La prefettura promette rigore e fermezza contro i ristoratori che vogliono aprire

Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica critica l’iniziativa in programma il 15 gennaio: «Scatenerebbe inesorabilmente un’impennata della diffusione del virus»

Ristorante 3 2La protesta dei gestori di bar e ristoranti che hanno annunciato l’intenzione di restare aperti  il 15 gennaio – per dire no alle limitazioni imposte dai decreti per ostacolare i raduni in luoghi pubblici che alimentano la circolazione del coronavirus – ha ricevuto una dura condanna dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Ravenna. L’organo, presieduto dal prefetto Enrico Caterino, ha definito «inconciliabile l’iniziativa con il principio di legalità» e ha sottolineato «l’impossibilità di poter tollerare tali forme di protesta». La promessa è di rispondere con «interventi improntati al massimo rigore e fermezza».

La nota diffusa dalla prefettura afferma che «questa forma di disobbedienza verso le norme che impongono specifici divieti ha incontrato il netto ed incondizionato dissenso di tutte le componenti presenti alla riunione, che nei vari interventi hanno sottolineato come la gravità delle intenzioni manifestate dagli operatori di categoria, qualora poste in essere, scatenerebbero inesorabilmente un’impennata della diffusione del virus con inevitabili ricadute sui livelli di tenuta del sistema sanitario locale».

Le parti riunite hanno quindi convenuto che è necessaria «l’adozione di misure stringenti in virtù del prevalente interesse pubblico alla prevenzione e repressione delle violazioni ed in particolare modo dei reati che potranno configurarsi sulla base della vigente disciplina in materia di inosservanza delle norme previste per il contenimento e la diffusione epidemiologica in atto».

Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha ritenuto di formulare un appello agli imprenditori: «La rabbia lo sconforto e la preoccupazione degli imprenditori e dei lavoratori della ristorazione e di tutti i pubblici esercizi è assolutamente comprensibile e come istituzioni siamo al loro fianco nel richiedere  provvedimenti equi  ristori adeguati. La tutela della salute va messa al primo posto, ma questo non significa non comprendere il danno dell’economia. Detto questo mi sembra di rivolgere a tutti gli operatori un appello sincero e accorato per il rispetto assoluto delle regole. Ravenna è una città civile dove la pluralità di opinioni e il dissenso rappresentano un valore in cui però il rispetto delle regole e la legalità sono un principio non derogabile».

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