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    Categoria: cultura

Muti dirige Verdi nel concerto dell’amicizia con il Giappone

Concerto anche il 5 luglio al teatro Alighieri

Il secondo concerto che vedrà il maestro Muti sul podio del festival sarà, il 3 luglio, per l’ormai consueto appuntamento “Le vie dell’Amicizia“ che nel 2016 ha gettato un ponte fra Ravenna e Tokyo. Proprio quest’anno, infatti, ricorre il 150° anniversario delle relazioni tra Italia e Giappone.

Dopo il trionfo in terra nipponica della scorsa primavera (il paese del Sol Levante per l’occasione ha dedicato a Muti e Verdi anche una serie di francobolli per celebrare l’evento), sarà il palcoscenico del Pala De André di Ravenna ad ospitare la Tokyo Harusai Festival Orchestra, a cui, oltre alla giovane Cherubini, si uniranno il Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, il Coro del Friuli Venezia Giulia ed il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala.

In questa moltitudine vi sarà spazio anche per il basso Ildar Adbrazakov che canterà la difficile aria Oltre quel limite dall’Attila di Giuseppe Verdi. Il programma dedicato al genio musicale di Busseto si completerà con le sinfonie dal Nabucco, dalla Forza del Destino, il coro della processione da I lombardi alla prima crociata per concludersi con il prologo dal Me­fistofele di Arrigo Boito che tanta parte del successo di numerose opere verdiane ebbe in virtù del suo pregevole lavoro di librettista.

La scelta di queste pagine per questo concerto che lega Italia e Giappone sembra oscuro solo in apparenza, tuttavia è bene rammentare che mentre per l’Italia Verdi, e l’opera tutta, sono patrimonio nazionale, emblema vivo del risorgimento, per il Giappone è espressione di  vera ed autentica passione. Certo questo sarà un concerto imperdibile per tutti coloro che amano l’opera romantica, diretta dalla migliore bacchetta al mondo nel repertorio verdiano.

L’ultimo appuntamento con l’Or­chestra Giovanile Luigi Cherubini e Riccardo Muti, il 5 luglio (al teatro Alighieri), vedrà protagonista David McGill, storico primo fagotto della Chicago Symphony Orchestra. Il programma di questo concerto si preannuncia gustoso e sorprendente: il primo brano in programma sarà la Sinfonia N.35 Haffner di Mozart. La genesi di questa composizione è quantomeno peculiare, infatti Mozart ricevette l’incarico di scrivere, nel 1782, una serenata per la cerimonia di nobilitazione di Sigmund Haffner, figlio del defunto bürgmeister di Salisburgo, tuttavia da fonti certe è noto che questa commissione non fu completata in tempo; l’anno successivo Mozart rimise mano alla serenata togliendo la marcia iniziale ed il secondo minuetto ampliando, invece, l’organico orchestrale modellando così una delle sue poche sinfonie del periodo viennese, così prolifico, tuttavia, di concerti per pianoforte e musica da camera.

A questa sinfonia seguirà il Con­certo per fagotto, unica opera per questo strumento del genio salisburghese, nel quale l’elemento dello stile galante è la cifra caratteristica, essendo egli venuto a contatto proprio nel periodo di composizione di questo concerto con le opere di Haydn e soprattutto Carl Philipp Emanuel Bach, principale esponente di questo stile che tanta fortuna ebbe nella metà del XVIII secolo. Chiuderà il concerto un’opera riscoperta recentemente tra i manoscritti della biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. La Fantasia per fagotto su vari temi del Trovatore del Maestro Giuseppe Verdi di Francesco Cappa è quel genere di composizione che tanto successo ebbe nei concerti di metà ‘800: prendere i temi più fortunati delle opere più note e dar loro una veste orchestrale era una prassi e una buona garanzia di successo. Questa particolare opera debuttò nel Collegio di Musica il 2 febbraio 1854 sotto la direzione del celebre maestro Saverio Mercadante e vide nelle vesti di solista Filippo Acunzo. Sfortunatamente le notizie biografiche riguardo al compositore sono quasi inesistenti, tuttavia altre sue opere dello stesso tipo sono state ritrovate nella Biblioteca del San Pietro a Majella e la coincidenza che esse siano state scritte sotto la direzione dello stesso Mercadante lasciano pensare che Cappa ne fosse un dotato allievo.