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    Categoria: economia

Concessioni balneari: rischio bocciatura per la proroga della scadenza al 2020

Avvocatura generale Ue: legge viola il diritto europeo. Si va all’asta?
Pini (Lega) contro i rappresentanti dei bagnini: «Copritevi di insulti»

Dalla Corte di giustizia dell’Unione europea potrebbe arrivare un colpo di spugna sulla proroga, decisa dal Governo italiano, fino al 2020 della scadenza delle concessioni demaniali balneari per attività turistico-ricettive: infatti secondo le conclusioni dell’avvocato generale della Corte Ue – non vincolanti ma generalmente riprese nella sentenza che sarà emessa – la proroga è contraria al diritto europeo. La conseguenza, se in effetti il pronunciamento della Corte dovesse andare nella stessa direzione, è che le concessioni demaniali delle spiagge per gli stabilimenti balneari scadute dovranno essere messe a gara a livello europeo e dovranno avere una durata limitata.

L’assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna, il ravennate Andrea Corsini, il coordinatore della Commissione Turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Giovanni Lolli, hanno chiesto un tavolo di confronto tra Governo e Regioni per definire una legge complessiva di riordino delle concessioni demaniali. «È giunto il momento – affermano – di trovare una soluzione definitiva a questo tema per restituire fiducia agli operatori balneari, che sono una componente fondamentale dell’industria turistica italiana. La legge deve affermare il valore commerciale delle imprese balneari e stabilire che la determinazione dei canoni non sia effettuata sulla base dei valori dell’Osservatorio del mercato immobiliare. Inoltre è fondamentale che le nuove concessioni siano aggiudicate attraverso evidenza pubblica e che la loro durata sia rapportata agli investimenti. Per gestire il cambiamento deve poi esserci un congruo e adeguato periodo di transizione per le concessioni attuali. Non si può più aspettare: l’industria balneare, che da sola vale oltre il 60 percento del Pil del turismo nazionale, ha bisogno di risposte certe e veloci».

Ieri, subito dopo la diffusione del parere dell’avvocatura generale, era arrivato il commento del deputato ravennate Gianluca Pini (Lega Nord) nel suo solito stile senza fronzoli: «Nel 2011 feci una legge delega come relatore della Legge Comunitaria per evitare le gare e ottenni dall’Europa una proroga fino al 31/12/2015 per fare una nuova norma senza gare. Cadde il nostro governo dopo pochi giorni, e ora sappiamo anche che cadde grazie ad una interesse di Germania e Francia. Qualche idiota, a fine 2012, essendo le elezioni alle porte pensò bene di non esercitare la delega ma prorogare il termine, all’italiana, per ingraziarsi i bagnini, condannandoli così a morte certa. Quando all’epoca mi permisi di dire che era una stronzata, tutti a coprirmi di insulti. Adesso, cari rappresentanti dei bagnini che avete raccontato una marea di cazzate alla vostra gente, leggete questa notizia e copritevi da soli di insulti. Anzi, sparite dalla circolazione, di danni ne avete fatti anche troppi…».

Da dove parte la vicenda che interessa la Corte di giustizia Ue? È stata interpellata dai Tar della Lombardia e del Lazio. Ai Tribunali amministrativi regionali si erano rivolti nel 2010 la società Promoimpresa in seguito al rifiuto del rinnovo della concessione per lo sfruttamento di una zona demaniale della sponda del lago di Garda, e nel 2012 alcuni gestori di attività turistiche presso alcune aree demaniali marittime in Sardegna quando le amministrazioni locali non hanno riconosciuto loro la proroga automatica delle concessioni esistenti. Entrambi i Tar hanno sollevato una questione pregiudiziale alla Corte Ue, con oggetto la legge italiana che prevede la proroga automatica e generalizzata delle concessioni sino al 31 dicembre 2020. L’Avvocato generale ha richiamato la direttiva Bolkestein (2006/123/CE) relativa ai servizi nel mercato Ue.