Slow Food ha un interessante progetto di riqualificazione delle valli ma i pescatori di frodo distruggono l’ambiente. Il timore: «Chi è in regola è esasperato e potrebbe reagire»
Soprattutto, però, i pescatori di frodo – secondo quanto spiega Zanarini – vengono rubati motori e attrezzatura e affondate le barche. «C’è un cimitero di barche in valle» e il rischio concreto è che «i pescatori regolari reagiscano ai tanti soprusi ed intimidazioni. Si è creata una situazione molto pericolosa che potrebbe portare a brutte reazioni perché tanti pescatori non vedono più un futuro». I bracconieri non hanno regole: usano barche fino a 300 cavalli, quando il limite e di dieci per i non professionisti. «Attualmente nella Baiona giorno e notte ci sono pescatori di frodo che pescano vongole e sementi di giorno e di notte. Per capire il dato economico un chilo di sementi viene venduto fino a 17 euro al chilo per un totale di una notte di lavoro mediamente da una a tre quintali». In altre parole, in una sola notte di lavoro vengono guadagnati fino a quattromila euro, fuori da ogni tipo di norma e tassazione. « All’interno della valle ci sono situazioni delinquenziali che ne compromettono la giusta valorizzazione ambientale, turistica ed economica».
Questa la prima proposta di Slow Food: «A fronte di questo degrado pericoloso è necessario un intervento d’urgenza per un maggiore controllo della Baiona. L’unico sistema per fermare in fretta questi delinquenti è di mettere delle guardie fisse che controllino tutta la pialassa. Inoltre è indispensabile fare una Asbuc “amministrazione separata beni di uso civico”. Pertanto sollecitiamo l’amministrazione nel prendere in considerazione questo serio problema con urgenza prima che si verifichino vicende incontrollabili». Le guardie provinciali e i carabinieri forestali, dice il titolare di Slow Food, «sono pochi e fanno anche troppo contro gli abusivi».
Slow Food ricorda un errore fatto dal Comune una trentina di anni fa, quando istituì la Commissione Uso Civico che avrebbe dovuto – in estrema sintesi – decidere come utilizzare i proventi della tassa di uso civico che pescatori e capannisti pagano ogni anno all’amministrazione. Tale commissione è composta dall’assessore all’Ambiente, il massaro della Casa Matha, due pescatori di professione e un pescatore sportivo. L’errore sta nell’aver individuato come presidente l’assessore, ma secondo le regole degli usi civici – dice Slow Food – «la figura non può essere un politico». Si suggerisce quindi di far evolvere questo strumento in un’amministrazione separata composta da soli pescatori con guardie ittiche che verrebbero pagate utilizzando i proventi dell’uso civico e che, in questa fase iniziale, controllino la valle 24 ore al giorno. «Le guardie provinciali – dice Zanarini – fino a poco tempo fa hanno fatto 28 interventi e sequestrato 30 idrorasche, i carabinieri forestali hanno sequestrato motori e circa 20 barche. Contro gli abusivi le forze dell’ordine hanno fatto anche troppo in base alle loro forze. I carabinieri forestali hanno tanti impegni oltre al controllo della valle come ordine pubblico e viabilità».
avanti queste proposte»
Una volta liberata dagli abusivi, Slow Food ha un interessante progetto di riqualificazione della valle che coinvolga diversi soggetti, a partire dai pescatori per arrivare ai ristoratori. Un vero e proprio progetto di riqualificazione che permetta anche una riscoperta identitaria dei due paesi: « Recuperando i luoghi (piallasse, pineta, bacino pescherecci, mercato del pesce), le tradizioni (pesca, cucina), i prodotti (cozze, vongole, pesce di valle e mare, erbe selvatiche). la storia (Marina di Ravenna-Porto Corsini) ed inserendo questi punti di forza nel progetto del Parco Marittimo che si andrà a fare si ridarà una dignità e una nuova voglia di agire a tutti, imprenditori compresi».