lunedì
21 Luglio 2025

Una cerimonia e uno spettacolo per l’eccidio di Madonna dell’Albero

Le celebrazioni per il 71° anniversario. Il 2 dicembre al Bronson va in scena “Acthung Banditi” di Eugenio Sideri

Con una cerimonia pubblica in programma domenica 29 novembre, un evento teatrale aperto a tutta la cittadinanza il 2 dicembre e alcuni appuntamenti nelle scuole, il Comune e l’Anpi commemoreranno, con il consiglio territoriale Ravenna sud e il comitato cittadino di Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero, il 71° anniversario dell’ eccidio di Madonna dell’Albero (27 novembre 1944), la più efferata strage nazista in provincia di Ravenna, nella quale 56 civili furono uccisi da truppe tedesche. Le vittime furono prese nelle case di via Nuova (oggi via 56 Martiri) e radunate in un vicino capanno di canne dove, dall’esterno, vennero mitragliate a morte e poi nascoste sotto il letame. Vi fu un unico superstite, che riuscì a scampare al massacro rifugiandosi in una botte incassata nel terreno. Su 56 vittime 16 erano bambini, 8 anziani, 17 donne, 15 uomini.

Il programma della cerimonia di domenica 29 novembre prevede alle 10 la partenza del corteo, preceduto dal Gonfalone della città e con l’accompagnamento della banda, dal Bronson (ex circolo Endas) di Madonna dell’Albero, in via Cella 50; si raggiungerà prima la parrocchia di Madonna dell’Albero, in via Cella 99, per l’omaggio alla lapide di don Domenico Turci, che il 17 novembre 1944, vigilia del suo trentesimo compleanno, venne sorpreso da una pattuglia tedesca mentre segnalava la presenza di mine con ramoscelli. Il religioso venne arrestato e condotto al comando tedesco di Ravenna. Da allora di lui non si è saputo più nulla e nemmeno il suo corpo è mai stato ritrovato. Il corteo raggiungerà poi il Sacrario dei Martiri, in via 56 Martiri, per la deposizione di corone in memoria delle 56 vittime della barbarie nazista. Dopo il saluto di Antonio Mellini, presidente del consiglio territoriale Ravenna Sud, interverrà per il discorso commemorativo il sindaco Fabrizio Matteucci.

Mercoledì 2 dicembre alle 20.30 al Bronson andrà in scena l’evento teatrale, a ingresso libero, “Achtung banditi! Voci della Resistenza”, di Eugenio Sideri, per della compagnia Lady Godiva Teatro.

Il nuovo rettore Francesco Ubertini in visita al polo di Ravenna

Ad accoglierlo il vicesindaco Mingozzi, con delega all’Università

Nella sua prima uscita ufficiale a Ravenna il nuove rettore dell’università di Bologna, Francesco Ubertini è intervenuto sabato 28 novembre alla seconda sessione dei lavori sulle problematiche giuridiche della gestione ambientale promosso dalla facoltà di giurisprudenza alla Casa Matha.

Ad accoglierlo il vicesindaco Giannantonio Mingozzi e il direttore della fondazione Flaminia Antonio Penso che hanno fatto il quadro della situazione dell’insediamento ravennate in continua crescita sul piano delle immatricolazioni e vicino a raggiungere i 4mila studenti iscritti.

Ubertini ha ringraziato per gli auguri di buon lavoro sottolineando come la Romagna e l’impegno dell’ateneo costituiscano ormai uno dei punti di eccellenza della ricerca e della capacità di inserire le nuove  generazioni nel mondo del lavoro e nelle imprese qualificate.

Ha ringraziato inoltre i docenti che decidono di impegnarsi per sviluppare i campus della Romagna apprezzando nel contempo gli sviluppi positivi dei Dipartimenti di Scienze ambientali, ingegneria, beni culturali, giurisprudenza, e medicina.

Mingozzi ha colto l’occasione infine per informare del fatto che il Comune ha appena licenziato in sede di commissione consiliare lo stanziamento di 200mila euro per ultimare le nuove otto aule a disposizione del corso di scienze ambientali.

