Nazionale di Ravenna le sale restano chiuse per carenza di personale

Non sono accessibili quelle dedicate all’archeologia del territorio e alla collezione di monete. Nei prossimi mesi decine di reperti saranno trasferiti al nuovo museo di Classe

Museo Nazionale Chiostro Sale chiuse, al Museo Nazionale di Ravenna, per carenza di personale. Una sorta di paradosso che va avanti da tempo e che ci segnala una lettrice delusa dopo aver partecipato a “Domenica al Museo”, l’iniziativa che prevede l’ingresso gratuito nei musei e nei luoghi della cultura statali la prima domenica di ogni mese.

Abbiamo quindi fatto un sopralluogo al museo gestito dal ministero, nel complesso di San Vitale, e la prima sorpresa è che non è presente all’ingresso alcun tipo di piantina o documento con l’itinerario del museo, se non una piccola pubblicazione per bambini.

Museo NazionaleVisitando il museo sono però presenti e ben visibili le indicazioni per esempio per la “Sala delle necropoli”, al piano terra, quella dedicata ai reperti di scavo archeologico del territorio, tra l’altro recentemente riallestita. Ma una volta arrivati all’adiacente “Sala degli affreschi” uno dei pochi addetti presenti nel museo deserto ci informa che quella delle Necropoli è chiusa da tempo per carenza di personale. La direttrice Emanuela Fiori, contattata al telefono, ce lo conferma, sottolineando come sia possibile tenerla aperta solo in occasione di eventi speciali che impegnano più personale, come per esempio è accaduto lo scorso autunno durante la biennale di Ravenna Mosaico.

Proseguendo la visita scopriamo poi che – sempre per carenza di personale – è inaccessibile anche il piano ammezzato e quindi tutta l’ampia “Sala della Numismatica” con monete dall’età romana all’epoca medievale, tra cui il cosiddetto “tesoretto” di via Luca Longhi. «Ma se chiede al custode – ci dice un altro degli addetti, tutti molto disponibili – potete concordare una visita guidata…».

Nei prossimi mesi il Museo Nazionale perderà anche alcuni pezzi: come confermato infatti anche in una recente intervista alla direttrice, l’accordo raggiunto tra ministero e fondazione Ravennantica prevede il trasferimento di 50-60 reperti (tra opere esposte e altre conservate anche nei magazzini, in particolare erme e bronzetti «per noi non connotanti», aveva dichiarato la direttrice) al nuovo museo di Classe che aprirà i battenti come ormai noto il prossimo autunno.

 

L’intelligenza artificiale di Getcoo fa boom online: raccolti 150mila euro in 24 ore

Risultati positivi per la startup fondata dai fratelli Berti a Villanova di Bagnacavallo che ha giocato la carta dell’equity crowdfunding: chi ha scelto di investire otterrà un titolo di partecipazione all’azienda

Stefano E Claudio Berti Di GETCOO
Stefano e Claudio Berti di Getcoo

In 24 ore ha raccolto 150mila euro di investimenti tramite una delle piattaforme online per la raccolta fondi a favore di imprese innovative: è il risultato ottenuto da Getcoo, la startup di Villanova di Bagnacavallo che sviluppa soluzioni di computer vision per l’industria, retail della moda e settore del turismo culturale. La campagna di raccolta è stata lanciata il 19 aprile scorso su Mamacrowd: 70mila euro dopo 4 ore e alla fine della giornata è stato raggiunto l’obiettivo prefissato di 150mila. La campagna si è chiusa con largo anticipo il 7 maggio, dopo solo 19 giorni (invece che 60) e più di 230mila euro.

Getcoo ha scelto di utilizzare il modello equity per il crowdfunding. Gli investitori che contribuiscono alla raccolta ottengono un titolo di partecipazione all’azienda, accedendo a tutti i diritti patrimoniali e amministrativi che ne conseguono. In caso di buon esito l’impresa incassa gli investimenti e procede con il suo business plan, anche se non ci sono – ovviamente – garanzie sul suo successo aziendale. Dal punto di vista delle imprese, il vantaggio è di aprirsi un sistema di finanziamento innovativo e democratico dove l’esito della raccolta dipende solo dalla valutazione sulla qualità del proprio business plan. Per gli investitori il rischio di questo investimento è dato dalla possibilità di perdere soldi quando l’azienda finanziata non riesce a ottenere i risultati sperati.

