Opere antiche e contemporanee in dialogo per condividere dolore e speranza

A Faenza fino a domenica 2 luglio “Anàstasis”, a cura di Giovanni Gardini. Registrati oltre 3mila visitatori

Dopo aver registrato oltre 3mila visitatori, chiude domenica 2 luglio la bella mostra allestita a Santa Maria dell’Angelo a Faenza: curata da Giovanni Gardini, Anàstasis esplicita nel titolo il concetto della Resurrezione e nel rimanere fedele ad una vocazione spirituale dovuta allo spazio consacrato e all’intento della progettazione, concede a tutti la possibilità di accedere ad un messaggio di condivisione del dolore e della speranza.

In esposizione sono opere antiche e contemporanee che riescono a dialogare fra loro e con lo spazio fortemente connotato degli interni barocchi. All’ingresso accoglie il pubblico l’allestimento di Daniela Novello: Angolo di rotta # 2 è un’opera del 2017 che rinnova nella dura e sparsa visione di giubbotti di salvataggio in piombo la recente tragedia accaduta al largo della Grecia dove hanno perso la vita centinaia di persone e bambini.

A poca distanza il compianto in terracotta del 1997 di Fioravanti, pensato come coro di donne di strada attorno al Cristo, entra in contatto visivo con quello tradizionale del ‘500 proveniente da una chiesa di Brisighella e di bottega emiliano romagnola.

Sullo sfondo, a catturare l’occhio del visitatore è l’enorme scenografia ottocentesca di Romolo Liverani dedicata ai drammi del Venerdì santo, allestita nell’abside per cui era nata dopo un ottimo restauro.

Nella cappelle laterali sono presenti opere recenti di Samorì e Coltro insieme a opere antiche come la tela settecentesca di Francesco Bosi, un frammento di crocefisso del ‘400 e un volto di Cristo di Rouault del 1922.

Imponente è il lavoro di Lucia Bubilda Nanni dal titolo sonnambuli (2012-16) che in questo contesto assume un riferimento ad un’attesa di speranza. Della stessa autrice è l’evocativo allestimento immersivo e al buio di decine di ritratti cuciti a filo su tela che riprendono le immagini lasciate dai parenti per i loro morti, deposti anonimamente nell’ossario del cimitero di Ravenna. Alla luce dei cellulari, i loro volti riprendono per un attimo a esistere, richiedono un atto di pietà e memoria. E mentre ci ritroviamo a illuminarli con la luce dei cellulari, ci ritroviamo inconsapevoli a ricalcare le figure di una foto di John Stanmeyer che ha fatto il giro del mondo: l’immagine che ha vinto il Word Press Photo nel 2013 riprende alcuni emigranti nella notte, sul procinto di partire per mare da una spiaggia della Somalia, mentre cercano il segnale per mandare un ultimo messaggio ai loro cari.

Gli orari di apertura fino a domenica compresa sono 10-12.30 e 16.30-19.
Oggi, giovedì 29 giugno, alle 20.30, saggio di fine anno della Scuola di Musica Sarti con le offerte raccolte che andranno a favore della stessa scuola i cui spazi sono stati fortemente colpiti dall’alluvione.

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