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    Categoria: politica

Quelli che scappano dalla guerra? Noi dovremmo andarli a prendere

«Se e quando arriveranno dei clandestini dalle mie parti metterò il filo spinato carico di energia elettrica intorno al perimetro del territorio del mio Comune per non farli entrare. Esattamente come si fa con i cinghiali, filo spinato con l’energia elettrica». Frase di grande profondità metafisica pronunciata da Gianluca Buonanno, europarlamentare Lega Nord.

Già, il problema sono gli immigrati, i clandestini. In Francia un sondaggio rileva che il 60 per cento dei cittadini non vuole altri stranieri. Perciò il governo Hollande (socialista) fa chiudere le frontiere e mette gendarmi a vigilarle. In Gran Bretagna una parte consistente della popolazione non vuole altri stranieri. Il governo Cameron (conservatore) in nome della sicurezza della nazione fa la faccia feroce a Calais contro i neri e annuncia respingimenti “economici” per polacchi, spagnoli, italiani.

In Italia la maggioranza della cosiddetta gente è per il No Stranieri. E Renzi cammina in equilibrio su una fune: deve tener conto di questo umore ma sa che nessun governo potrà mai fermare l’immigrazione. Perciò cerca di non innervosire, anzi di ammansire, l’opinione pubblica perché la gente potrebbe prenderla a male, e magari domani votare per Salvini. Ma Renzi sbaglia: dovrebbe fregarsene della minaccia Salvini. Non accogliere chi fugge da una guerra è insieme infame e suicida. Infame barricarsi sperando che gli altri muoiano, possibilmente in silenzio, lontano dai nostri occhi. Suicida perché la barricata non reggerà e quando cadrà i sopravvissuti sapranno chi ringraziare. Noi, e tutti gli  stati d’Europa, quelli che scappano dalla guerra dovremmo andarli a prendere. Per impedire che riempiano le tasche degli scafisti di mare (africani) e di terra (europei), per impedire che affoghino, che muoiano asfissiati, che diventino carne da macello.

Questo dovrebbe fare un governo. Ma se dici o fai questo, allora la gente vota Salvini. Ma chi rifiuta di accogliere coloro che fuggono da una guerra nella sostanza li vuole morti. Chi vuole chiudere le frontiere abbia almeno il coraggio e la dignità di dirlo: li voglio morti. Invece dicono che li vogliono “respingere”. Già. Ma dove? Nei paesi che non li accolgono? Oppure in mare?  Quanta ipocrisia da politicante. È vero, gli immigrati delinquono e commettono reati come e più degli italiani. La gente non tollera la micro criminalità diffusa – il pedaggio al posteggio, la richiesta pressante di elemosina, l’indecenza, la molestia, il piccolo spaccio…

Giusto, è intollerabile. Ma l’immigrato in Italia trova un consesso sociale dove l’infrazione delle regole è comportamento di massa. E se un albergatore che ospita rifugiati viene tacciato di “tradimento della comunità” (o della razza?), quando la figlia di una coppia di anziani coniugi massacrati per rapina probabilmente da un ivoriano dà la colpa del suo lutto incommensurabile e di quel feroce delitto alla politica e agli “stranieri”, quando appaiono, anzi riappaiono i vagoni piombati, il filo spinato, e le urla contro “quelli”, bestie, incivili, negri, allora bisogna agire. Rimpatriamo chi deve essere rimpatriato, mettiamo in galera chi delinque ma liberiamo dai centri di detenzione chi sbarca o arriva senza aver commesso alcun reato. E se voterete Salvini sono affari vostri.

Perché, come dice la poesia di Aldo Nove: «Se sono un coglione è colpa degli immigrati/ Se le banche mi dissanguano è colpa degli immigrati/ Se non riesco a dare un senso alla mia vita è colpa loro/ Se non ho mai letto un libro è colpa degli immigrati/ Se ho paura anche della mia ombra è colpa loro/ Fatemi l’unico favore possibile/ Toglietemi l’altro/ Mandate via il diverso/ perché la vita/ È un incubo/ E sia chiaro/ la colpa/ È degli extracomunitari».