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    Categoria: economia

Protesta di Ferragosto dei bagnini: sui lidi sventolerà la bandiera inglese

«Non costringeteci a evocare Brexit. Non è questa l’Europa che vogliamo. Siamo un fiore all’occhiello nell’economia del Paese»

A dir poco chiara e originale l’iniziativa organizzata dai sindacati balnerari Fiba e Sib.  A partire da Ferragosto e fino alla fine della stagione infatti, in oltre 400 stabilimenti balneari della costa emiliano romagnola, scelti in modo da garantire una copertura di tutti i comuni della riviera, verranno issate le bandiere britanniche. Lo scopo? Sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica sulla questione ancora irrisolta della direttiva Bolkenstein rispetto alle concessioni demaniali, dopo la bocciatura da parte della Ue proposta dal governo italiano.

«La provocazione – spiegano in un noto le associazioni di categoria – non vuole significare che si voglia uscire dall’Europa ma vuole trasmettere il disagio degli operatori balneari e delle loro famiglie nel vedere come il loro futuro sia in mano a tecnocrati che, all’interno di rigidità burocratiche, condizionano le politiche nazionali di gestione di un sistema economico che da sempre rappresenta un fiore all’occhiello del turismo del nostro Paese. Non è questa l’Europa nella quale si vuole continuare a credere».

Insieme alla bandiera sarà esposta la locandina esplicativa di cui di seguito si riporta il testo integrale.

 

«Perchè esponiamo la bandiera britannica.

Dopo anni di sostanziale immobilismo finalmente il Governo italiano ha portato in Europa le giuste istanze degli imprenditori balneari, delle loro famiglie e dei loro dipendenti, protagonisti di un sistema economico che ha saputo generare benessere, occupazione e un’offerta invidiata in tutto il mondo.

Con serietà e metodo l’esecutivo nazionale ha costruito una bozza di legge di riordino del settore basata su alcuni principi condivisi dalla categoria quali la tutela del legittimo affidamento, il riconoscimento del valore commerciale delle imprese, la valorizzazione dell’esperienza e della professionalità della gestione oltre alla previsione di un congruo regime transitorio di passaggio al nuovo sistema.

Nei giorni scorsi tutto questo è stato sottoposto, in prima battuta, al Direttore del Dipartimento Crescita dell’Unione Europea Evans, una pragmatica Funzionaria inglese, che, contrariamente anche a quanto previsto dalla recente sentenza della Corte di Giustizia UE, ha sostanzialmente contestato l’impianto della legge.

A questo punto diventa inevitabile comunicare come questa Europa di tecnocrati non è quella nella quale ci riconosciamo, e lo facciamo esponendo la bandiera britannica per significare il disagio che si prova a vedere stravolto il concetto di Unione Europea che abbiamo sempre sognato ma nel quale vogliamo continuare a credere.

Ci appelliamo alla politica perchè si riappropri del suo ruolo e tuteli le imprese balneari e più in generale il turismo, come già hanno fatto Spagna e Portogallo.

Non costringeteci ad evocare Brexit (anzi ci aspettiamo che non sia un rappresentate britannico ad ipotecare il nostro futuro) ma aiutateci a cambiare questa Europa».