L’ambiguità di certe figure da decifrare in mostra al Mag di Ravenna

Alla galleria di via Mazzini 35 si svelano il 27 aprile le opere degli artisti M Fulcro, Margherita Paoletti e Alessandro Pixa. A seguire quelle di Nicola Montalbini

Cosa si intravvede dietro l’apparenza di certe immagini. Vallo a scoprire… L’occasione è la vernice della mostra in programma giovedì 27 aprile (dalle 18 alle 20) “Figure di cose che significano altre cose” alla galleria Magazzeno Arte Contemporanea in via Mazzini 35, in centro a Ravenna. In visione le opere tra street art e illustrazione degli artisti M Fulcro, Margherita Paoletti e Alessandro Pixa.

La mostra è realizzata in collaborazione con “Equidistanze – Residenze Artistiche”, progetto organizzato da associazione culturale XX Aps, in occasione della riapertura delle candidature per la IV edizione che si terrà a Filetto nei mesi di luglio e agosto. All’inaugurazione saranno presenti gli artisti e per l’occasione verrà aperto il giardino internodella galleria nel quale verrà offerto un aperitivo.

M Fulcro (1995) ha studiato all’Accademia di Belle Arti tra Roma e Parigi. La sua ricerca si focalizza sull’arte classica e conclude la sua formazione con lode e dignità di pubblicazione. Il suo percorso è un salto nel passato alla riscoperta di quelle immagini ideali capaci di provocare stimoli sensoriali, evocare avvenimenti mitologici e risvegliare forme archetipiche della nostra memoria. Mescolando originario e originale, tradizione e rivoluzione, allegoria ed eufemismo, provoca una polemica elegante e tagliente.

Margherita Paoletti (1990) è un’artista e illustratrice. Si è laureata in Illustrazione e Animazione all’Istituto Europeo di Design di Urbino e ha frequentato corsi alla Central Saint Martins di Londra e BTK a Berlino. Dal 2016 ha svolto residenze artistiche in Estonia e Giappone, concentrandosi su progetti personali ed esposizioni in gallerie private e luoghi istituzionali La poetica di Paoletti si basa sul tema centrale del corpo, concepito come contenitore organico che racchiude vita, sogni, desideri, ricordi ed esperienze. L’artista cerca di tradurre in un’espressione visiva la nuova fisionomia organica del corpo, fatta di narrazione, metafore visive, colori e natura.

Alessandro Pixa (1991) si è diplomato in Design del Prodotto all’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi sul Pleistocene e sviluppa da subito l’interesse per i popoli preistorici e i loro modi di vivere in simbiosi con il pianeta. Cresciuto nella scena skateboard romagnola degli anni 2000, è da sempre affascinato dall’immaginario e dallo stile che accompagna le sottoculture. La sua produzione oggi spazia dal disegno, alla street art e alla pittura, tra figurativo e astratto, tra onirico e realismo magico, le opere sono caratterizzate da linee gestuali, istintive e selvatiche, campiture di colore irregolari e forme che ricordano una geometria sacra.

Dal 9 giugno la rassegna artistica – prodotta in collaborazione con il Ravenna Festival – assumerà una nuova forma: verranno inserite in esposizione anche alcune opere recenti di Nicola Montalbini, che quest’anno sono il leit motiv immaginifico della manifestazione ispirata a Le citta invisibili di Italo Calvino.

La mostra è visitabile (fino al 29 luglio) nei seguenti orari: venerdì dalle 16 alle 19.30; sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (gli orari possono subire variazioni, info: 328 286 0074 e sul sito web della galleria d’arte.

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