Il Fondatori Della Startup GETCOO Da Sx Claudio Berti , Jona Sbarzaglia, Roberta Grasso E Stefano Berti
Da sinistra Claudio Berti, Jona Sbarzaglia, Roberta Grasso e Stefano Berti

Getcoo si occupa di intelligenza artificiale: «È una soluzione applicabile a molteplici settori e può dunque affrontare mercati ancora inesplorati dai competitor», afferma Stefano Berti, ceo di Getcroo. Insieme al fratello Claudio è ideatore del progetto e fondatore della startup. Del team fanno parte anche Roberta Grasso, Jona Sbarzaglia e Elisa Bonaccorso. Una scommessa vinta anche per Startup Angels, alias Oreste D’Ambrosio e Marco Petrini, i consulenti che hanno seguito e preparato la startup al round d’investimento. I fondi raccolti saranno impiegati nell’ulteriore sviluppo del progetto di computer vision di Getcoo, che opera già nel mercato industriale e manifatturiero, nel retail della moda per l’identificazione di prodotti esposti in vetrina e nel settore culturale e artistico con l’app turistica Getcoo Travel, che con una foto riconosce monumenti e opere d’arte e fornisce le relative informazioni.

Getcoo è attualmente incubata al Parco Tecnologico Torricelli di Faenza (gestito da Romagna Tech), con una seconda sede operativa a Cresco (il primo spazio di coworking di Ravenna) e precedentemente incubata a Colabora a Ravenna.

Camera Work Off, una mostra fotografica diffusa nei locali del centro storico

Dal 18 al 27 maggio va in scena il progetto collaterale al concorso di fotografia Under 35. Molti gli eventi in programma in 13 luoghi della città

18 05 11 Giulia.Lazzaron RitornoACasa 1I bar del centro storico di Ravenna e lo spazio espositivo Palazzo Rasponi 2 (via Massimo d’Azeglio, 2) saranno, dal 18 al 27 maggio, i luoghi di Camera Work Off, il progetto collaterale a Camera Work, il concorso di fotografia indetto dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna e dall’Università di Bologna – Campus di Ravenna dedicato agli under 35. Il tema dell’ultima edizione è “Quaderni di viaggio: storie di percorsi, cammini, itinerari metaforici”. In concomitanza con la rassegna ufficiale che premia, con la possibilità di esporre, i vincitori del concorso, il circuito Off si svilupperà come un piccolo festival diffuso di fotografia, un percorso per la città alla scoperta degli artisti che hanno partecipato alla call del Comune, senza però posizionarsi ai primi posti.

L’apertura è in programma venerdì 18 maggio alle ore 18 a Palazzo Rasponi 2 con l’inaugurazione della mostra collettiva ufficiale di Camera Work, composta dai quarti classificati ex aequo. L’evento sarà arricchito da un deejay set. Alle ore 19 il Bar Il Nazionale ospiterà Daniele Aguzzoli e il suo “Matte Black”: 27 anni, di Reggio Emilia, Aguzzoli ha abbinato a ogni scatto una canzone, scelta dal protagonista della foto. Esperimento che replicherà per il pubblico, con una performance che consisterà nell’allestire uno spazio fotografico nel quale ritrarre le persone interessate sulle note delle loro canzoni preferite. Dal pomeriggio, nel bar Fresco (via IV Novembre, 51), si potrà visitare la mostra “Aleph” del ventenne milanese Emanuele Dainotti, che ha raccontato un viaggio negli Stati Uniti d’America del quale non viene mostrato nulla, visto che il soggetto si nasconde dietro il capo della ragazza che ha compiuto il viaggio. I partecipanti potranno partecipare all’happening interattivo “Frame yourself” che darà la possibilità di scattarsi selfie e fotografie all’interno di una grande cornice, condividendo gli scatti su Facebook e Instagram con gli hashtag #palazzorasponi2, #camerawork2018, #circuitoff, #selfiealfresco #emanueledainotti.

Sabato 19 maggio alle ore 18, al Grinder Coffee Lab (via di Roma, 178), Lanfranco “Moder” Vicari de “Il Lato Oscuro della Costa” intervisterà Gaetano Massa, il 36enne fotografo napoletano autore del libro “Core e lengua. Il rap in Campania e altre storie”. Il lavoro presentato a Ravenna è un reportage di viaggio realizzato nel 2017 all’Hip Hop Kemp Festival, nella Repubblica Ceca. Seguirà una performance di Davide Magelli, studente dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, che in “Viaggio attraverso la mia camera” ha voluto mostrare come luoghi all’apparenza poco familiari siano in realtà ben poco osservati. E che durante l’evento realizzerà degli scatti per un suo futuro progetto personale.

