Tardozzi, il cuore ravennate della Ducati: «Stagione straordinaria nella MotoGp»

Motociclismo / Il team manager non nasconde la soddisfazione per l’annata appena conclusa con il secondo posto finale di Dovizioso, ma guarda già al futuro: «Abbiamo già iniziato i test e abbiamo le idee chiare su cosa fare». Sul suo lavoro: «Alla Ducati sono a casa mia. Niente scrivania, però…»

Tardozzi 2 Rid

Il ravennate Davide Tardozzi è tornato alla Ducati Corse a fine 2014 (foto Ducati)

Tra la tanta Romagna presente dietro i successi in MotoGp della Ducati nella stagione appena terminata c’è anche un pezzetto di Ravenna rappresentato da Davide Tardozzi. Se il forlivese Andrea Dovizioso è stato grande protagonista in pista tenendo il Mondiale aperto fino all’ultima gara – piazzandosi al secondo posto nella classifica generale piloti – nel box il team manager ha garantito il solito fondamentale contributo in termini di esperienza e competenza, dall’alto dei suoi 35 anni vissuti ad altissimo livello nel mondo dei motori. «Che sia stata una grande stagione – inizia Tardozzi, raggiunto al telefono a Valencia, sede dell’ultima gara – lo dicono i numeri, con ben sei vittorie di “Dovi” e qualcosa come quindici podi tra lui, Jorge Lorenzo e Danilo Petrucci, con in più il secondo posto nella graduatoria costruttori. Essere riusciti a giocarsi il Mondiale fino alla fine con un “mostro” come Marquez per noi è un bellissimo risultato. Andrea ha disputato un anno straordinario, da cui a mio parere ne usciamo vincitori».

C’è stato anche un momento in cui l’uomo della “logistica” della Ducati ha sperato davvero di poter puntare alla vetta della graduatoria piloti. «Ci abbiamo pensato seriamente dopo la vittoria in Giappone di metà ottobre, a tre gare dalla fine e a pochi punti (solo undici, ndr) da Marquez. Poi però nel gran premio successivo in Australia un piccolo disastro ci ha tagliato le gambe. Purtroppo in alcuni circuiti la moto ha incontrato dei problemi difficili da superare e questo ci ha condizionato parecchio. A quel punto siamo tornati con i piedi per terra, ma fino a quando la matematica ci dava delle speranze, noi ci abbiamo provato». Come è successo proprio nella gara conclusiva di Valencia. «In una pista dove la Ducati faticava parecchio Andrea ci ha provato in tutti i modi, andando anche oltre i limiti. Non si è arreso a priori, ha rischiato e alla fine è caduto, lottando fino alla fine».

Tardozzi 1 Rid

Il team manager Tardozzi con il direttore generale Luigi Dall’Igna (foto Ducati)

La stagione appena conclusa ha consacrato Dovizioso nel gotha mondiale, mostrando un pilota competitivo e costante. «Dalla gara di Sepang del 2016 a oggi Andrea ha compiuto un grande salto di qualità, riuscendo sempre a piazzarsi nelle prime posizioni. Da quel momento ha iniziato a credere più in se stesso, nelle sue capacità, poi è arrivata la vittoria del Mugello che per lui ha rappresentato una sorta di consacrazione. Se devo scegliere qual è stato il top della stagione sono indeciso tra questo successo e quello del Giappone, ma alla fine preferisco il Mugello, un po’ perché è in Italia e soprattutto perché da lì è cominciata la bella storia di quest’anno».

In sella a una moto fin dalla fine degli anni Settanta, Tardozzi dopo qualche apparizione nel motomondiale (classe 250) nell’84 e nell’85 è stato con la Bimota e la Ducati tra i grandi protagonisti del mondiale Superbike a cavallo tra gli Ottanta e Novanta, vincendo in cinque occasioni e salendo altre sei volte sul podio. Dopo il ritiro dalle gare è diventato manager del team Ducati Corse, contribuendo alla vittoria di molteplici mondiali Superbike, passando a fine 2009 al team Bmw Motorrad. Infine, però, come tutte le belle storie il ravennate classe ’59 è tornato a casa, nella vicina Bologna, sede della storica marca italiana. «E’ proprio giusto dire che alla Ducati sono di casa, fin dai primi anni Novanta. Alla fine del 2014 c’è stata l’occasione per ritornare, che non mi sono lasciato sfuggire. Per me non è un posto di lavoro, ma è un luogo dove prima di tutto mi diverto. Sono fortunato nel fare della mia grande passione un’attività in cui vengo anche pagato…».

Tardozzi Bimota

Davide Tardozzi ai tempi della Bimota (foto dal profilo Facebook di Tardozzi)

Terminata la stagione Tardozzi si è già tuffato con tutto il team nella nuova avventura. «Domenica scorsa si è corsa l’ultima gara, ma lunedì, sempre a Valencia, in pratica è cominciata l’annata 2018 con i primi test su pista. Noi ci presenteremo al via con gli stessi piloti, perché non si deve cambiare la squadra che vince. Adesso dobbiamo lavorare sui difetti della moto, abbiamo le idee chiare su cosa fare, ma purtroppo non esiste la bacchetta magica. E poi molto dipenderà anche dai progressi che faranno i nostri rivali».

Per l’uomo che organizza tutto il calendario di impegni e appuntamenti, la prossima stagione presenta davvero poche sorprese. «Fino a giovedì siamo a Valencia, poi lunedì ci trasferiamo a Jerez, sempre in Spagna. A dicembre c’è una pausa nei test, per riprendere con le prove in Malesia a fine gennaio. Non c’è tempo da perdere, perché il Mondiale inizia a metà marzo in Qatar».

Quindi, dopo un 2017 molto intenso, di fronte a Tardozzi c’è un inverno nella sua scrivania di Bologna, nella storica sede di via Cavalieri Ducati. «Macché scrivania, io sono uno da officina. Appena ci sarà da lavorare – termina – io sarò lì».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24