Scritte nazifasciste sui murales del Che e Bulow, denuncia del Comune contro ignoti

Inaugurati nel 2011 in piazza La Malfa, hanno già subito diversi attacchi e restauri. Già disposto il nuovo ripristino delle opere

Il Comune di Ravenna ha deciso di sporgere denuncia contro ignoti per le scritte inneggianti al fascismo, al nazismo e all’antisemitismo comparse nella notte tra il 9 e il 10 febbraio in piazza La Malfa, imbrattando i murales che ricordano le figure di Ernesto “Che” Guevara e Arrigo “Bulow” Boldrini. Lo rende noto il sindaco Michele de Pascale con un post sulla sua pagina Facebook. E aggiunge: «Un gesto inqualificabile e di grande violenza, ancora più grave nella Giornata del Ricordo delle vittime degli eccidi delle foibe. Reagiremo a questi gesti inaccettabili con la durezza necessaria».

Le opere furono realizzate nel 2011 da un gruppo di studenti cubani in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Ravenna e non è la prima volta che finiscono nel mirino di vandali con azioni connotate quasi sempre da ispirazione a sfondo politico. L’associazione Italia-Cuba, insieme ai servizi dell’amministrazione comunale, è al lavoro per il completo ripristino del parco (le foto di questa pagina sono state pubblicate sul gruppo Facebook “Sei di Ravenna se 2.0”).

«L’ oltraggio di matrice neonazista avrà la risposta che merita. Ripuliremo queste scritte così come ripuliremo questo nostro Paese, ancora una volta, sul sentiero della Resistenza antifascista e dell’antifascismo militante contro queste metastasi nere. Ribadiamo il concetto che il fascismo non è un opinione, è un crimine».  Lo afferma l’assemblea permanente antifascista.

«I ravennati ben sanno che il loro antifascismo è stato garanzia di vittoria nella lotta di liberazione, che la democrazia viene da costituenti quali Bulow e Zaccagnini e che al progresso civile e civico non si rinuncia – dice Ivano Artioli, presidente dell’Anpi Ravenna -. Siamo certi che questa offesa non farà altro che rafforzare la nostra identità. E lo farà in questi momenti confusi e pericolosi, dove è necessario ben sapere cosa significa vivere sotto una dittatura totalitaria e vivere invece in una democrazia costituzionale».

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