Il caso alla spa del polo chimico, il cui titolare ora rischia anche per “falsa testimonianza”
Una sentenza schiacciante, arrivata un anno dopo la prima lettera di licenziamento inviata dalla Cfs Europe – società per azioni del comparto chimico ravennate – a quello che era il proprio responsabile dei sistemi di automazione e sicurezza degli impianti, il 52enne manager ravennate Maurizio Patrizi. Che aveva subito allertato i sindacati e che ha messo in piedi un ricorso insieme all’avvocato Federica Moschini.
A riportare la notizia i quotidiani locali in edicola oggi, sabato 9 novembre.
I tre licenziamenti sono quindi stati annullati dal giudice che ha condannato l’azienda a reintegrare Patrizi, riconoscendogli anche un’indennità risarcitoria di 12mila euro. Ora il manager potrà accettare il reintegro oppure in alternativa incassare 15 mensilità arretrate (stando alle informazioni del Carlino, Patrizi sembra intenzionato a non rientrare in azienda).
Il giudice del lavoro ha anche inviato alla procura una segnalazione per valutare nei confronti del titolare dell’azienda l’ipotesi di falsa testimonianza, avendo fornito una versione diversa da quella degli altri testimoni sentiti. Secondo il giudice, infatti, l’azienda avrebbe sostanzialmente cercato di far fuori un dipendente sgradito, assumendo tra l’altro nel frattempo nuovo personale con gli stessi compiti.
È presumibile che Cfs Europe stia già preparando il ricorso.