A viso scoperto: inaugura la mostra di Fedrigoli al Pancotto di Gambellara

Settanta ritratti tra cui anche Milo Manara. Fino al 31 gennaio

Sabato 28 novembre alle 18 inaugura la mostra “A viso scoperto” del fotografo veronese Enrico Fedrigoli all’Osteria del Pancotto di Gambellara: un catalogo di 70 volti che per due mesi accoglierà spettatori e commensali. Tra i ritratti anche Milo Manara. “A viso scoperto” è una selezione da oltre 200 scatti realizzati dal fotografo ed è a cura di Luigi De Angelis, regista della compagnia teatrale Fanny & Alexander, collaboratore di lunga data di Enrico Fedrigoli.

Nelle due sale principali dell’Osteria gestita da Pierpaolo Spadoni, le numerose fotografie sono esposte in lunghe file che ne ricoprono le pareti: il bar e la sala ristorante saranno riempite dalle stampe in bianco e nero – realizzate dallo stesso Fedrigoli nel suo studio in Sant’Ambrogio di Valpolicella – che ritraggono i volti di diverse personalità. Anche la toilette ospiterà alcune fotografie, ovvero i ritratti di Chiara Lagani (attrice e drammaturga di Fanny & Alexander), Ermanna Montanari (attrice del Teatro delle Albe) e Francesca Proia (danzatrice, anima del gruppo Tanti Cosi Progetti), testimoniando nel luogo più intimo del locale le immagini che hanno dato origine all’intero progetto ritrattristico di Enrico Fedrigoli che punta a raccogliere 400 ritratti finali.
È dal teatro, infatti, che Enrico Fedrigoli attinge la sua esperienza della persona e dunque del volto: nato come fotografo di architettura intorno agli anni ’80, ricordiamo il suo portfolio sulla Darsena di Ravenna pubblicato nel libro Ravenna viso-in-aria a cura di Luigi De Angelis e Marco Martinelli (Longo Editore, 2003), il fotografo si dedica dagli anni ’90 a oggi alla composizione di immagini provenienti dalla scena teatrale contemporanea, realizzate con la tecnica del banco ottico che lo distingue da sempre nel panorama della fotografia di scena.
“A viso scoperto” mette in fila, uno accanto all’altro, volti di persone ritratte con la massima sincerità: non esiste fotoritocco di rughe o imperfezioni della pelle, il soggetto si mostra tale quale a se stesso, “scoperto”, appunto, aperto allo sguardo degli spettatori. Tra i soggetti ritratti, il pubblico potrà riconoscere i volti di personalità dell’arte e del teatro romagnole (oltre ai già citati, anche gli attori Marco Cavalcoli, Roberto Magnani e Sara Masotti) e non solo, tra gli altri il regista e interprete Marco Baliani e il celebre disegnatore Milo Manara. Intervallano questi ritratti e fanno da punti cardinali per l’intera mostra i volti di Pierpaolo Spadoni e dei suoi collaboratori all’Osteria: cuochi, camerieri e baristi si nascondono tra un marmista e un atleta, tra un’operaia e un’adolescente tatuata, accogliendo i commensali con il loro sguardo fisso e un sottile sorriso.
“A viso scoperto” è la seconda ospitalità che l’Osteria del Pancotto riserva a Enrico Fedrigoli, dopo l’esposizone di Mostrata Sia dello scorso anno, il cui soggetto ritratto era l’attrice ravennate Sara Masotti.

Autorità portuale: sì al bilancio per il 2016 Traffici in calo, ma crescono i container

Di Marco: “Fiducioso nel tavolo tecnico del Ministero per l’escavo dei fondali”. E il sindaco boccia le casse di colmata dentro le dighe

Il Comitato Portuale ha approvato all’unanimità, con una sola astensione, il Bilancio previsionale 2016 e del Programma triennale dei lavori 2016-2018 dell’Autorità Portuale di Ravenna.

Si tratta di un bilancio, come ha spiegato il Presidente Galliano Di Marco, con un avanzo di Amministrazione, a fine 2015, di quasi 59 milioni di Euro dei quali oltre 47 milioni saranno utilizzabili per i lavori del Piano Triennale che dovrebbe riguardare il progetto di escavo dei fondali che a oggi non solo non ha preso il via, ma non ha nemmeno trovato un progetto condiviso. L’ultima versione del cosiddetto “Progettone” presentata da Di Marco con le casse di colmata all’interno delle dighe foranee è stata anche di recente bocciata pubblicamente dal primo cittadino che ha già annunciato che non saranno prese decisioni affrettate. In altri termini, pare ormai certo che a prendere in mano le sorti dell’escavo sarà il successore di Di Marco, poiché il mandato del presidente termina a marzo.

