Un mondo fantastico e inquieto rivive tra le pagine dei Fratelli Grimm

Le tavole del disegnatore ravennate Matteo Bertaccini nell’ultima raccolta di alcuni classici della letteratura d’infanzia della casa editrice Ideestortepaper

Lepre E Riccio Bertaccini

Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Cenerentola: basterebbero queste tre fiabe per inquadrare i fratelli Grimm, i due grandi linguisti di origine tedesca che nella prima metà dell’Ottocento studiarono il patrimonio delle fiabe della tradizione popolare per riadattarne alcune che appartengono ormai al patrimonio globale dell’infanzia. Sono per la maggior parte favole oscure dove il male prende le vesti di streghe, mostri e lupi, ambientate in luoghi tenebrosi come fitte foreste e paesi nordici in cui esistono genitori che attuano l’abbandono dei propri figli, dove esistono adulti nella famiglia che operano il male e tramano la morte dei giovani protagonisti per invidia o semplice vanità. Si tratta di un mondo lontano dalle favole contemporanee in cui si tende a leggere il reale in modo più equilibrato. Oggi, se c’è una prova da superare è sempre alla portata dei bambini che non muoiono, non soffrono, e semplicemente possono fare capricci o capire dopo alcune prove di formazione quali sono i comportamenti più giusti per stare in relazione con gli altri, per accettarsi, per modificars al meglio.

Eppure quel mondo tenebroso e spesso politicamente scorretto ancora possiede un discreto fascino: nonostante si tratti di favole ormai centenarie, fioriscono libri e ristampe delle favole dei Grimm, magari rivedute e corrette dal punto di vista pedagogico. Un’ultima raccolta di illustrazioni di quelle che possiamo considerare dei veri classici della letteratura d’infanzia è appena uscita (con il titolo di Alfabeto Grimm) ed è presente anche nelle più fornite librerie di Ravenna grazie alla casa editrice Ideestortepaper di Palermo. L’illustratore è Matteo Bertaccini – ravennate originario di Russi – che si è appassionato a questo settore da più di una decina di anni condividendo l’amore per illustrazione e fumetto con la professione di restauratore.

Sfatando i luoghi comuni, questa passione non è nata direttamente dal fumetto ma dalla lettura di un libro datato ma sempre sorprendente e incisivo come Disegnare con la parte destra del cervello di Betty Edwards. Il testo – trovato incidentalemente da Bertaccini in casa assieme ad alcuni disegni del padre – diventa uno di quegli eventi che cambiano la vita di un giovane ventenne. Da allora, ogni minuto libero dal lavoro è stato indirizzato a formarsi: prima in modo autodidatta poi seguendo i primi insegnamenti presso la scuola d’arte di Bagnacavallo e la scuola di Sarmede, per passare ai corsi di fumetto di Alberto Corradi e Davide Re- viati, fino a laboratori sulla stampa condotti da Enrico Rambaldi.
La continuità di frequenza a corsi e master di illustrazione per l’editoria presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata hanno poi dato consistenza al grande passo, confermato anche da alcuni riconoscimenti che Bertaccini ha ricevuto partecipando a concorsi nazionali.

Il bel libro di favole dei fratelli Grimm è costato all’autore una progettazione della durata di un anno: durante il master alla scuola internazionale di illustrazione “Ars in fabula” di Macerata che offre ai propri iscritti la partnership della locale Accademia di Belle Arti e di alcune case editrici nazionali, è nata questa opera che ha incontrato l’entusiasmo degli editori committenti. Composto da 24 tavole, il libro contiene un solo testo di apertura e 22 illustrazioni a doppia pagina che corredano altrettante fiabe all’interno – da quelle più note già citate ad altre come Pollicino, Rosaspina, Tremotino, I tre capelli d’oro del diavolo – tutte contrassegnate da una lettera ad incipit di ciascuna favola.

Il procedimento di lavoro per le illustrazioni parte da un disegno in bianco e nero a cui viene aggiunto il colore per successive stratificazioni. Il risultato è un disegno corposo, morbido, in cui i chiaroscuri e i passaggi tonali rendono i volumi e gli spazi in modo suggestivo generalmente accordandosi su una tonalità che armonizza l’insieme. Ma oltre alla buona mano, quello che colpisce è l’ideazione delle tavole, la disposizione dei soggetti, i particolari che costruiscono un mondo fantastico e profondamente inquieto. Le tavole presentano sempre un particolare che rimanda da una pagina a quella successiva creando una sorta di appuntamento. Ma oltre al ritmo che conduce da un’immagine al- l’altra, è la capacità evocativa che rende queste tavole intense, leggermente surreali e perturbanti. È il caso dell’immagine in cui compaiono corvi giganti all’interno di una stanza nel taglio di una piccola fonte luminosa, figure che suggeriscono l’inizio del male. Oppure la tavola dove compare una lepre stagliata nell’incertezza di una camminata all’aperto, fra le zolle di un campo. Il rigore di alcune immagini rafforza la narrazione necessariamente compressa della tavola mentre la grande attenzione ai passaggi chiaroscurali acuiscono il senso di un’attesa misteriosa, quella cha da sempre affascina milioni di bambini.

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