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Passione cosplayer: «Con i nostri costumi interpretiamo i personaggi che amiamo»

Alexia Cutri partecipa a diverse fiere in Italia e finora ha impersionato una decina di protagonisti di fumetti, serie tv e film. «Fino a sei mesi per prepararmi,  è un divertimento ma è impegnativo»

Non è un semplice travestimento. Anzi, quella parola è proprio rifiutata dai cosplayer che, piuttosto, dicono di «interpretare» il personaggio indossando i suoi panni. Una performance, quindi, più vicina alla scelta attoriale che a quella goliardica. A spiegare il perché molte persone si presentano alle fiere di settore nei panni di personaggi di manga, videogame, serie tv è Alexia Cutri, commessa ventottenne ravennate che dal 2011 ha questa passione.

Alexia, partiamo dalle basi: cosa spinge una persona a fare cosplay?
«Le motivazioni sono varie. È un modo di sfuggire dalla routine, un divertimento e anche una bell’occasione di interazione sociale. Poi c’è la voglia di interpretare un personaggio perché lo si sente affine o perché, come capita a me, è il contrario di quello che si è nella vita di tutti i giorni».

La sua passione quando è cominciata?
«Nel 2011. Allora era un fenomeno più di nicchia, oggi lo è molto meno. Le persone non si stupiscono più così tanto quando vedono un cosplayer».

Meglio così?
«Secondo me sì. Poi a me piace e fa sorridere vedere le persone alle prime armi con questa passione, con tutto l’impegno che ci mettono, e anche i miglioramenti che avvengono nel corso degli anni».

Come si realizza un costume e quanto costa?
«Ci sono vestiti che si possono prendere già fatti o altri che si possono realizzare a casa. Per quanto mi riguarda scelgo questa seconda strada: è molto impegnativo ma alla fine mi dà più soddisfazione. Per quanto riguarda i costi vale più o meno la stessa cosa: se si compra già fatto in genere si risparmia, ma il costo dipende molto dal personaggio che si interpreta».

Quanto tempo ci si impiega?
«Da tre ai sei mesi, lavorando nei ritagli di tempo dal lavoro, la sera soprattutto. L’ultimo che ho portato a Lucca nei giorni scorsi è stato particolarmente impegnativo: si trattava di Himiko Toga, uno dei “cattivi” di My Hero Academia un manga/anime che da qualche tempo viene trasmesso anche in Italia».

A quante fiere partecipa ogni anno?
«Ce ne sono tantissime, in media riesco ad andare a tre. Lucca è la più importante ma ce ne sono tante altre, come il Romics a Roma o il Cartoomics a Milano, le più importanti dopo quella Toscana. In genere ci si incontra in queste occasioni ma ultimamente stanno nascendo raduni dedicati al solo cosplaying».

Quanti siete a Ravenna?
«Non saprei dare un numero preciso, il fenomeno è piuttosto trasversale dal punto di vista geografico. Però posso dire che all’ultimo raduno fatto in zona, in occasione di una piccola fiera, ho contato una ventina di persone che conoscevo come residenti da queste parti».

Quanti personaggi ha interpretato?
«Una decina direi. Per trovare suggerimenti ci si incontra anche su gruppi Facebook dedicati in cui si ricevono e si danno consigli a chi magari ha già interpretato un personaggio».

Il suo compagno fa cosplay?
«No, lui no. Però mi supporta molto in questa passione».

Alexia nei panni di Harley Quinn
Alexia interpreta il Bianconiglio
Alexia nei panni di Harley Quinn
Himiko Toga
Alexia a Lucca nei panni di Himiko Toga
Alexia a Lucca nei panni di Himiko Toga
Alexia a Lucca nei panni di Himiko Toga
Alexia a Lucca nei panni di Himiko Toga