Italy Via Degli Dei 2017
Italy_Via degli Dei_2017

Domenica 20 maggio alle ore 18,30, in occasione della serata del Club Alpino Italiano (Cai), il Fellini Scalino Cinque (piazza Kennedy) esporrà il lavoro “Cammini verticali” dedicato alle scalate e alla montagna come viaggio fisico ma anche interiore. Il progetto è del 26enne Simone Enei, che dialogherà con Samuele Mazzolini della sezione cesenate del Cai. A condurre la conversazione “Altitudini profonde” sarà Giulia Cappellini.

Lunedì 21 maggio alle ore 19 il bar L’Alighieri Caffè (via Gordini, 29) ospiterà l’attrice teatrale Elisabetta Rivalta che interpreterà alcuni pensieri di Luisa Antonangeli, la 34enne romana autrice della mostra “InTo” dedicata alla natura e alla Toscana.

Martedì 22 maggio alle ore 16, da Palazzo Rasponi 2, partirà una caccia al tesoro condotta dalla fotografa Jessica Morelli e pensata per i fotografi under 35. Chi completerà il giro delle mostre del circuito Off nel minore tempo possibile avrà accesso ai premi in palio. Si possono vincere tre Fujifilm Instax Mini 9 e cinque ingressi gratuiti alla mostra “Andante” di Alex Majoli al Museo d’arte della città (Mar). Alle 18,30, al Porta Sisi Cafè (via Mazzini, 68) appuntamento speciale con Vladimir Luxuria, che presenterà il progetto “La storia di D.” di Diletta Allegra Mazza. La 22enne di Torre del Greco ha documentato il percorso di una ragazza cresciuta in un corpo che non sentiva suo, una transizione fisica passata attraverso le terapie ormonali e le decisioni dei giudici per ottenere il consenso alla mastectomia e all’isterectomia. Modera la giornalista Silvia Manzani.

Mercoledì 23 maggio alle ore 18 al Caffè Antica Zecca (via Antica Zecca, 30) si terrà l’evento “SI FEST, opportunità per giovani fotografi”. Mario Beltramini e Giuseppe Pazzaglia dell’associazione Savignano Immagini di Savignano sul Rubicone parleranno di quello che è considerato uno dei più importanti eventi dedicati alla fotografia e all’immagine nel panorama nazionale ed europeo. Modera Valeria Mazzesi, Comune di Ravenna. In concomitanza il bar ospiterà il progetto fotografico “La giusta direzione” di Roberto Turturro, 29enne salernitano, che ha indagato le strade che tutti percorrono, ogni giorno, semplicemente muovendosi.

Giovedì 24 maggio alla Caffetteria Guidarello (via Pasolini 21/A) l’organizzatore di viaggi Michele Costa incontrerà Jessica Francesconi, 27enne di Godo di Russi, che ha documentato il cammino di Santiago a partire da San Jean Pied De Port. Durante la chiacchierata “Consigli di viaggio”, si parlerà di come affrontare un cammino con lo zaino in spalla. Oltre alla mostra “Suseya Ultreya et Suseya” di Jessica Francesconi, si potrà ammirare “Cammino” di Michela Fabbrocino, 32enne salernitana che ha viaggiato dalle pendici francesi all’oceano spagnolo: 900 km a piedi per guardare l’ultimo angolo al nord della Spagna. Conduce Maria Teresa Gatto.
Alle ore 20,30, all’Enoteca BaldoVino (via Tombesi Dall’Ova, 9), la trentenne ravennate Dalila Baldrati presenterà “Apostrofi”, un lavoro fotografico nato per catturare momenti inaspettati che fanno rima con anima.

Venerdì 25 maggio alle ore 21, al Caffè Roma (piazza del Popolo, 17) il fotografo Gigi Montali presenta “Viaggi e fotografia” con i lavori “Tracce di Blues” e “Gibara” e lancerà la preview del Colorno Photolife. Nel locale saranno esposti due lavori: quello sul Ghana di Simona Nasta, 31enne palermitana, e quello sul Myanmar di Chiara Sardelli, 31enne fiorentina.

Camera Work Off si concluderà nel fine settimana. Sabato 26 maggio alle 20, a Palazzo Rasponi 2, con un set fotografico e scatti in libertà si chiuderà Camera School il progetto del PR2 di scuola di fotografia in collaborazione con Giampiero Corelli fotoreporter e Associazione Yakar di Ravenna. Domenica 27 maggio alle ore 18 è previsto, sempre a Palazzo Rasponi 2, il finissage.