La riunione del Comitato è stata anche l’occasione per comunicare l’andamento dei traffici nei primi 10 mesi dell’anno. In questo periodo il traffico complessivo è stato pari a 20.572.876 tonnellate di merce, pari allo 0,8% in meno rispetto all’analogo periodo del 2014.

Il mese di ottobre, seppure peggiore di ottobre 2014, ha fatto registrare la migliore movimentazione mensile del 2015.

Le merci secche hanno segnato un aumento dell’1,7% (223 mila tonnellate in più), in particolare le merci in colli sono cresciute dell’8,2% mentre le rinfuse solide sono diminuite del 2,1%. Le rinfuse liquide hanno fatto registrare una flessione pari al 4,5%. Per quanto riguarda le merci unitizzate, quelle su rotabili sono in calo del 17,8%, mentre quelle in container risultano in aumento del 2,8%.

L’incremento in valore assoluto più evidente è, come nei mesi scorsi, per i prodotti metallurgici, passati da 4.662.212 a 5.215.009 tonnellate (552.797 tonnellate in più) con un incremento pari all’11,9%, quasi tutti coils e provenienti soprattutto da Cina, Russia, Italia (Taranto) e Iran.

Molto positivo anche il dato dei materiali da costruzione (+10,6% pari a 370.386 tonnellate) ed in particolare delle materie prime per le ceramiche, passate da 2,871 a 3,298 milioni di tonnellate (+14,9%).

Per il comparto agroalimentare (derrate alimentari solide e prodotti agricoli, pari a 3.067.066 tonnellate) si è registrata una flessione pari al 14,7%. I cali più significativi sono per le farine di soia e girasole, per il granoturco e per il sorgo. In aumento invece il frumento proveniente in buona parte da Ucraina.

In aumento anche i combustibili minerali solidi (+17,6%) in particolare coke importata dagli USA.

Tra le rinfuse liquide risultano in calo i prodotti chimici (-1,1%), i prodotti petroliferi (-4,9%) e i prodotti alimentari liquidi (-6,8%), soprattutto olii.

Ottimo risultato per il traffico container che con 206.299 TEUs, ha registrato 20.769 TEUs in più (+11,9%) rispetto allo scorso anno. In particolare l’aumento è stato pari a 7.340 TEUs per i pieni (+5,3%) e 13.429 per i vuoti (+28,4%). Il mese con 24.954 TEUs movimentati ha superato il traffico di ottobre 2014, che era stato pari a 21.869 TEUs.

Per quanto riguarda i traghetti, il numero dei trailer movimentati da gennaio ad ottobre è stato pari a 57.182 contro i 65.939 del 2014 (-13,3%), ma ottobre finalmente ha mostrato una netta ripresa (+17,7% per Ro-Ro) dovuta al ritorno a pieno regime della linea per la Grecia.

“I risultati di Bilancio – dichiara Galliano Di Marco, Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna – sono molto positivi sia sul fronte dei ricavi che sul fronte dei costi operativi. Continuiamo ad essere l’Autorità Portuale a più basso costo medio unitario d’Italia ed i ricavi da tasse portuali e canoni sono in linea con quelli del 2014. Il traffico sta recuperando gradatamente dopo un primo semestre in netto calo e fa piacere constatare che i TEUs sono in ottima salute (+14,1% in ottobre, +11,2% nei primi 10 mesi) nonostante i problemi in Avamporto causati dall’alluvione del febbraio scorso, e ai quali, a breve, si sarà posto rimedio. Se continuerà il trend dei primi 10 mesi, è ragionevole ipotizzare che il 2015 sarà, per il settore dei contenitori, l’anno record nella storia del Porto di Ravenna. Anche nel settore dei traghetti si sta tornando ai livelli del 2014 con la ripresa, in ottobre, della linea per la Grecia a pieno regime. L’Outlook del nostro porto purtroppo non può essere stabile, se non si risolve al più presto il problema dei fondali, per la qual cosa confido nel lavoro che porteremo avanti nel Tavolo Tecnico istituito al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la cui prima riunione, tenutasi qualche giorno fa, giudico molto positiva ed incoraggiante.”

