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    Categoria: cronaca

Un anno di pandemia: 800 morti, 20mila contagi, l’ultima settimana il record di casi

Il 28 febbraio del 2020 è stato trovato il primo tampone positivo al Sars-Cov-2 in provincia di Ravenna. La prima ondata è passata con meno di cento decessi e una media giornaliera di otto casi, salita a 140 da novembre

Un anno di pandemia Covid in provincia di Ravenna

È passato un anno dal primo caso di Covid diagnosticato in provincia di Ravenna, era il 28 febbraio 2020, e l’ultima delle 52 settimane è stata quella con il numero maggiore di nuove positività. Nei sette giorni dal 21 al 28 febbraio (compresi) sono stati individuati 1.361 casi, il 6,9 percento dei quasi ventimila casi totali in provincia (19.839). Da segnalare il 27 febbraio con 303 casi è stato il record giornaliero di tutto l’anno. È bene specificare che le diagnosi riguardano i tamponi eseguiti nei diciotto comuni ravennati ma le persone potrebbero essere residenti altrove, anche se questi rappresentano una percentuale minima.

Prima ondata
Se si guarda all’andamento dei casi in provincia con la prospettiva di un anno, si può vedere che nei fatti la prima ondata, quella della primavera 2020, sul nostro territorio è passata quasi senza lasciare traccia. Ce n’eravamo accorti anche sul momento: in Lombardia e Veneto si era nel pieno dell’emergenza e in Emilia-Romagna i punti delicati erano solo Piacenza e Rimini. L’ultima settimana di marzo 2020 con 244 casi è stata quella con il dato più elevato per Ravenna, per quanto riguarda la prima ondata.

Estate verso lo zero
Poi è arrivata l’estate, le cose sono migliorate per tutti a livello generale. E il territorio ravennate non ha fatto eccezione. Il periodo più sereno per Ravenna è stato a cavallo tra fine maggio e inizio giugno: in tutta la provincia solo 18 casi in una trentina di giorni. Se prendiamo il trimestre maggio-giugno-luglio ci sono stati solo 179 casi totali. È significativo notare che alla fine di settembre il totale delle diagnosi provinciali era fermo a 1.805. Ribaltando la prospettiva, questo dice che negli ultimi cinque mesi si è concentrato il 90 percento del totale di casi di un anno.

Seconda ondata in autunno
È da ottobre infatti che le cose sono peggiorate. La seconda ondata non ha risparmiato il Ravennate. Si è passati da settimane con meno di cento casi a due mesi (da metà novembre a metà gennaio) in cui il dato settimanale si è mantenuto costantemente sopra a mille. Poi è iniziata la graduale discesa con il punto più basso toccato con i 511 casi della prima settimana di febbraio (pur sempre un dato di sette giorni superiore a interi mesi della scorsa primavera (402 in aprile, 46 in maggio, 23 in giugno).

Percentuale tamponi positivi
Non è solo il dato secco dei nuovi casi che vale la pena di tenere in considerazione per fotografare la pandemia. È forse ancora più significativa la percentuale di positività sul totale dei tamponi eseguiti. Un dato che mostra anche lo stato di organizzazione della macchina sanitaria: nei momenti più critici il tasso di positività era particolarmente alto perché le limitate risorse a disposizione facevano sì che venisse testato chi aveva già sintomi espliciti. In altri periodi invece la possibilità di fare campagne più massiccia ha permesso di isolare gli asintomatici limitando ulteriormente la circolazione del virus. L’Ausl comunica il tasso di positività settimanale da agosto. Fino a ottobre non è mai salito sopra al 2,5 percento. Poi la curva si è alzata: a novembre e dicembre è rimasto tra l’8 e l’11 percento. Da gennaio ha ricominciato a calare.

Sintomatici
A questo dato va affiancato quello sull’incidenza di chi aveva sintomi sul totale dei nuovi casi accertati. Nei due mesi prima di Natale ha oscillato tra 40 e 49, nei due mesi dopo Natale è rimasta fra 51 e 57.

Terapie intensive
Altro dato importante è l’occupazione dei reparti di terapia intensiva. La provincia ha 36 posti letto distribuiti tra Ravenna, Faenza e Lugo. Le indicazioni ministeriali vorrebbero che i pazienti Covid positivi non andassero oltre un terzo delle disponibilità per poter garantire una risposta a tutti gli altri casi per cui è necessaria la Rianimazione. Per Ravenna vorrebbe quindi dire un massimo di 12 Covid. Il dato è disponibile da ottobre. Da novembre a Natale ha oscillato costantemente attorno alla soglia, poi l’impennata con il massimo di 22 raggiunto l’ultimo dell’anno. Per tutto febbraio sono circa 6-7.

I morti
Le morti collegate al coronavirus sono state 821. Il più giovane aveva 41 anni e il più anziano 102, la quasi totalità aveva più di ottant’anni: 366 erano residenti nel comune di Ravenna, 105 a Faenza, 77 a Lugo. Per quasi tutti, soprattutto per i più giovani, il Covid è stato l’ostacolo fatale per organismi già debilitati da disturbi pregressi. La distribuzione temporale dei decessi, come si può facilmente intuire, è saldamente legata alla diffusione del contagio. I primi lutti risalgono al 13 marzo 2020. Alla fine di maggio il totale provinciale era fermo a 85. E fino all’autunno è cresciuto di poche unità. È da inizio novembre che le statistiche hanno visto l’impennata di croci. La descrizione è drammatica: a fine ottobre il totale dei morti era 97, a fine 2020 era aumentato di quattrocento, altri 330 si sono aggiunti nei primi due mesi del 2021. Questo ci dice che nel quadrimestre novembre-febbraio la media è stata è stata di sei morti al giorno.