A Ravenna nascerà una nuova fondazione per la gestione della cultura

L’obiettivo è mettere insieme Comune, Stato, Mar e RavennAntica
Il sindaco: «Il polo di Classe dovrà diventare una visita di un giorno»

Una nuova, unica, fondazione a gestire il patrimonio artistico-culturale di Ravenna, che sia in grado di mettere insieme Comune, Stato e banche, sul modello del museo egizio di Torino. È il grande obiettivo – perseguito da almeno un decennio, forse con meno convinzione, anche dai suoi predecessori – che si è posto in ambito culturale il sindaco Michele de Pascale per questa sua legislatura post-candidatura a capitale europea 2019, svelato fin dalla nuova delega coniata al momento della composizione della giunta, alla “riorganizzazione delle istituzioni culturali”, che ha voluto tenere per sé. «Dopo una legislatura giustamente focalizzata sul 2019 in cui altre decisioni importanti sono state invece rinviate – conferma De Pascale –, abbiamo pensato di mettere mano al sistema della cultura, che ha eccellenze incontestabili e riconosciute, ma anche potenzialità di crescita ancora molto significative, vivendo di un’eccessiva frammentazione».

L’ambizione, come detto, è quella di far convivere all’interno di uno stesso soggetto («che potrebbe così sedersi da protagonista a tutti i tavoli che contano») il patrimonio pubblico non di proprietà dalla Curia – compresa la tomba di Dante, la cui gestione vuole essere dal sindaco svincolata dalle competenze dell’Istituzione della Biblioteca Classense – e quindi anche il Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna (al momento anch’esso gestito attraverso un’istituzione, ma che potrebbe in futuro anche rientrare nell’ambito del Comune) e la Fondazione Raven­nAntica, al momento senza presidente (Elsa Signorino come noto è stata nominata assessora alla Cultura dallo stesso De Pascale) e il cui futuro è legato alla nascita appunto della nuova fondazione. Di certo però non verrà disperso il suo determinante contributo alla nascita del nuovo «polo di Classe», come lo chiama il sindaco, e su cui De Pascale punta anche per allungare il tempo di permanenza a Ravenna dei turisti. «Classe deve diventare una visita di un giorno: penso alla Basilica, che in questi anni ha visto dimezzare i visitatori, da unire alla visita dell’Antico porto (inaugurato l’anno scorso, ndr) e al nuovo Museo archeologico che inaugureremo nel 2018, senza contare in futuro anche San Severo e le potenzialità dell’area archeologica, dove abbiamo già previsto di continuare a scavare per i prossimi vent’anni…».

È evidente che il nodo cruciale di tutto questo ragionamento è rappresentato dal ruolo dello Stato, con il ministro Dario Franceschini che in questi ultimi anni è venuto spesso da queste parti (e ci tornerà pure il 30 settembre per ritirare il Lauro dantesco alla memoria di don Francesco Fuschini) esprimendo più volte l’intenzione di volersi occupare della gestione del patrimonio archeologico, senza però entrare mai troppo nei dettagli. «Le strade sono due – spiega il sindaco –, quella ottimale sarebbe una fondazione che veda l’ingresso e quindi il coinvolgimento vero e diretto del ministero, su cui stiamo lavorando; ma c’è anche una via di mezzo tra questa ipotesi e la situazione attuale, con lo Stato che non entrerà nella nuova fondazione ma che sarà comunque coinvolto. Già ora, per esempio, possiamo contare sull’impegno del ministro Fran­ceschini di mettere a disposizione i reperti statali per il nuovo museo di Classe, che dovrà avere un’interazione costante con il Nazionale (gestito dallo Stato tramite la Soprintendenza, ndr). L’accordo è già pronto per essere firmato».

La nuova fondazione, secondo De Pascale, potrà dare garanzie innanzitutto allo Stato («mi sento di assumermi in prima persona l’impegno di garantire al ministero la rendita attuale e di promettere un ulteriore sviluppo, per esempio nel caso emblematico della basilica di Classe») e ai ravennati «un’occupazione di qualità, a partire dalla nostra intenzione naturalmente di mantenere all’interno della fondazione il personale qualificato che già lavora in RavennAntica».

La nuova fondazione dovrà infatti occuparsi naturalmente anche della fondamentale questione della bigliettazione e della gestione di audioguide, bookshop e quant’altro; argomento questo che si intreccia anche con quello dantesco. In vista anche del 700esimo anniversario della morte del 2021, infatti, il sindaco pensa a una valorizzazione museale del Sommo Poeta, con tanto di utilizzo di sistemi multimediali per offrire al turista magari un pacchetto anche a pagamento, mentre a chi gli chiede se non sia il caso di introdurre il biglietto per la sola Tomba di Dante (così come accaduto al battistero degli Ariani, vedi box), De Pascale risponde che se ne potrebbe parlare, ma «i visitatori crollerebbero, si limiterebbero a uno sguardo da fuori…». Di certo, di queste questioni non dovrà più occuparsi la Classense, «che non ha le competenze per decidere gli orari di apertura più adatti ai turisti…».

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