Il fenomeno Escile sbarca al Kojak Cachet da 2mila euro per Javorcekova

La modella 25enne è diventata una celebrità online rispondendo con furbizia alla campagna per farle mostrare il seno. Ora è in tour

Con un cognome impronunciabile, la notorietà per la ragazza è arrivata sul web grazie al sgrammaticato utilizzo del verbo uscire come transitivo: l’adesione all’esortazione «escile» (servono dettagli per intuire il senso?) ha fatto di Lucia Javorcekova – 25enne fotomodella slovacca, sposata e madre, seno rifatto per un 93-60-90 – un fenomeno uscito dagli schermi di telefonini e pc per arrivare ai divanetti dei locali come quelli del Kojak di Porto Fuori che la accoglieranno il 28 novembre. Con un cachet che un paio di mesi fa, quando la discoteca ravennate chiuse il contratto, si aggirava sui duemila euro. Sgombriamo il campo dai dubbi: al Kojak non le uscirà. Dispenserà sorrisi a uso e consumo dei selfie e tanti saluti. È una storia di grammatica, di social network e di marketing quella di Lucia Javorcekova. Lucia chi?, appunto. Quella del tormentone “escile” è più chiaro?

Urge riassunto per sommi capi necessario alla compresione del perché la slovacca, ignota all’Italia fino a pochi mesi fa, stia ora facendo un tour per locali notturni come nemmeno facevano i primi reduci del Grande Fratello. È successo in poche settimane, come vuole la velocità del web. A un certo punto dalla pagina Facebook “Commenti memorabili” – una sorta di stupidiario delle chicche online con una milionata di fan – è partita una campagna all’indirizzo della giunonica Lucia sintetizzata da un hashtag: #escileminne o più semplicemente #escile. Se fosse Dolce stil novo suonerebbe come “Gentile Lucia, sarebbe così cortese da mostrare il suo seno?”. Sia chiara una cosa, non è che la ragazza non lo avesse mai mostrato prima di allora: di mestiere fa la modella di nudo e basta Google per osservare il suo lavoro. Ma il giochino sta tutto sul social. E lei, a differenza di altre che in precedenza avevano ignorato l’invito o addirittura rimosso i commenti birichini, ha cominciato a giocarci con autoironia. Col senno di poi bisogna dire che la mossa è stata scaltra (non farebbe serate da duemila e passa euro). Non è cosa nota se sia lei una brillante social media manager di se stessa oppure abbia un ottimo social media manager. Fatto sta che prima ha chiesto cosa volesse dire “escile” o “minne” scatenando orde di esultanza caciarona sul web. Poi ha scritto cose tipo “We are on Facebook, so if i don’t want to be suspended for 30 days i cannot #escile”. Traduzione: “Siamo su Fb (che per policy vieta immagini di seni femminili che mostrino capezzoli, ndr) quindi se non voglio essere sospesa per 30 giorni non posso uscirle”. Però la donzella ci ha ripensato e le ha uscite. E forse non sarà servito un geniale community manager per intuire che poteva valere la pena anche farsi sospendere la pagina Fb (anche perché non era proprio uno scoop il topless). Foto postata, pioggia torrenziale di like, sito web della modella in tilt e fanpage sospesa come previsto. Ma chissene: a quel punto il fenomeno è creato. È diventata virale, vi dicono quelli bravi che ne capiscono di web. Gli hashtag si sono moltiplicati come funghi e accanto a #escile sono comparsi #santalucia #mozzarellona. A beatificare la modella è arrivata la trasmissione Le Iene: due inviati a Bratislava a casa della modella che le ha uscite a favore di telecamera. E lì il cachet è rimbalzato in alto per chi vorrà averla ospite.

