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    Categoria: cronaca

Il Codacons chiede alle procure di indagare chi fa jogging per concorso in epidemia

Sul tema passeggiate e attività sportiva ci sono conflitti tra l’interpretazione del Governo e della Regione

Il Codacons, associazione di difesa di consumatori, presenta un esposto a 104 procure della Repubblica lungo l’Italia, tra cui anche quelle competenti per l’Emilia-Romagna, per chiede di indagare per concorso in epidemia chi è stato trovato fuori casa facendo jogging o altre occupazioni non permesse dalle nuove normative per contrastare la diffusione del coronavirus.

«Chiediamo alla magistratura di attivarsi contro chi mette a rischio la salute pubblica e vanifica gli sforzi di quanti, in questi giorni, stanno facendo sacrifici per rimanere a casa chiudendo negozi e attività – spiega il presidente nazionale Carlo Rienzi –. In tutta Italia si ha notizia di assembramenti ingiustificati nei parchi, sulle panchine, su litorali e spiagge e in altri luoghi pubblici, e di cittadini che continuano a uscire di casa senza averne alcuna necessità. Costoro vanno identificati e verso di loro le Procure dovranno agire per il reato di concorso in epidemia. Anche chi fa jogging, in assenza di preciso certificato medico che prescriva attività sportiva all’aperto, incorre nello stesso reato». Il Codacons cita l’articolo 438 del Codice penale: “Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo”.

Vale però la pena sottolineare che sul tema passeggiate esiste un conflitto tra vari enti governativi. La Regione Emilia-Romagna ha imposta una rigida stretta che consente attività motoria solo nelle pertinenze della propria abitazione. Sul sito del Governo nell’apposita sezione dedicata alle domande si legge:  “È giustificata ogni uscita dal domicilio per l’attività sportiva o motoria all’aperto”.