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    Categoria: cronaca

Per il pm un omicidio premeditato per soldi: «Difesa di Nanni è stata farneticante»

Udienza 11 / La requisitoria dell’accusa conclusa con la richiesta di ergastolo per l’ex marito della 46enne Ilenia Fabbri, inquadrato come mandante, e il sicario reo confesso

Angela Scorza

Per il mandante che ha saputo solo mentire non ci sono attenuanti possibili, per il sicario reo confesso ci sono ma non bastano a pareggiare le aggravanti: l’omicidio di Ilenia Fabbri, secondo l’accusa, è stato premeditato e mosso da motivi abietti. Quindi va dato l’ergastolo a Pierluigi Barbieri e Claudio Nanni, rispettivamente il killer che ha tolto la vita alla donna e l’ex marito che gli aveva affidato il compito in cambio di 20mila euro e un’auto usata di pari valore. Le richieste del pubblico ministero per il delitto commesso a Faenza il 6 febbraio 2021 sono arrivate stamani, 23 febbraio, dopo un’ora e mezza di requisitoria nell’undicesima udienza del processo in corte d’assise. Il 28 febbraio sarà il turno delle arringhe difensive e il 9 marzo la camera di consiglio con la sentenza.

È stata la sostituta procuratrice Angela Scorza a sostenere il grosso della requisitoria, con una dettagliata ricostruzione dei fatti e una precisa individuazione dei profili di presunta colpevolezza per i due imputati.

I FATTI
Quattro minuti è durata l’aggressione che ha messo fine alla vita della 46enne nella sua abitazione di via Corbara. Alle 5.58 è uscita di casa la figlia Arianna, alle 6.01 Babieri è entrato con una copia delle chiavi avuta da Nanni, alle 6.05 la fidanzata di Arianna rimasta a letto ha sentito le prime grida di Ilenia, alle 6.09 è piombato il silenzio, alle 6.17 arriva una pattuglia che trova il cadavere, poco dopo le 6.30 arriva ritorna la figlia che vedo la cruenta scena del crimine con la madre riversa sul pavimento con la gola tagliata.

LA PREMEDITAZIONE
I due imputati si incontrano di persona una dozzina di volte da agosto 2020, quando Barbieri esce dal carcere dove era in custodia cautelare per un pestaggio, al 29 gennaio 2021. Sul telefono di Nanni c’è un appunto di ottobre 2020 che recita “buco valigia chiavi” e dalla confessione di Barbieri pare essere un promemoria per scavare la buca in cui gettare il cadavere dentro a un trolley (quest’ultimo trovato nell’officina di Nanni e lo scavo sotto al ponte della ferrovia sul Lamone). Il 15 e il 30 ottobre vanno in scena due tentativi di omicidio: in uno Barbieri entra in casa ma non si orienta con le info ricevute, nell’altro invece c’è un’incomprensione e non entra nemmeno. A dicembre 2020 Nanni manda un vocale Barbieri: “Quando esco dal Covid si fanno tutte le cose che bisogna fare”.

NANNI SENZA SCRUPOLI
La prima ipotesi presa in considerazione come modalità di uccisione è simulare un suicidio per impiccagione. Fu Barbieri a opporsi facendo presente che l’avrebbe trovata la figlia. Nanni, secondo la versione fornita dal sicario, avrebbe risposto senza tanti dubbi: «Non me ne frega un cazzo, quella deve uscire morta da casa». Non stupisce quindi, secondo il pm, che il meccanico abbia usato la figlia e la sua passione per le auto per costruirsi un alibi: per il 6 febbraio aveva organizzato di andare a ritirare un’auto in provincia di Milano. Era una Bmw che la ventenne era orgogliosa di aver potuto comprare con i suoi risparmi (il padre contribuì forse proprio per accelerare l’acquisto).

SOLDI, SOLO SOLDI
Nel 2016 si apre in maniera esplicita la crisi coniugale tra Fabbri e Nanni con il marito che fa scrivere una lettera dall’avvocato alla moglie – «Nemmeno qui si è sporcato le mani”, dice Scorza – e si avvia la separazione. Il dispositivo del tribunale arriva nel 2017 e dice che entrambi devono vivere nella stessa abitazione fino alla vendita. Qui comincia a manifestarsi l’ossessione per il denaro di Nanni e il meticoloso percorso per lasciare la donna senza risorse. La estromette dall’azienda familiare, incassa 115mila euro dalla cessione di una gelateria e non le versa nulla, la lascia solo con una Conad card che le toglie quando comincia a pagare gli alimenti pur con ritardi.

DIFESA FARNETICANTE
Nanni si proclama innocente. O meglio, si proclama colpevole ma di un reato minore: a Barbieri aveva detto di andare solo a spaventare Ilenia perché chiudesse la causa di lavoro per mancate retribuzioni con cui chiedeva alcune centinaia di migliaia di euro. Il pubblico ministero definisce «farneticanti» le parole dell’imputato per proteggersi. Ma ragiona per assurdo e prova a prendere per buona questa versione. Restano due domande senza risposta. Perché Ilenia vedendo uno sconosciuto come Barbieri in casa avrebbe dovuto associarlo a Nanni e quindi capire che era una intimidazione perché lei mettesse a monte la causa di lavoro? Perché se questa era la richiesta fatta a Barbieri, il sicario si sarebbe autoaccusato di un reato più grave?