Narrativa 2017: quattro titoli tra conferme ed esordi nazionali

I romanzi dei ravennati Cavina, Baroncelli, Bon e Cimatti usciti nel corso dell’anno

LibriTra i libri di narrativa di ravennati usciti per editori nazionali nel corso del 2017 spiccano quattro titoli, con due conferme importanti per editori di indubbio prestigio e due “new entry” per “etichette” che si potrebbero definire “indie”.

Il primo a uscire è stato Fratelli nella notte del casolano Cristiano Cavina, questa volta per Feltrinelli, con Fratelli nella notte, che torna a parlare della sua terra e della sua famiglia incrociando la storia di due fratelli: suo nonno e, appunto, il fratello. In un centinaio di pagine, in questo romanzo breve, Cavina cesella la storia della vita di questi due uomini, aprendo uno squarcio su un luogo, le colline casolane, e un’epoca, quella della Seconda Guerra Mondiale e del Dopoguerra, modulando stili e registri con grande maturità stilistica. Racconta una storia di eroismo antiretorico, per dar voce, come dice lui, «a uomini di altri tempi che non avevano le parole».

Altra importante firma che si conferma è quella del ravennate Eugenio Baroncelli che in autunno è uscito con Risvolti svelti Breviario amoroso di vite altrui capitolate (sempre per Sellerio) e a cui recentemente Repubblica ha dedicato due intere pagine di intervista, come non accadeva a un ravennate da tempo immemore. Baroncelli è un autore di rara raffinatezza e dipinge i suoi personaggi come acqueforti. I suoi libri sono fatti di spazi bianchi, da riempire con la mente. Risvolti svelti raccoglie risvolti di copertina di libri immaginati e su persone reali della vita letteraria e paraletteraria, ma descritte attraverso estrapolazioni erudite e invenzioni non arbitrariamente distillate dagli archivi della memoria culturale. Ciò che ricerca Baroncelli, in questa e nelle altre sue opere che sfuggono a precise classificazioni, è il momento rivelatore da cui possa baluginare un’essenza del personaggio, che si rivela per lo più nel capriccio e nell’ironia di una vita. Il procedere delle sue pagine trasmette una strana saggezza, contagia uno spassionato distacco dal quotidiano come se si fosse, con la propria esistenza, parte di un romanzo non scritto.

Tra gli esordi c’è quello di Stefano Bon, animatore culturale e scrittore, ha pubblicato quest’anno il romanzo La ragazza che andò all’inferno (Castelvecchi) in cui racconta la storia di Anna, una giovane donna che conduce una vita serena e appagante finché Andrea, il suo compagno, muore. Abbandonata da parenti e amici, e con due figli piccoli da accudire, la sua esistenza si trasforma presto in un incubo. In breve tempo deve gestire una situazione economica difficile che la porta a ulteriori ristrettezze, e in un crescendo parossistico di miseria e violenza Anna si trova ad affrontare una situazione al limite della follia. Per salvarsi deve fare suo malgrado una scelta estrema. La successiva, e per lei inevitabile, discesa all’inferno diventa però un’inaspettata scala per il paradiso, ma le amarezze non finiscono e altre verità terribili vengono a galla: per raggiungere una nuova felicità Anna dovrà prima recuperare tutte «le cose perse per la strada». Stefano Bon sarà il primo autore ospite di una nuova rassegna di incontri letterari che prenderà il via il 18 gennaio al Grinder Coffee Lab di via Roma 178 alle 18, intervistato da Roberta Bezzi.

Infine, dopo alcune raccolte di racconti, ecco il romanzo di esordio di Maximiliano Cimatti, L’uomo di Elcito uscito per MeridianoZero. Cimatti, ravennate, ha scritto un libro che è tante cose insieme: un romanzo storico (è ambientato nel 1866) con uno sguardo anche molto politico intrecciato a un trama che gioca sul mistero di un leggendario brigante e anche, per certi versi, un romanzo di formazione, perché il viaggio del protagonista si rivela anche in qualche modo iniziatico. Decisamente una bella sorpresa per questo anno 2017 con un autore che sarà al circolo Dock 61 il 21 dicembre e tornerà alla Feltrinelli il 28 gennaio.

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