Pagano 7mila euro a Hera per il fotovoltaico ma dopo 9 mesi è ancora da montare

A una coppia di anziani è stato chiesto il pagamento del totale in anticipo ma il lavoro è stato solo iniziato e ora la multiutility non sa fornire tempi per il completamento: «Aspettiamo la merce mancante»

Pexels Los Muertos Crew 8853511Una coppia di coniugi ha preso accordi con Hera per un impianto fotovoltaico domestico e ha dovuto pagare in anticipo l’intera somma richiesta di settemila euro, ma dopo nove mesi il lavoro non è stato finito e nessuno sa fornire i tempi per il completamento. È la storia che arriva da Porto Fuori.

«A fine giugno del 2021 abbiamo firmato un contratto con Hera per un impianto fotovoltaico – spiegano i coniugi che abbiamo incontrato in redazione dove ci hanno mostrato le copie dei documenti – e ci è stato richiesto un bonifico del costo complessivo del progetto, pari a più di settemila euro, che abbiamo eseguito a settembre, prima dell’inizio dei lavori».

Il montaggio dell’impianto è stato affidato alla ditta Wolmann di Lissone (Monza-Brianza) che fa parte del gruppo Hera. A ottobre nell’abitazione di Porto Fuori sono arrivati i primi materiali. Mancavano però ancora i pannelli. «L’appuntamento per l’inizio dei lavori – continuano a raccontare moglie e marito  – era fissato per l’inizio di novembre, ma qualche giorno prima ci hanno chiamato per rimandare, a causa della mancanza dell’inverter, un pezzo necessario. Ci è stato dato un nuovo appuntamento, all’inizio di gennaio, ma anche questo è stato annullato, stavolta a causa del Covid».

Finalmente a febbraio 2022 sembrava la volta buona. Una ditta di Cremona, incaricata dalla Wolmann, si è recata a casa della coppia per montare tutto l’impianto, ad eccezione dei pannelli che ancora non erano stati consegnati. «Come da accordo, gli addetti sarebbero dovuti tornare il giorno dopo per completare il lavoro, ma così non è stato».

Da quel giorno non si è mosso più nulla. I signori hanno cercato più volte di chiedere spiegazioni a Hera e alla Wolmann, senza però ottenere risultati: «L’ultima volta che siamo riusciti a contattare la ditta è stata all’inizio di marzo, ci è stato detto che in quel momento non possedevano l’automezzo necessario per trasportare i pannelli. Poi non siamo più riusciti a metterci in contatto con loro». Intanto il tempo passa e la coppia non può beneficiare del risparmio che avrebbe ottenuto sulle bollette di casa, la ragione dell’investimento.

Prima di pubblicare l’articolo, per completezza di informazione, abbiamo contattato Hera perché avesse spazio di replica. La multiutility non ha saputo dare tempi per completare il lavoro: «Stiamo cercando di reperire la merce, come precisato puntualmente al cliente, che  nelle varie fasi si è interfacciato con l’azienda più volte telefonicamente, compreso un contatto allo sportello Hera, nell’ambito del quale abbiamo sempre cercato di fornire con sollecitudine le risposte alle sue domande. Siamo in attesa di ricevere le componenti mancanti, stiamo sollecitando i fornitori: appena avremo tutto il materiale il cliente verrà contattato immediatamente per concludere l’installazione».

I nove mesi di attesa si possono spiegare così per Hera: «La crisi globale di materie prime e componentistica, iniziata a causa dell’emergenza sanitaria e poi acuita dai recenti eventi bellici, sta rendendo ancora più complessa la fornitura di alcuni materiali. A tale scenario si aggiunge un forte incremento della domanda interna dovuto ai benefici fiscali messi a disposizione dal Governo per gli interventi di efficientamento energetico, che sta riducendo ulteriormente la disponibilità di materiali e manodopera sul mercato. In questo contesto Hera si sta adoperando per trovare soluzioni per dare continuità al nostro operato: purtroppo, nonostante gli sforzi, può capitare, come in questo caso, che più fattori sfavorevoli si sovrappongano comportando ritardi sul completamento dell’opera».

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