La vicenda è simbolicamente significativa dei tempi odierni. Con il coordinamento di un’agenzia è cominciato un vero e proprio #escile tour per le discoteche di mezza Italia. Per un motivo molto semplice che riassumono gli organizzatori della serata Kojak: «La nostra clientela è fatta di ventenni e per i ventenni oggi c’è Facebook». A proposito della serata del 30 ottobre a Paladina (Bergamo), il Corriere della Sera ha scritto: «Lucia ha chiesto un albergo con almeno quattro stelle, un driver a disposizione e il servizio d’ordine rafforzato. Il suo cachet è di 2.500 euro, spese incluse. Ma non rilascia interviste: non ne ha mai fatte e la prima che rilascerà sarà a pagamento». Al Kojak il cachet è inferiore, avendo chiuso il contratto prima del boom di notorietà. A Porto Fuori non le uscirà, come detto. Come non lo ha fatto in tutti i locali dove finora è andata. Comparirà agli occhi del pubblico verso l’1, arrivando direttamente da Rimini con il suo autista e ripartirà subito dopo diretta a Milano dove l’attende una serata per la domenica. A curarle l’agenda c’è un’agenzia che ha colto la potenzialità del momento e cavalca i mesi di viralità del nome e dell’hashtag diventato ormai un brand: si firma un contratto che prevede l’orario dell’ospitata, la distanza minima in km dove potrà tenersi l’evento successivo e quello precedente per garantirsi un minimo di esclusiva, si versa un anticipo e si salda a fine serata.

Sesso con minori, pena ridotta per Desio In Appello 8 anni e 8 mesi all’ex parroco

In primo grado la sentenza era stata di due anni in più I fatti risalgono tra il 2010 e il 2014. Il 52enne è ai domiciliari

In Appello è arrivata una riduzione della pena di due anni per Giovanni Desio, il 52enne condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi per aver avuto rapporti sessuali consenzienti con quattro minori di 16 anni tra il 2010 e il 2014 quando era parroco di Casalborsetti e quindi avendone l’affidamento in quanto parrocchiani o suoi ospiti (condizione, quest’ultima dell’affidamento, necessaria per il reato di violenza sessuale nei confronti di minori di 16 anni).

L’indagine condotta dalla squadra mobile di Ravenna era partita un paio di mesi prima dell’arresto avvenuto ad aprile 2014, dalla denuncia di un genitore di un bambino della località rivierasca che aveva confessato al padre di aver dato le credenziali di accesso al proprio profilo Facebook al prete che lo aveva poi utilizzato per rilanciare la propria immagine dopo un volo nel canale del paese con il suo suv Bmw nuovo da 35 mila euro e un tasso alcolemico di quasi quattro volte i limiti.

Desio oggi è ai domiciliari in Umbria e da lì avrebbe creato un nuovo profilo su Facebook pubblicando alcune sue foto e avviando alcuni contatti con altri utenti che l’avrebbero riconosciuto. La circostanza emerge dalle pagine di Resto del Carlino e Corriere Romagna.

Legacoop: «Alcune banche non hanno sostenuto il piano per salvare Ctf»

La replica alle accuse della Lega per il destino dell’azienda trasporti
«Ricollocati 130 addetti e ammortizzatori sociali per gli altri 30»

«Il piano per la ristrutturazione del debito con le banche che aveva riacceso, in molti, la speranza di un salvataggio, non ha purtroppo incontrato il necessario sostegno da parte di alcuni istituti di credito». Si spiega anche così, secondo Legacoop Romagna, la liquidazione coatta amministrativa decisa dal tribunale di Ravenna per il Ctf, Consorzio trasporti Faenza. Era stata la Lega Nord a puntare il dito contro Legacoop per presunte mancanze nelle fasi cruciali per tentare un salvataggio.

«Le difficoltà del gruppo Ctf – si legge ancora nella nota scritta diffusa da Legacoop – sono strettamente connesse alla crisi generale che ha colpito il settore delle costruzioni, la movimentazione terra, le cave e i trasporti nel complesso. Inoltre, gli effetti a catena generati da fallimenti di altre imprese, hanno generato una massa difficilmente sostenibile di crediti inesigibili. Infine, le difficoltà si sono moltiplicate per l’eccessiva frammentazione delle partecipazioni societarie del gruppo e da interventi gestionali non sufficientemente efficaci, come è spesso accaduto in situazioni simili, rispetto alla portata della crisi».

