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    Categoria: politica

Sel rompe con il Pd, il deputato Paglia: «Vogliamo una sinistra capace di vincere»

«Vorremmo fare una cosa molto più larga e civica di L’Altra Faenza
Morigi? Non le chiederemo di dimettersi, è l’unico assessore capace»

La linea che ha vinto nell’assemblea di Sel (vedi articoli correlati) è quella di Giovanni Paglia, deputato ravennate dei vendoliani, ex coordinatore regionale del partito, che ci spiega come l’ambizione sia molto diversa da quella di dar vita a una forza di mera testimonianza. «L’idea – dice – è quella di costruire un progetto e una prospettiva di governo, capace di competere per vincere, con tutte e tutti quelli che da sinistra giudicano negativamente la deriva nazionale e locale del Pd e la sua incapacità di individuare e praticare soluzioni. Vorremmo fare una cosa molto più larga e civica di L’Altra Faenza. È per questo che io ritengo indispensabile partire presto».

E rispetto a chi invece chiedeva più tempo per tenere aperta la possibilità di un dialogo con il Pd dice che «c’è chi ancora ha in mente un piccolo partito del 3 percento che per avere un ruolo ha bisogno di un grande alleato». Eppure con il Pd Sel è stata al governo della città fin dalla sua nascita e peraltro con un assessore di rilievo come Valentina Morigi, al Bilancio. Le state chiedendo di uscire dalla giunta? «È ovvio che l’assessora non ci rappresenterebbe più sul piano politico. Ma nessuno le chiederà di dimettersi. Noi ribadiremo che il nostro giudizio su di lei è positivo. Anzi, che in più di un’occasione abbiamo scelto di non uscire dalla giunta per non privare la città dell’unico assessore veramente capace. Ma è altrettanto vero che il giudizio complessivo sulla politica é pesantemente negativo e quindi alla fine un bilancio bisogna farlo».

Ma perché escludere fin da subito l’idea di sostenere eventualmente un candidato “di sinistra” nel Pd? Sembra effettivamente tutto molto in movimento a livello nazionale dopo gli ultimi risultati elettorali soprattutto e a livello locale nulla sembra ancora definito. «Nel Pd non c’è nulla in movimento. Poi, come ho detto, se per assurdo nel Pd spunta una candidatura rivoluzionaria la si valuterà. Ma se invece uscirà una candidatura inadeguata, come immagino accadrà, per chi volesse sarà più facile abbandonarla se nel frattempo è già stata costruita un’alternativa».