Allarme Legambiente: «Glifosato per diserbare le aiuole a ridosso di Porto Corsini»

E il consigliere comunale Ancisi presenta un’interrogazione al sindaco perché teme violazioni del regolamento comunale

IMG 20180508 WA0003«Dove prima era possibile scorgere fioriture spontanee di Echium vulgaris, Sulla e Ginestra, ora non rimane che un deserto di seccume tipico di una probabile irrorazione di glifosato». Legambiente segnala un trattamento diserbante spietato in alcune aiuole che costeggiano via Baiona a mezzo chilometro da Porto Corsini, all’altezza della Pir. Il circolo Matelda si chiede la motivazione di tale gestione così superficiale e assolutamente non sostenibile da un punto di vista ambientale ed anche sanitario delle suddette aree e cosa può giustificare un intervento di tale portata. La segnalazione dell’associazione ambientalista è stata ripresa dal consigliere comunale Alvaro Ancisi (Lpr) che ha presentato un’interrogazione al sindaco per avere chiarimenti.

Teme che si possa trattare di glifosato, Legambiente ricorda che il principio attivo è oggetto di forte dibattito da quando nel 2015 la Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) lo ha definito un potenziale cancerogeno per l’uomo: «Non solo dannoso per l’uomo, ma per l’ecosistema intero, in quanto il suo metabolita è poi rintracciabile nei corsi d’acqua. Proprio per queste ragioni, nell’ambito pubblico sono state imposte delle restrizioni al suo utilizzo. Anche se si tratta di area privata, è comunque nell’interesse dei cittadini che abitano le zone vicine».

IMG 20180508 WA0001Per il consigliere di opposizione, anche di presidente della commissione consiliare “Ambiente, sanità pubblica e qualità della vita”, il fatto sembra poter riguardare il rispetto del regolamento del Verde vigente nel Comune di Ravenna: «In materia di difesa fito-sanitaria si afferma che “per la lotta contro gli agenti patogeni dovranno essere privilegiate le misure di tipo preventivo, volte a diminuire al massimo le condizioni di stress per le piante, migliorandone le condizioni di vita”. Di qui le disposizioni secondo cui “qualora fosse necessario intervenire chimicamente si dovranno preferibilmente utilizzare i principi attivi” quanto meno “non nocivi”; “le dosi d’impiego, l’epoca e le modalità di distribuzione dei prodotti dovranno essere tali da limitare la dispersione dei principi attivi nell’ambiente (macchine irroratrici efficienti, assenza di vento, ecc.)”, “è assolutamente vietato qualsiasi intervento nel periodo della fioritura”». Ancisi chiede al sindaco se intende disporre una verifica di quanto esposto da Legambiente, con particolare riguardo alla valutazione del fatto, in ciò avvalendosi della consulenza tecnica della società Azimut, gestore del verde pubblico comunale, nonché alla titolarità dei terreni in causa.

Operazione in diretta streaming dal reparto di Ortopedia dell’ospedale ravennate

Ad essere operata un’anziana che era stata investita mentre era in bicicletta e aveva riportato traumi a tutti e quattro gli arti

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Una signora di 82 anni è stata operata in diretta streaming da parte del direttore di Ortopedia, Alberto Belluati. L’intervento, effettuato al Santa Maria delle Croci, è stato proiettato  ad un convegno in corso nel centro congressi di Lazise, sulle rive del garda, con oltre 600 partecipanti, che non solo hanno potuto guardare ma anche interagire facendo domande all’equipe.

“La particolarità è che, solitamente, per questi interventi di live surgery si scelgono casi codificati e a bassa complessità, meno rischiosi ma con un risultato formativo però meno ambizioso, poiché la live surgery è un sistema formativo estremamente complesso e gravato spesso da esiti sfavorevoli – spiega il professor Alberto Belluati, direttore dell’unità operativa di Ortopedia di Ravenna dell’Ausl Romagna -. Noi abbiamo invece scelto un caso che rappresenta un esempio della più complessa traumatologia. Si trattava infatti di un paziente di 82 anni investito in bicicletta riportando traumi multipli ai quattro arti. In particolare a sinistra aveva riportato un floating knee ovverosia un ginocchio flottante causato dalla contemporanea frantumazione del femore e della tibia”.

Nel corso dell’intervento di live surgery sono state presentate tecniche di chirurgia mininvasiva con l’applicazione dei più moderni mezzi di sintesi. “In considerazione dell’accurata pianificazione – aggiunge il professor Belluati – non vi sono stati impacci significativi ed in meno di 90 minuti è stata effettuata la sintesi di entrambi le fratture”.