Legacoop Romagna non ci sta a incassare le accuse del Carroccio e respinge tutto sostendo di aver «esercitato il suo ruolo di associazione d’impresa attraverso l’attivazione di tutti i servizi consulenziali e finanziari di cui dispone». Manovre non prive di risultanti: «Anche se non hanno dato l’esito sperato per la salvezza dell’intero gruppo, hanno consentito di trovare soluzioni di continuità produttiva per una parte importante delle società collegate e partecipate, di sviluppo di rami di azienda e di rioccupare la maggior parte di soci e dipendenti in altre aziende soprattutto del movimento cooperativo. Attraverso affitti e cessioni di beni, servizi e rami d’azienda, sono stati ricollocati circa 130 addetti mentre a oggi per i 30 che non hanno ancora trovato una collocazione lavorativai licenziat sono attivi gli ammortizzatori sociali da 12 a 24 mesi».

Dalla cassaforte del Comune il soccorso per la Provincia

Piazza Caduti entra in Ravenna Holding con il 7 percento e vende
una parte delle sue azioni in Romagna Acque incassando 1,9 milioni

Dalla cassaforte del Comune di Ravenna arriva il soccorso per la Provincia: nelle casse di Piazza Caduti entreranno 1,9 milioni di euro da Ravenna Holding – Spa costituita dai Comuni di Ravenna (83,5 percento), Cervia (10,9) e Faenza (5,6) per collocare le proprie partecipazioni in altre società – per la vendita di parte marginale delle azioni detenute in Romagna Acque. Attualmente Ravenna Holding è già il primo azionista tra i 52 soci (tutti enti pubblici) di Romagna Acque detenendo il 23 percento. La Provincia detiene complessivamente il 5 percento.

In parallelo a questa manovra la Provincia ha deciso anche di conferire nella holding le altre azioni detenute in Romagna Acque, Sapir, Start Romagna e Tper. Questa seconda operazione garantirà alla Provincia di diventare una quota di partecipazione del 7 percento nella holding.

«Il trasferimento delle azioni delle società suddette – si legge in una nota diffusa dall’amministrazione provinciale – consentirà alla Provincia di dare una attuazione efficace al piano di razionalizzazione degli organismi partecipati posto in essere, nel quale è stato previsto il mantenimento delle partecipazioni, seppure in via indiretta, e rafforza la possibilità di affidare a Ravenna Holding competenze di sistema, come la gestione amministrativa di organismi partecipati e l’analisi di possibili partnership pubblico/privato». Nelle prossime settimane sono previste le riunioni dei consigli degli enti interessati all’operazione: con il necessario consenso degli attuali azionisti, è previsto che tutto si possa perfezionare entro la fine dell’anno.

Sulle manovre di finanza pubblica arriva il commento di Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale Udc: «La vendita di azioni di Romagna Acque con l’incasso di 1,932 milioni di euro se finalizzate a generare investimenti con tali risorse, trova una sostanziale condivisione. Sull’altra operazione di conferimento in Ravenna Holding sorge una giustificata perplessità, in particolare per il tipo di controllo indiretto da parte della Provincia. In questo modo si conferisce il patrimonio al “forziere locale” per eludere in qualche modo vincoli di bilancio proprio perché non soggetto ad alcun tipo di controllo né sottoposto ai parametri del patto di stabilità. Inoltre, la Provincia non avrà certezza sulla divisione degli utili perché dipenderà in larga misura dalle singole situazioni dei vari enti facenti parte, appunto, della Holding. In questo modo, poi, si perde la funzione di indirizzo, di coordinamento e di controllo. Ritengo si possa affermare tranquillamente che Ravenna Holding è stata principalmente istituita con lo scopo di mettere al sicuro i patrimoni dei vari enti locali. Di fatto, ha ridotto l’indebitamento degli stessi enti locali modificando negli stessi sia l’attività partecipativa ma anche le passività: in qualche misura si tratta di operazioni che tendono a modificare i dati rispetto ai parametri del patto di stabilità».

Dalla cassaforte del Comune il soccorso per la Provincia

Piazza Caduti entra in Ravenna Holding con il 7 percento e vende
una parte delle sue azioni in Romagna Acque incassando 1,9 milioni

Dalla cassaforte del Comune di Ravenna arriva il soccorso per la Provincia: nelle casse di Piazza Caduti entreranno 1,9 milioni di euro da Ravenna Holding – Spa costituita dai Comuni di Ravenna (83,5 percento), Cervia (10,9) e Faenza (5,6) per collocare le proprie partecipazioni in altre società – per la vendita di parte marginale delle azioni detenute in Romagna Acque. Attualmente Ravenna Holding è già il primo azionista tra i 52 soci (tutti enti pubblici) di Romagna Acque detenendo il 23 percento. La Provincia detiene complessivamente il 5 percento.

