Il 3 febbraio da Carlo Conti il gruppo è composto da musicisti di Ravenna, Faenza e Milano: si rasano la testa, si ricoprono d’argento, realizzano personalmente i loro costumi e danno nuova voce alla band francese degli anni ’80
Nella vita di tutti i giorni Carosio lavora per un’azienda del settore energia e Cicognani è un metalmeccanico. Berton si occupa di moda, mentre Deponti e Majocchi sono musicisti a tempo pieno, attivi in più progetti musicali, e possono vantare una partecipazione a Sanremo nel 1990 con il gruppo “Proxima”.
L’Universal Band, attiva dal 2004, ripercorre il “periodo argentato” dei Rockets, quello degli album tra il ’76 e l’82, quando gli artisti francesi si presentavano sul palco con abiti e performance del tutto inedite per i tempi: testa completamente rasata (in una scena musicale dominata dai “capelloni”), pelle argentata e abiti-armatura accompagnati da performance “spaziali” e futuristiche. «I Rockets sono una band ancora in attività – spiega Carosio –. Dopo il quinto album, però, le loro sonorità e le esibizioni hanno virato più sulla new wave. Credo che chiunque li abbia conosciuti nel loro “periodo argentato” quando era ragazzino non possa averli dimenticati».
Sul palco resteranno per il tempo dell’esibizione e per una breve presentazione, ma i pochi minuti di girato hanno richiesto 4 giorni di trasferta a Roma: «Abbiamo lavorato ininterrottamente, tra prove di ogni tipo. La puntata viene registrata come se fosse in diretta, senza interruzioni e rispettando i tempi televisivi. Le ripetizioni servono a fare arrivare gli artisti tranquilli al giorno delle riprese. L’approccio della produzione è estremamente professionale: tutto viene curato nei dettagli e c’è una preparazione intensa della parte artistica. Siamo stati affiancati dalla coach Maria Grazia Fontana che ci ha fornito supporto tecnico correggendo espressioni e posture, aiutandoci a ricalcare alla perfezione l’immagine dei “Rockets” passata tanti anni fa in televisione».
Prima dell’arrivo in studio, la produzione si è sincerata delle esigenze sceniche della band: «Ci hanno chiesto se c’era necessità di creare calotte per simulare la rasatura, ma una delle regole del nostro gruppo è quella di essere veramente rasati, con l’età non è più un gran problema, ma da più giovani è stato un sacrificio – scherza Carosio -. Anche gli abiti e le cromature vengono realizzati da noi. Il look è parte integrante della nostra performance».
Oltre all’esperienza televisiva e alle esibizioni in eventi e fiere (nel Ravennate si sono esibiti alla Notte Oro del 2011, in concomitanza con Elio e le Storie Tese, in occasione del Mercoledì sotto le stelle di Lugo nel 2014 e al Teatro Socjale di Piangipane nel 2016) gli Universal organizzano un vero e proprio raduno chiamato “Rockets Day”, dove fan di tutta Italia si radunano per uno show con tre cambi d’abito, lasershow dedicato e la presenza di uno o più membri della band originale: «Fabrice Quagliotti, il tastierista, abita a Como da molti anni e siamo diventati amici. Partecipa sempre volentieri ai raduni. Anche il bassista Little (Gèrard L’Her, ndr) e il percussionista Alain Groetzinger hanno preso parte ai Rocket Day, insieme al produttore Claude Lemoinem, colui che li ha “inventati” immaginando questo stile unico e memorabile. I fan apprezzano tantissimo la presenza degli artisti “originali” e ciò che facciamo sul palco. Il nostro pubblico è principalmente sopra i 45 anni, ma molti portano con sé i propri figli, per condividere con loro un pezzo della loro adolescenza».