 

Cani in spiaggia, disponibili due aree libere per ospitare gli amici a quattro zampe

Una sarà a Lido di Classe e l’altra a Casal Borsetti. Una decina gli stabilimenti balneari che accolgono Fido

Cane In SpiaggiaSono stati individuati dal Comune anche per il 2018 due tratti di spiaggia libera dove consentire l’accesso ai cani durante l’estate. La prima area è a Casalborsetti, nel tratto di spiaggia libera della lunghezza di circa 100 metri a sud dello stabilimento balneare Overbeach, che è stato ampliato di 30 metri rispetto alla scorsa estate. La seconda si trova invece a Lido di Classe nel tratto di spiaggia libera della lunghezza di circa 30 metri a nord della scogliera trasversale alla foce del fiume Savio. L’utilizzo di tali aree, definito dall’apposita ordinanza, è consentito dall’alba al tramonto, da domani, 12 maggio fino al 30 settembre.

Le regole Potranno accedere alle spiagge esclusivamente i cani regolarmente iscritti all’anagrafe canina, dovranno essere mantenuti al guinzaglio, non dovranno arrecare disturbo al vicinato, non dovranno manifestare aggressività verso gli altri soggetti contemporaneamente presenti; potranno fare il bagno in mare nello specchio acqueo antistante i tratti di spiaggia sopraindicati e devono essere esenti da infestazioni di pulci, zecche o altri parassiti. E’ interdetto l’accesso ai cani femmina in calore. Il proprietario dovrà essere munito di paletta/raccoglitore per le deiezioni del proprio animale da riporre nei contenitori appositamente installati. Le due aree non sono dotate di ombreggio, acqua e servizio di salvataggio, per cui sarà sempre cura del proprietario, per il benessere dell’animale, creare zone d’ombra e provvedere alla fornitura di acqua per l’abbeverata e la docciatura.

Gli stbilimenti Intanto stanno pervenendo agli uffici del Comune anche le istanze degli stabilimenti balneari disposti da ospitare gli amici a quattro zampe dei propri clienti. Ecco di seguito l’elenco provvisorio: a Casalborsetti: bagni Conchiglia e Romeo; a Lido Adriano: bagno Arcobaleno; a Lido di Classe: bagni Cajo loco, Gustofino beach by bagno Vanni, Jamaica beach; a Lido di Dante: bagno Classe; a Marina di Ravenna: bagno Duna degli orsi; a Punta Marina: bagni Adriano, Dolce vita beach club, Ettore e Profumo di mare.

Marescotti: «Ritiro il mio voto per i 5 Stelle. Vanno a destra, come il Pd…»

Il noto attore interviene sull’alleanza tra Movimento e Lega, dopo che in gennaio aveva annunciato la sua intenzione di voto

Ivano MarescottiIvano Marescotti “ritira” il voto per il Movimento 5 Stelle. L’attore di Villanova di Bagnacavallo, storico militante di sinistra, aveva annunciato sui social lo scorso gennaio la propria intenzione di votare alle elezioni i 5 Stelle per «ribaltare il tavolo» e contro un’ulteriore «avanzata della destra». Ora, con il Movimento che di fatto si sta alleando con la Lega di Salvini per formare un nuovo Governo, Marescotti, pungolato da alcuni amici virtuali, sempre su Facebook, ne prende atto. «Lo prendessero tutti», scrive.

E lo fa – citiamo un’agenzia dell’Ansa – dopo aver detto, secondo notizie di stampa, di essere «contrario a questa alleanza, la Lega è partito fascistoide, la peggior destra»; o che «se il M5s fa un governo con la Lega e Berlusconi lascia correre vuol dire che il Cavaliere ha chiesto garanzie e che il Movimento gliele ha date. E allora io che avevo votato 5S ritiro il voto. Vuol dire che vanno a destra, come il Pd».

Sul tema proprio in questi giorni avevamo anche noi pubblicato un piccolo commento nella nostra sezione dei Bomboloni.

