«Canoni di affitto obsoleti: urge l’aggiornamento degli accordi territoriali nella provincia di Ravenna»

Roberto Scaini, presidente di Asppi Ravenna, invita le associazioni degli inquilini a firmare i nuovi “concordati” (4 anni+4)

Scaini

Roberto Scaini, Presidente Asppi Ravenna

Da molti anni Asppi (Associazione Piccoli Proprietari Immobiliari) tutela gli associati con servizi qualificati legati alla gestione degli immobili. Sul territorio, Asppi Ravenna opera in città, a Faenza e a Lugo, oltre che nei principali centri della provincia, assicurando consulenze dedicate e gestione dei contratti di locazione, di pratiche amministrative, consulenze fiscali, amministrazione dei condomini e assistenza nei lavori di manutenzione e ristrutturazione. Tra i servizi di assistenza e difesa dei proprietari immobiliari, figura anche la tutela del valore dei canoni di locazione.

Gli accordi territoriali previsti dalla legge 431/98 (in vigore dal 1998) e dal Dm del 16 gennaio 2017 regolano i canoni concordati per uso abitativo (nella formula 3 anni+2) che consentono di stipulare contratti d’affitto calmierati rispetto ai canoni liberi (4 anni+4). Scegliendo di redigere  un contratto a canone concordato, il proprietario immobiliare valuta il valore del costo d’affitto dell’abitazione secondo una serie di parametri statali che interessano metratura, posizione, posti auto, riscaldamento autonomo, balconi e altre caratteristiche strutturali della casa, garantendo all’inquilino un prezzo più conveniente rispetto ai canoni del mercato libero e ottenendo in cambio sgravi fiscali sulle tasse di locazione.

«Nell’interesse dei nostri associati, consigliamo sempre la stipula di contratti a canone concordato – spiega Roberto Scaini, presidente Asppi provinciale – gli accordi territoriali e i parametri di valutazione degli immobili però, sono fermi da troppo tempo, urge quindi una revisione che renda giustizia ai valori attuali degli immobili, nel vantaggio di entrambe le parti».

Gli accordi territoriali vengono infatti normalmente discussi ogni due o tre anni, ma in provincia di Ravenna l’ultimo rinnovo risale al 2018: «La pandemia ha causato sicuramente blocchi e rallentamenti, ma ora è il momento di guardare avanti – continua Scaini -. In questi anni molte abitazioni sono state interessate da modifiche e migliorie, anche grazie al bonus 110% e agli altri incentivi. Valutando poi le mutate condizioni socio-economiche dei nostri comuni, è assurdo pensare che i contratti a canone concordato restino fermi a 6 anni fa».

Proprio per questo motivo le associazioni di proprietà immobiliare come Confedilizia, Asppi, Uppi, Appc e Confabitare, si sono riunite varie volte lo scorso autunno per elaborare una proposta che prendesse in considerazione i nuovi trend economici che interessano la provincia, prevedendo nuove valutazioni che comprendessero la revisione del valore delle aree del territorio, la classe energetica dell’alloggio e l’adozione di parametri che migliorano l’abitabilità e la sicurezza, al fine di definire nuove tabelle in grado di stabilire un canone al metro quadrato realistico e al passo con i tempi. La proposta è stata inviata alle associazioni patrocinio degli inquilini come Sunia, Uniat, Sicet e Assocasa, non ottenendo però alcuna risposta dai rappresentanti di categoria.

Lo scorso 26 febbraio si è tenuta una riunione del Tavolo provinciale dell’abitare, presieduta da Luca Piovaccari, sindaco di Cotignola e presidente del Tavolo, dove, alla presenza delle associazioni di inquilini, si è discusso della necessità di stabilire un percorso e arrivare a un nuovo accordo. Da parte degli inquilini però, ancora nessun segno di avvicinamento.

«L’attenzione dei proprietari si sta rivolgendo ai 4+4, cioè ai canoni liberi che vengono determinati da un “semplice” accordo tra le parti. Si preferisce quindi rinunciare ai vantaggi dei concordati, perché non più economicamente convenienti, pagando quindi più tasse per proporre una cifra più alta agli affittuari. Le associazioni a tutela degli inquilini non possono fingersi cieche davanti ai cambiamenti che hanno interessato la provincia e il Paese nel corso degli ultimi anni, consideriamo quindi estremamente urgente dare seguito a quanto sollecitato dal Tavolo provinciale dell’abitare, invitando le associazioni interessate a rispondere e a firmare, come fatto in precedenza nel 2018, ormai sei anni fa», conclude il presidente.

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