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Euro Company, la frutta secca vola: fatturato in crescita per il quarto anno di fila

Una veduta aerea delo stabilimento dell'Eurocompany in via Faentina a Godo

L’azienda presenta i dati di bilancio al 30 giugno e i ricavi sono a 112 milioni di euro con 346 dipendenti da 26 nazioni: età media under 40, sei su dieci sono donne

Una veduta aerea delo stabilimento dell’Eurocompany in via Faentina a Godo

Per il terzo anno consecutivo i ricavi dell’Euro Company di Godo, azienda di riferimento nel settore della frutta secca e disidratata, registrano un aumento rispetto all’anno precedente. La ditta ha presentato i dati di bilancio al 30 giugno 2018: 112 milioni di euro di fatturato di questo 2018 (95 nel 2015, 102 nel 2016 e 108 nel 2017). Anche il livello occupazionale è in costante crescita: sono 346 i dipendenti (nel 2010 erano 182, nel 2014 262 unità), provenienti da 26 differenti nazioni e con età media inferire ai 40 anni, di cui il 59 percento è rappresentato da donne.

Mario Zani, direttore generale di Euro Company è soddisfatto: «Il nostro obiettivo è aiutare le persone a seguire uno stile di vita sano e più vicino alla natura. Da qui nascono gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di prodotti senza additivi aggiunti, nella promozione del benessere, con una sempre maggiore attenzione alla qualità dei prodotti che offriamo ai nostri clienti ogni giorno. Vogliamo essere sempre di più il punto di riferimento per l’alimentazione sana e sostenibile, mettendo al centro del nostro operato la salute, il pianeta e il rispetto delle persone, con l’obiettivo ultimo di “influenzare” l’intera industria alimentare ad agire secondo criteri etici e trasparenti nei confronti del consumatore».

Una filosofia che Euro Company cerca di seguire in prima persona anche nell’attività aziendale: investimenti nelle energie rinnovabili (e ora secondo l’ufficio stampa del gruppo il totale del fabbisogno energetico aziendale è coperto dalle rinnovabili), minimizzazione dei rifiuti da imballaggio (negli ultimi due anni sono stati ridotti i rifiuti da imballaggio di circa 24 tonnellate) e nello sviluppo di packaging più sostenibili (con l’obiettivo di raggiungere il cento percento di packaging compostabili entro il 2020).