 

Storica doppietta di podi in Coppa del Mondo per la baby ravennate Baldassarri

Ginnastica ritmica / A Guadalajara, in Spagna, l’atleta cresciuta nell’Edera vince l’argento alla Palla e il bronzo alle Clavette, giungendo quarta nel concorso generale. Parteciperà al Grand Prix di Holon, in Israele, in programma dal 14 al 18 maggio

Baldassarri Prima Da Sinistra
Milena Baldassarri, prima da sinistra, mostra la medaglia d’argento sul podio (foto FGI)

Vola sempre più in alto la sedicenne Milena Baldassarri, che entra nella storia della ginnastica ritmica italiana a Guadalajara, in Spagna, salendo due volte sul podio e centrando uno splendido quarto posto nell’all around della tappa di Coppa del Mondo disputata il 5 e il 6 maggio. La giovanissima ravennate, cresciuta nell’Edera e dal 2014 punto di forza della Ginnastica Fabriano, nel concorso generale della prima giornata, dove ogni partecipante presenta esibizioni con i quattro attrezzi della ritmica, riesce a conquistare un risultato mai ottenuto prima da nessuno e soprattutto esegue altre eccezionali prestazioni il giorno successivo, qualificandosi in tutte le finali vincendo un argento alla Palla (18.400, prima l’israeliana Ashram con 19.250) e un bronzo alle Clavette (successo della russa Averina con 19.150), oltre a due quinti posti al Cerchio (18.300) e al Nastro (17.450).

Grazie anche a questi risultati Milena Baldassarri parteciperà al prossimo evento internazionale, il Grand Prix di Holon, in Israele, convocata per la competizione della direttrice tecnica della nazionale, Emanuela Maccarani, assieme ad Alexandra Agiurgiuculese. Le due punte di diamante della ritmica individuale azzurra gareggeranno sulla pedana israeliana dal 14 al 18 maggio. La stella della Fabriano sarà accompagnata dall’allenatrice Kristina Ghiurova, mentre la delegazione azzurra sarà guidata dall’ufficiale di gara Marta Pagnini. Si tratta di una gara molto importante per la ravennate in vista di una stagione densa di appuntamenti, con il culmine rappresentato dai campionati europei dei piccoli attrezzi dal 1° al 3 giugno, in Spagna (a Guadalajara), e dal Mondiale di Sofia, in Bulgaria, in programma dal 7 al 16 settembre.

Squadra Edera A Bibbiano
La squadra dell’Edera Ravenna impegnata nella prova regionale

Due argenti per l’Edera Ritmica alle finali nazionali Silver L’Edera Ravenna Ritmica ha partecipato alla seconda prova regionale del campionato di Serie D e d’insieme Silver, disputata sabato scorso a Bibbiano (Reggio Emilia), conquistando due argenti in entrambe le competizioni. La formazione composta da Martina Bondi, Lisa Berlini, Martina Padoan, Martina Striolo e Sibilla Radolovich si è resa protagonista di brillanti performance in entrambe le categorie, migliorando tutti punteggi ottenuti nella prima prova di campionato e centrando i titoli di vicecampionesse regionali nella serie D LC e nella gara d’insieme, categoria base specialità esercizio con 5 palle. La squadra dell’Edera Ravenna ha quindi conquistato la qualificazione alla fase nazionale che si terrà a Rimini a fine giugno.

Torna il mercato della domenica in centro. Un gazebo contro la violenza di genere

Appuntamento il 13 maggio per tutto il giorno. Polizia e Municipale distribuiranno materiale informativo per sensibilizzare la cittadinanza

FariniTorna il mercato domenicale nel centro storico di Ravenna per il secondo dei tre appuntamenti previsti da aprile a giugno: appuntamento il 13 maggio dalle 8.30 alle 19.30 nel quartiere Farini: dall’incrocio con via di Roma al piazzale davanti alla stazione ferroviaria e in piazza Mameli saranno allestite e si proporranno ai visitatori circa 60 bancarelle con diverse merceologie. La manifestazione, denominata “Il Consorzio fa centro”, è organizzata dal consorzio “Il Mercato” in accordo con l’assessorato alle Attività produttive del Comune.

La polizia di Stato, in collaborazione con la Municipale, allestirà un gazebo all’interno dei giardini Speyer per un’azione di sensibilizzazione sulla violenza di genere; saranno altresì posti in vendita i biglietti di una lotteria con estrazione prevista durante l’edizione del mercato del 3 giugno, intorno alle 17. Il ricavato della vendita dei biglietti della lotteria sarà destinato alla realizzazione di materiale divulgativo sulla violenza di genere. «Si tratta di un’iniziativa – afferma il vicesindaco e assessore con delega alla Sicurezza Eugenio Fusignani – che sta accompagnando le tre giornate delle fiere in centro con l’intento di focalizzare l’attenzione su un argomento purtroppo di stretta attualità come la violenza contro le donne durante appuntamenti frequentati come i mercati. Con l’occasione ringrazio la polizia di Stato per la sinergia e la collaborazione che sempre pone in essere insieme alla Municipale, pur nel rispetto dei diversi ruoli e competenze, e, nel caso specifico, la dirigente della divisione anticrimine Fiorenza Maffei». I premi, offerti dal Consorzio “Il Mercato”, in collaborazione con la Perugina-Nestlè, consisteranno in tre biciclette.