In parallelo a questa manovra la Provincia ha deciso anche di conferire nella holding le altre azioni detenute in Romagna Acque, Sapir, Start Romagna e Tper. Questa seconda operazione garantirà alla Provincia di diventare una quota di partecipazione del 7 percento nella holding.

«Il trasferimento delle azioni delle società suddette – si legge in una nota diffusa dall’amministrazione provinciale – consentirà alla Provincia di dare una attuazione efficace al piano di razionalizzazione degli organismi partecipati posto in essere, nel quale è stato previsto il mantenimento delle partecipazioni, seppure in via indiretta, e rafforza la possibilità di affidare a Ravenna Holding competenze di sistema, come la gestione amministrativa di organismi partecipati e l’analisi di possibili partnership pubblico/privato». Nelle prossime settimane sono previste le riunioni dei consigli degli enti interessati all’operazione: con il necessario consenso degli attuali azionisti, è previsto che tutto si possa perfezionare entro la fine dell’anno.

Sulle manovre di finanza pubblica arriva il commento di Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale Udc: «La vendita di azioni di Romagna Acque con l’incasso di 1,932 milioni di euro se finalizzate a generare investimenti con tali risorse, trova una sostanziale condivisione. Sull’altra operazione di conferimento in Ravenna Holding sorge una giustificata perplessità, in particolare per il tipo di controllo indiretto da parte della Provincia. In questo modo si conferisce il patrimonio al “forziere locale” per eludere in qualche modo vincoli di bilancio proprio perché non soggetto ad alcun tipo di controllo né sottoposto ai parametri del patto di stabilità. Inoltre, la Provincia non avrà certezza sulla divisione degli utili perché dipenderà in larga misura dalle singole situazioni dei vari enti facenti parte, appunto, della Holding. In questo modo, poi, si perde la funzione di indirizzo, di coordinamento e di controllo. Ritengo si possa affermare tranquillamente che Ravenna Holding è stata principalmente istituita con lo scopo di mettere al sicuro i patrimoni dei vari enti locali. Di fatto, ha ridotto l’indebitamento degli stessi enti locali modificando negli stessi sia l’attività partecipativa ma anche le passività: in qualche misura si tratta di operazioni che tendono a modificare i dati rispetto ai parametri del patto di stabilità».

Coca, 30mila euro e cartucce 7,65 Ecco l’appartamento dei pusher

Arrestati un 58enne e un 32enne: uscivano dal bar e in piazza consegnavano le dosi. La sorpresa dalla perquisizione domiciliare

Tra la cocaina e le bilance di precisione per il confezionamento delle dosi c’erano trentamila euro in contanti e un pugno di cartucce calibro 7,65. È quanto ritrovato dalle forze dell’ordine a Cervia nelle abitazioni di due albanesi, un 58enne e un 32enne: è scattato l’arresto per spaccio in concorso.

Durante un controllo straordinario del litorale, verso le 18 del 26 novembre la coppia è stata notata all’interno di un bar nel centro storico di Cervia da dove uscivano per fugaci incontri con persone di passaggio nella piazza prospiciente: gli operatori hanno fermato una delle persone che aveva appena incontrato trovando una dose. Addosso ai due spacciatori invece 1.500 euro in banconote di vario taglio.

La vera sorpresa è arrivata entrando nelle case dei due: soldi, attrezzatura e cartucce. Convalidati gli arresti e concessi i termini a difesa fissando il processo per il 23 gennaio prossimo.

