Un’ordinanza del sindaco impone di abbandonare gli edifici a ridosso dei corsi dei fiumi a rischio esondazione ma alcune famiglie si sono rifiutate quando la protezione civile si è presentata alla porta
Lo raccontano alcuni residenti in un piccolo borgo di case a ridosso dell’argine sinistro del Montone, all’altezza della chiusa di San Marco, poco distante dalla frazione di Borgo Montone. «Hanno suonato il campanello poco prima di mezzanotte – spiega una signora che stamani, 17 maggio, era sull’argine a controllare il livello di piena – e ci hanno detto che dovevamo uscire. Ma io non me la sono sentita di abbandonare casa mia. Abbiamo portato al piano superiore quello che potevamo e siamo rimasti qui».
Le abitazioni in questione si trovano in una posizione a cui si accede scendendo dalla strada che corre sull’argine e il secondo piano è più in basso rispetto alla cima dell’argine.
Qualche vicino di casa invece ha scelto di seguire le disposizioni delle autorità passando la notte alla palestra dell’Iti per tornare stamani a recuperare alcune cose e spostarsi nella seconda casa verso la costa, in una zona finora non raggiunta dal maltempo.
Nella mattinata di oggi, 17 maggio, il Comune di Ravenna ha ribadito che i fiumi Montone, Savio, Lamone, Ronco, Fiumi Uniti, Bevano e affluenti del Reno sono tutti ancora in stato di allerta rossa, sopra soglia 3 con pericolo di tracimazione e anche di crollo arginale. Tutte le misure di evacuazione adottate dall’inizio dell’emergenza di protezione civile sono ancora vigenti e «vanno rispettate pedissequamente a rischio serissimo della propria incolumità. È perciò severamente vietato tornare nelle zone evacuate».