Là dove si fanno 30mila piadine all’ora. E si vendono anche in Australia

Il caso Deco Industrie di Bagnacavallo, con 18 milioni di confezioni inviate in un anno nei supermercati di tutto il mondo (solo una piccola percentuale viene venduta in Romagna): «Con il marchio Igp abbiamo fatto chiarezza ed eliminato prodotti falsi»

Piada
Uno scatto negli stabilimenti della Deco in cui si produce la piadina

Immaginatevi 30mila piadine. Una per ogni residente di Lugo, più o meno. Trentamila piadine, negli stabilimenti di Deco Industrie, vengono sfornate in un’ora. E per 24 ore al giorno se necessario, ininterrottamente. Complessivamente in un anno sono circa 18 milioni le confezioni (da 3, 4 o 5 piadine tra tradizionali, al kamut, “light”, integrali, per una dozzina di tipologie in tutto) prodotte dal gruppo di Bagnacavallo, tra le realtà più importanti che hanno fondato il Consorzio di promozione che ha promosso e ottenuto la certificazione Igp.

Un marchio di qualità di cui si può fregiare ovviamente anche una delle varie tipologie prodotte da Deco (quella che rispetta il disciplinare approvato dall’Unione europea) della ormai celebre “Loriana”, dal nome della signora che, insieme al marito Eolo aprì un laboratorio artigianale a Forlì negli anni sessanta. Nel decennio successivo da quel laboratorio nasce la società Vera Romagna che, confezionata a peso, inizia a commercializzare la piadina a marchio Loriana fuori dai confini regionali, per poi proseguire la propria espansione grazie anche agli spot degli anni novanta con il sottofondo della musica di Casadei, fino all’acquisizione all’inizio degli anni duemila da parte di Deco, che continua a produrla negli stabilimenti di Forlì, su una superficie di 2.500 metri quadrati, occupando (solo per le piadine) oltre cinquanta persone.

A parlarcene è il responsabile Paolo Emilio Schiavetti, che ha vissuto il passaggio tra la “bottega” e quella che oggi è «un’industria tecnologicamente molto avanzata». «Noi pensiamo che tutti possono contribuire a migliorare la visibilità e far conoscere la piadina in Italia e nel mondo – ci dice tornando al marchio Igp fortemente voluto da Deco – e che la certificazione abbia fattto chiarezza e possa contribuire a togliere dal mercato tanti prodotti all’estero che non avevano né arte né parte ma che erano venduti come piadina romagnola. Riteniamo che la piadina industriale non abbia niente da invidiare a una di un chiosco e che le due attività debbano collaborare per far accrescere il successo di questo prodotto che noi otteniamo per esempio da una farina di filiera di grani romagnoli, tracciati, che seminiamo insieme a un consorzio di sementi e a Terremere in determinati terreni facilmente individuabili».

E la produzione vera e propria? Come si produce una piadina industriale? «Rivisitando i procedimenti manuali e storici in chiave industriale – continua Schiavetti –: a mano si impasta un chilo di farina in dieci minuti, con le nostre macchine impastatrici riusciamo invece a fare circa 400 chili di pasta in venti minuti. Poi viene porzionata e stesa, cotta su forni a fiamma diretta che vanno a ricalcare l’idea della piastra e del testo, raffreddata e poi confezionata». Verso supermercati e, in particolare, verso il resto dell’Italia e del mondo. Perché solo una piccola percentuale viene venduta in Romagna. «Difficile essere profeti in patria – sorride Schiavetti –, i nostri mercati principali sono Lombardia e Veneto ma guardando i flussi di vendita ci sono anche molte sorprese, come la Puglia, nonostante abbia tanti prodotti nel campo della panificazione, o il resto d’Europa fino alle vendite negli Stati Uniti e in Australia, grazie in particolare a colonie di italiani espatriate».

Secondo Schiavetti il segreto della piadina è insito nella Romagna, e in particolare nella Riviera. «Chi, almeno tra gli italiani, non è mai stato in vacanza in Romagna? Ecco, io credo che con la piadina le persone cerchino anche di rivivere il ricordo di quella vacanza, una volta tornati a casa…».

