Canile comunale chiuso al pubblico per evitare la diffusione della parvovirosi

La comunicazione dell’assessore Baroncini dopo la notizia diffusa da Ancisi (Lpr), presidente della commissione Sanità pubblica. Question time in municipio per chiarire le cause

Cane Al Canile

L’introduzione di quattro cuccioli di provenienza ignota infetti da parvovirosi è la ragione per cui è stata disposta la chiusura del canile municipale di Ravenna dal 16 marzo a data da destinarsi. L’ha spiegato l’assessore Gianandrea Baroncini con delega agli Animali secondo cui è possibile che i quattro cani fossero già infetti prima dell’ingresso nella struttura.

«Su richiesta e in accordo con il servizio veterinario della Azienda sanitaria locale della Romagna – scrive Baroncini –, è stato attivato il protocollo sanitario che prevede in questi casi diverse misure fino alla chiusura del canile ai visitatori e ai volontari, allo scopo di limitare al minimo le possibilità di diffusione dell’eventuale agente patogeno. Si ribadisce che il virus della parvovirosi è altamente diffusivo e il contenimento dell’infezione è estremamente complicato, specialmente in un canile come quello di Ravenna dove, come è ovvio, si accolgono animali di provenienza sconosciuta e quindi potenzialmente già infetti e recettivi a qualsiasi tipo di malattia».

L’assessore chiede la collaborazione della cittadinanza per la custodia dei propri cani onde evitarne la permanenza anche per poche ore al canile in attesa che la situazione si normalizzi e si possa valutare la riapertura in sicurezza.

A comunicare per primo la chiusura al pubblico per motivi sanitari era stato il presidente della commissione consiliare Sanità Pubblica, Alvaro Ancisi. Al politico l’informazione è arrivata dall’associazione animalista Clama. Il capogruppo di Lpr ha presentato un question time da discutere in consiglio comunale domani, 20 marzo. Nel cartello apposto si legge che solo il personale autorizzato può accedere alla struttura.

L’associazione Clama ha evidenziato al sindaco e all’Ausl «la necessità di prevenire qualunque fenomeno di contagio infettivo potenzialmente derivato dall’eventuale presenza di cani malati ed in particolare affetti da gastroenterite virale» richiamando il «rispetto di tutte le normative sanitarie finalizzate ad evitare i fenomeni evidenziati». Ha chiesto inoltre che, «nel caso in cui all’interno del canile si registrino quindi casi di malattie contagiose, non vengano introdotti altri cani, in quanto i medesimi verrebbero esposti al pericolo di contagio con possibilità di decesso». Infine, »di ricevere puntuale informazione in ordine alle cause di chiusura del canile medesimo, nonché il rilascio dei certificati sanitari di morte di tutti i cani deceduti dal 19 febbraio in poi all’interno della struttura con la precisazione delle cause del decesso».

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