Avviata la terza convivenza sul territorio da parte del gruppo locale di Refugees Welcome. Le testimonianze
Nonostante l’emergenza sanitaria, Lo scorso 7 marzo il gruppo locale di Refugees Welcome Italia (RWI), in collaborazione con il Comune di Ravenna, ha avviato la terza convivenza sul territorio all’interno del progetto “Dalle esperienze al modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione”.
A seguito dell’iter di incontri, profilazione e valutazioni previsto dalla metodologia di Refugees Welcome, la famiglia di Margherita De Punzio, Michele Muscillo e Francesco (10 anni) ha aperto le porte della propria casa a Mamadou Sow, 21 anni, originario della Guinea Conakry.
Il patto di convivenza stipulato prevede un’accoglienza semestrale, come da prassi dell’associazione, eventualmente rinnovabile per un periodo di ulteriori sei mesi, e mira a sostenere la persona ospitata nel proprio percorso verso il raggiungimento dell’autonomia. «L’accoglienza in famiglia – si legge in una nota dell’associazione – permette infatti al rifugiato di entrare a far parte di una comunità e conoscere più velocemente il contesto sociale e culturale del Paese ospitante, creare una rete di rapporti locali, migliorare la conoscenza della lingua, riattivare risorse umane e lavorative: riprendere a studiare, trovare un impiego, frequentare un corso di formazione professionale. Chi accoglie ha l’opportunità di conoscere una nuova cultura, aiutare una persona a costruire un proprio progetto di vita, diventare un cittadino più consapevole e attivo, creare nuovi legami».
I promotori sottolineano come non sia previsto nessun tipo di contributo economico a sostegno della famiglia ospitante; «qualora se ne presentasse necessità, però, i volontari del gruppo territoriale potrebbero intervenire a supporto tanto di chi ospita quanto della persona accolta, tramite l’organizzazione di raccolte fondi o campagne di crowdfunding mirate al raggiungimento di un obiettivo specifico».
«Ho deciso di aderire al progetto dopo aver letto un’intervista di un’esperienza simile – racconta Margherita De Punzio –. Ho agito istintivamente, come sempre, anche se era da un po’ che volevo muovermi con qualcosa di più concreto. Quando ho comunicato la scelta a Michele, il mio compagno, e Francesco, nostro figlio, hanno approvato con entusiasmo. So già che ci saranno critiche rispetto alla scelta, ma davvero non mi importa, anzi non faranno che confermarla. Non cambierò certe idee, sarebbe un traguardo fantastico certo, ma sapere che un mio amico pochi giorni dopo ha avviato lo stesso percorso è stata una grande soddisfazione, per questo è importante raccontare certe esperienze; la conoscenza, quella vera, è sempre la via giusta. Certo i dubbi sono stati tanti, questo periodo surreale poi ne ha aggiunto altri, ma posso confermare che ad oggi, nonostante il periodo duro per tutti, le perplessità si sono rivelate inutili e sono certa che tutto questo potrà solo arricchirci».
Durante il percorso di prima accoglienza all’interno di un Cas, Mamadou ha sempre dimostrato di essere un ragazzo attivo e volenteroso, intraprendendo esperienze lavorative sia come aiuto-cuoco che come carpentiere. «Mi piacerebbe seguire un corso di informatica o metalmeccanica, mi piace montare e assemblare le cose – racconta a una volontaria di RWI durante una lunga telefonata. Rispetto alle limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19, Mamadou ammette: «Mi manca andare a correre. Con Francesco però giochiamo a basket a casa. Quando lui fa i compiti io chatto con i miei amici o leggo un libro. La sera guardiamo un film tutti assieme o giochiamo a Monopoli».
Per offrire o chiedere ospitalità, diventare attivista o saperne di più sul progetto di Refugees Welcome Italia è possibile iscriversi al sito https://refugees-welcome.it/. Il gruppo territoriale di Ravenna è contattabile all’indirizzo email ravenna@refugees-welcome.it o tramite la pagina Facebook https://www.facebook.com/RefugeesWelcomeRavenna.