«Ermanno Olmi è stato un maestro, lavorare con lui mi ha cambiato la vita»

Le testimonianze di Luna Bendandi, protagonista del film “Centochiodi” con Raz Degan, e di Bruno Bendoni, due (ex) attori ravennati al lavoro con il grande regista scomparso il 5 maggio

Lunabendandi
Luna Bendandi in “Centochiodi” con Raz Degan

È morto il 5 maggio a 86 anni il grande regista bergamasco Ermanno Olmi, considerato da tutti gli addetti ai lavori creatore di un linguaggio personale e fuori da ogni schema nel mondo del cinema, italiano e non solo.

Un «maestro di vita» secondo la cervese Luna Bendandi, oggi 37enne, protagonista del suo film del 2007, Centochiodi, nel ruolo di Zelinda, una ragazza che lavora in panetteria e si infatua di un professore di filosofia della religione interpretato da Raz Degan. «Studiavo recitazione a Roma – ricorda Luna, ora impegnata in un’attività autonoma a Ravenna, lontano dalle luci del cinema – e tramite un’agenzia riuscii a fare un colloquio con i suoi assistenti: dopo due settimane venni contattata per incontrare Olmi in persona, a Bologna».
«Ero molto emozionata – dice Luna a proposito di quel primo incontro –, parlammo parecchio, mi disse quello che avevano visto in me: aveva le idee molto chiare sul mio futuro personaggio nel film». Fu un impegno di due mesi sul set, a cui si sono poi aggiunte due settimane di doppiaggio sulla sua stessa voce. «È stato un lavoro molto impegnativo, formativo e coinvolgente, di quelli che ti cambiano la vita. Ermanno Olmi era una persona fantastica, leale, sincera: aveva, come detto, idee molto precise sulle scene del film, che esprimeva anche attraverso dei disegni, dei veri e propri acquerelli che faceva sul set per mostrarci cosa aveva in mente. Dava un significato profondo a ogni piccolo gesto e così le prove continuavano finché non si arrivava a un risultato ottimale, lasciando comunque spazio anche all’improvvisazione». Terminato il film, Luna ha continuato a scrivergli delle lettere, «a cui lui ha carinamente risposto, anche se adesso era da un paio d’anni che non ci sentivamo. È stato un maestro di vita, è come se avessi girato il film con lui un mese fa: ti faceva vedere il mondo in un modo antico, senza la fretta dei nostri giorni, aveva un’altra concezione del tempo».

A recitare (in una piccola parte ma comunque ben definita) in un film di Olmi è stato anche l’attore ravennate Bruno Bendoni, 58 anni, sul set de Il mestiere delle armi per cinque giorni con 40-50 chili di armatura sempre addosso, o quasi (a fronte di un corrispettivo di 1.500 euro lordi al giorno, ricorda, «anche se per Olmi sarebbe bastato anche solo il rimborso spese»).
«E pensare – ricorda Bendoni – che credo di essere stato vicino a fare il protagonista perché Olmi l’ha poi scelto in corso d’opera, dopo oltre un mese di girato. Durante il provino infatti lo avevo colpito: dopo 6-7 minuti di silenzio, uno davanti all’altro, ebbi un gesto di stizza che lui mi chiese di ripetere più volte. Mi disse che avevo una bella faccia, con una bella cicatrice, e che avremmo sicuramente lavorato insieme. Ma quando mi chiese se mi piaceva comandare, io ingenuamente risposi praticamente di no (il protagonista del film è invece il condottiero Giovanni delle Bande Nere, poi interpretato dal bulgaro Hristo Jivkov, ndr)». Bendoni sorride ancora ripensando a quel provino. «Mi ricordo che ci avevano detto che Olmi cercava gente con facce molto particolari e che avesse dormito non più di 3-4 ore quella notte: io fortunatamente ero già allora devastato dai turni (oltre a recitare in alcuni film anche con autori importanti, infatti, Bendoni non ha mai voluto lasciare la propria occupazione all’Eni, dove lavora tutt’ora che ha abbandonato i set e i palcoscenici, ndr). Il provino era a Rimini e arrivai pure tardi per la fila sull’Adriatica. A colpirmi di Olmi fu in primo luogo il suo aspetto, un gigante, magro, quasi da olimpionico. E poi la sua voce soffusa e una stretta di mano incredibilmente forte. L’Italia ha perso un grandissimo regista, con uno stile unico».

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