Il consigliere comunale delinea un programma che punta
sul sociale e sosterrà «il futuro sindaco Liverani»
Il sociale sarà il faro del programma, per dare voce a chi troppo spesso viene dimenticato. Nell’auspicare l’adesione di molte realtà ravennati, Perini ha fatto alcuni nomi espliciti. L’indomani da Linea Rosa e Letizia arriva una precisazione: «Non abbiamo nulla in contrario nel suscitare l’interesse di una corrente politica e nutriamo la massima stima verso Daniele Perini sia come uomo che come volontario impegnato giornalmente nella nostra città in molteplici ambiti. Fermo restando che i singoli componenti delle scriventi associazioni hanno la piena libertà di esprimere il loro pensiero politico, e che questo non inficia in alcun modo quella che è l’integrità dell’associazione, vorremmo fosse chiaro che le nostre associazioni per le attività che svolgono hanno una connotazione apartitica che tale vuole restare». A scanso di equivoci Perini dal palco aveva già precisato: «Non vorrei che qualcuno pensasse adesso questo qui fa politica. Non c’entra nulla».
Almeno un paio di volte Perini al microfono ha voluto precisare che Ama Ravenna e Amare Ravenna saranno due cose distinte. Ma cos’è l’associazione di cui è presidente? Così si legge nel sito internet: «La nascita ufficiale dell’associazione risale al 1 marzo 1984 alle 17.30. Daniele Perini, il nostro presidente, ripete sempre che questa è una data che “porta nel cuore”. Quel giorno, infatti, accompagnato da altri otto nonni, andò dal notaio per sancire la nascita di “Amare Ravenna”. Nello statuto, come cita il nostro Presidente, “fra gli scopi più importanti c’è quello di combattere la solitudine, di dare nuovi obiettivi di vita alle persone anziane, di lasciare un segno per cambiare il concetto di vecchio”. Noi che condividiamo le idee e lo spirito di Daniele, aggiungiamo che, forse, senza rendersene conto, ha creato una struttura ordinata e razionale che cammina come un orologio svizzero. Ma, a livello spirituale, l’idea nacque in Daniele alla casa di riposo “Garibaldi” di Ravenna, quando si recava ogni giorno a trovare i nonni. Correva l’anno 1975. L’oratoria di Daniele avvince, le sue battute spiritose rinfrancano, i suoi suggerimenti danno forza per vivere meglio, le sue parole affettuose ci fanno riflettere e guardare le persone che sono dietro di noi e che sopportano cristianamente angustie più gravi delle nostre. In altre parole, Daniele è unico, giovane tra gli anziani che chiama “ragazzi” facendosi vecchio egli stesso per non offendere nessuno. Noi anziani siamo lieti di appartenere a questa Associazione e vorremmo che ne nascesse una in ogni città».