Il 58enne ex sindaco di Cesena, diplomato al liceo classico, prende il posto del ravennate Mario Mazzotti
Paolo Lucchi è il nuovo presidente di Legacoop Romagna. Le vicepresidenti sono Giorgia Gianni (confermata) e la neoeletta Romina Maresi. Lo ha deciso il terzo congresso dell’associazione tenutosi questa mattina, 2 febbraio, alle Artificerie Almagià di Ravenna. Lucchi era il candidato indicato dalla direzione di Legacoop Romagna a seguito di apposita consultazione. Il passaggio di testimone con Mario Mazzotti – che non poteva ripresentarsi in ossequio al regolamento che prevede l’incandidabilità alla carica di presidente per i pensionati ed è stato salutato da una standing ovation della platea – è stato sancito dalla nuova direzione eletta dai delegati delle circa 380 imprese associate delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Lucchi diventa presidente di un mondo che nel complesso dà lavoro a circa 24mila persone, con un fatturato che supera i 6 miliardi di euro e oltre 300mila posizioni associative (incluse tutte le tipologie di soci: lavoratori, produttori e consumatori).
Il nuovo presidente di Legacoop Romagna ha 58 anni, è nato a Cesena e lì si è diplomato al liceo classico “Vincenzo Monti”. Sposato, padre di due figlie di 15 e 16 anni, ha vissuto la prima parte della sua carriera in Confesercenti Cesenate fino a ricoprire la carica di segretario territoriale. Nel 2005 è stato eletto consigliere regionale, ruolo che ha mantenuto fino al 2009. Nel giugno di quell’anno è stato eletto sindaco di Cesena, carica che ha ricoperto per due mandati. Dal 2019 è amministratore delegato di Federcoop Romagna.
Nel suo discorso di insediamento, Lucchi ha ricordato il radicamento del movimento cooperativo nella società romagnola e la volontà di potenziare il modello cooperativo rilanciando una nuova stagione di protagonismo dei soci. Per raggiungere questo obiettivo Lucchi ha anticipato tre dei punti chiave su cui baserà il suo mandato: organizzazione interna, dimensione istituzionale della Romagna, nuovo patto con le amministrazioni locali.
Il “Progetto Romagna” su cui punta l’associazione sin dalla sua costituzione, ormai dieci anni fa, è sempre valido. «Sollecitiamo i territori delle Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini a rappresentare l’ambito sul quale innestare i poteri, le attribuzioni e le funzioni di un nuovo ente intermedio, collocato tra i Comuni e la Regione. E sollecitiamo anche la Regione Emilia-Romagna a riprendere in mano con convinzione il tema delle riforme istituzionali e della distribuzione funzionale delle deleghe». Quello che serve è «un accordo di programma fra le tre province per esercitare insieme le competenze attualmente loro assegnate dalle leggi, anche ampliando gli ambiti della loro collaborazione».