Sesso con minori, Desio all’Appello E intanto era tornato su Facebook…

In primo grado 10 anni e 8 mesi all’ex prete di Casaborsetti Ai domiciliari in clinica chiuso il nuovo profilo sul social network

Su Facebook erano iniziati i suoi guai eppure su Facebook è tornato dai domiciliari dove si trova con una condanna a dieci anni e otto mesi per atti sessuali con minori che gli erano stati affidati quando era parroco a Casalborsetti: il 52enne Giovanni Desio si trova in Umbria in una struttura che ospita religiosi in difficoltà e da lì avrebbe creato un nuovo profilo sul celebre social network pubblicando alcune sue foto e avviando alcuni contatti con altri utenti che l’avrebbero riconosciuto. La circostanza emerge dalle pagine di Resto del Carlino e Corriere Romagna nel giorno in cui a Bologna è in programma l’udienza d’appello.

Il nuovo profilo Fb non è più visibile, si legge sui quotidiani. E la circostanza avrebbe indispettito molto i religioso che gestiscono la struttura. Inoltre all’ex parroco, ridotto in stato laicale in conseguenza delle vicende emerse nel 2014, non potrebbe avere contatti con l’esterno se non con la sorella, l’avvocato o l’arcivescovo. Per farlo ha a disposizione un computer che pare abbia utilizzato anche per altri scopi.

Oggi 27 novembre, come detto, a Bologna la discussione dell’Appello. L’avvocato Battista Cavassi punta a uno sconto di pena. Per ottenerlo si punterà sull’infanzia problematica dell’ex don che avrebbe comportato squilibri psichici.

La storia di Desio è ormai nota. A febbraio del 2014 finì nel canale della località costiera al volante di un Suv da 35mila euro con un tasso alcolemico di quasi quattro volte superiore al consentito. Figuraccia epocale da cui provò a difendersi maldestramente utilizzando i profili di alcuni dei componenti del gruppo “Ragazzi di fuoco del don”, il nomignolo che aveva appioppato a un gruppo di minorenni che frequentavano la parrocchia. Un genitore si accorse di quei commenti postati dal figlio a difesa del parroco in orari in cui avrebbe dovuto essere a scuola e da lì iniziò un’indagine per sostituzione di persona che si trasformò in tutt’altro fino all’arresto il 5 aprile 2014 con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con minori. I rapporti sarebbero stati consenzienti ma trattandosi di una figura che aveva in affidamento i giovani si configura un reato. A maggio 2015 la sentenza di primo grado: 10 anni e 8 mesi (18 mesi in più della richiesta dell’accusa).

Trovato in mare il corpo del 59enne scomparso dal capanno da pesca

Dopo 5 giorni di ricerche, il cadavere di Flavio Zanzi, autista di bus in pensione, è affiorato a Senigallia. Era rimasto in diga per pescare

Il cadavere di Flavio Zanzi, 59enne di Sant’Alberto di cui la moglie ha denunciato la scomparsa nel primo pomeriggio di domenica 22 novembre, è stato ritrovato in acqua a Senigallia dopo cinque giorni di ricerche incessanti portate avanti anche con il maltempo. L’ipotesi più plausibile è che l’uomo sia caduto in acqua a Porto Corsini mentre cercava di sistemare le reti del capanno da pesca sulla diga. Autista di autobus in pensione da pochi mesi, aveva subìto in passato un grave lutto sempre a causa del mare: il fratello è infatti morto annegato quando non era ancora maggiorenne.

Domenica Zanzi era rimasto a dormire al capanno Margherita, sulla diga di Porto Corsini, dopo aver pranzato con la moglie che è rientrata a casa nel pomeriggio: Zanzi aveva in programma di pescare nel caso le condizioni del mare (in quel momento molto mosso) lo avessero permesso. I due si sono sentiti per l’ultima volta al telefono alle 20 dandosi la buonanotte.

Al mattino successivo quando il telefono dell’uomo squillava a vuoto la donna ha deciso di raggiungere il capanno trovando l’auto del marito ancora nel parcheggio e la bicicletta che di solito Zanzi utilizza per pescare al suo solito posto. Dentro al capanno non mancava nulla, c’erano tutti gli effetti personali, il portafoglio e il telefono.

Sin dalle prime battute l’ipotesi più probabile è stata quella della caduta accidentale in acqua nel tentativo di sistemare le reti da pesca rimaste probabilmente incagliate con il temporale, in un momento di forte bora.Dalla domenica sono iniziate le ricerche, intensificatesi nella giornata di lunedì, con una ventina di uomini impegnati, della capitaneria di porto e dei vigili del fuoco (che sono intervenuti anche con l’elicottero da Bologna).

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