Rossini Open torna a Lugo, ma in quattro nuovi spazi

Dopo l’alluvione il Teatro Rossini è inagibile, così il festival si propaga in città e nel forese. Partenza il 22 ottobre alla Chiesa del Carmine con la Filarmonica Toscanini e Carolin Widmann

Carolin Widmann, Violin By Lennard Ruehle (1)

Carolin Widmann

Il festival “Rossini Open” nacque nel 2021 e riportò il Teatro Rossini, dopo diversi anni, tra i beneficiari del Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero della Cultura. Poi nel 2022 “Rossini Open” tornò in teatro, con la riapertura del teatro lughese dopo i necessari lavori di restauro e adeguamento antisismico.

“Rossini Open” edizione 2023 conosce un’ulteriore declinazione e adeguamento, a seguito dell’attuale inagibilità del Teatro Rossini causata dall’alluvione del maggio scorso. Il Rossini è di nuovo un cantiere e lo rimarrà per alcuni mesi, ma l’attività musicale non si ferma, “esce” dal teatro e si propaga in quattro nuovi spazi cittadini e del forese, per un totale di quindici eventi che si svolgeranno dal 22 ottobre al 20 dicembre 2023: l’Oratorio di Sant’Onofrio che ospiterà 7 eventi, la Chiesa del Carmine (4 eventi), il Teatro di San Lorenzo (2 concerti) e l’Antica Pieve di Campanile in località Santa Maria in Fabriago (2 concerti).

Nonostante la forzata riduzione del cartellone e degli organici coinvolti, rimane invariata la filosofia di “Rossini Open”, il dialogo tra diversi generi musicali, dal classico al contemporaneo fino al rock e al jazz, e tra diverse forme d’arte come la poesia e la musica, con un’attenzione particolare anche alla voce di musicisti legati al nostro territorio, mantenendo un legame naturale col grande repertorio cameristico, lirico e sinfonico.

In tal senso si giustifica il concerto inaugurale del 22 ottobre con la presenza della prestigiosa Filarmonica Toscanini di Parma, con la partecipazione straordinaria della violinista e direttrice tedesca Carolin Widmann. Notevole il programma creato appositamente con un organico orchestrale adatto al palcoscenico della Chiesa del Carmine, con due rare opere di Fanny Mendelssohn e Clara Schumann affiancate a opere dei loro più famosi parenti: il fratello Felix Mendelssohn e il marito Robert Schumann. Ecco dunque in apertura le Tre Fughe su temi di J. S. Bach di Clara Schumann nella versione per orchestra d’archi di Andrea Luca Beraldo e l’Adagio ma non troppo dal Quartetto per archi n. 1 in mi bemolle maggiore di Fanny Mendelssohn, (Michaela Costea, spalla della Toscanini ne sarà il violino concertatore) quindi i due grandi Concerti per violino e orchestra di Mendelssohn (in do minore op. 64) e Schumann (in re minore) con Carolin Widmann al violino e alla direzione. Proprio questi due concerti sono oggetto della sua ultima incisione (2016) per la leggendaria etichetta ECM con la Chamber Orchestra of Europe. Anche in questo caso la stella tedesca dell’archetto dirigeva dallo strumento.

Ancora alla Chiesa del Carmine, venerdì 27 ottobre protagonista sarà lo storico organo Callido (1797), uno dei migliori organi del grande costruttore veneto, che fu spesso suonato da Gioachino Rossini allorché abitava a Lugo e studiava coi fratelli Malerbi. A interpretare l’integrale delle rare musiche originali per organo di Giacomo Puccini sarà l’organista cremonese Paolo Bottini, titolare dell’organo del Duomo di Cremona, grande concertista e studioso del suo strumento, organista liturgico per vocazione che nel corso del biennio 2012-13 ha prestato servizio quale organista supplente al petit Cavaillé-Coll della chiesa della Trinità a Parigi, ove fu titolare il grandissimo Olivier Messiaen. Sempre a Parigi, ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione di organista liturgico rilasciato dalla diocesi. Concertista sin dal 1997, Bottini è particolarmente attento nella ricerca di programmi originali nonché nella valorizzazione delle qualità orchestrali degli organi.

Lunedì 6 novembre ci si sposterà nel vicino Oratorio settecentesco di Sant’Onofrio per ascoltare il concerto di due grandi talenti formati con il Maestro Mauro Minguzzi alla Scuola “Giuseppe e Luigi Malerbi” di Lugo: stiamo parlando di Sofia Donato e Riccardo Martinelli, due giovanissimi interpreti che hanno vinto numerosi concorsi pianistici internazionali e che spesso si sono esibiti sullo stesso palcoscenico condividendo il successo del pubblico. Sofia Donato suonerà la Fantasia op. 28 di Mendelssohn, lo Scherzo in mi bemolle minore op. 4 di Brahms e i Sei Pezzi per pianoforte di Respighi, mentre Riccardo Martinelli si confronterà con la Sonata in fa maggiore Hob. XVI: 23 di Haydn, la Sonata n. 2 in sol minore op. 22 di Schumann e la Sonata Tragica op. 39 n. 5 di Medtner.

Giovedì 9 novembre di nuovo al Carmine sull’organo Callido, ecco l’organista Irene De Ruvo, specializzata in organo barocco a Basilea con J. Z. Zehnder e titolare di cattedra a Cosenza, impegnata in un singolare programma intitolato “Le radici nella musica popolare” con musiche cinque e seicentesche di Francesco Feroci, Domenico Zipoli, Johann Kaspar Kerll, Girolamo Frescobaldi, Christian Erbach, Johann Froberger, Bernardo Storace e Giovanni Battista Dalla Gostena. Autore quest’ultimo di cui Irene De Ruvo ha inciso l’opera organistica nel 2016 per la raffinata etichetta belga Arcana.

Sabato 11 novembre nell’Antica Pieve di Campanile in località Santa Maria in Fabriago (il Campanile risale all’XI secolo) ecco il concerto Teleion – frammenti di musica greca antica con la voce di Camilla Lopez e il pianoforte di Matteo Ramon Arevalos. Ossia una rarissima serata di archeologia musicale in cui i due artisti (la Lopez formatasi al Teatro delle Albe e nella compagnia Fanny&Alexander, Arevalos di formazione classica e poi dedito a esplorazioni musicali nei più diversi repertori) propongono una loro ricostruzione e reinterpretazione della musica greca a partire dallo studio profondo dei pochi frammenti greco antichi rimastici (una trentina in tutto) e l’analisi dei testi antichi (da Platone ad Aristotele) in cui è citata l’arte musicale. Il risultato è un’affascinante proposta che lega la musica più antica a uno dei luoghi più antichi del territorio e che incanterà gli spettatori in un ambiente veramente unico.

Sabato 18 novembre all’Oratorio di Sant’Onofrio concerto straordinario del pianista imolese Pietro Beltrani interamente dedicato alla musica di Sergej Rachmaninov, in occasione del 150esimo anniversario della nascita. Apprezzato anche come jazzista, allievo di Giorgio Farina e perfezionatosi con Franco Scala e Piero Rattalino all’Accademia di Imola, Pietro Beltrani è ormai considerato fra i più interessanti interpreti del compositore russo, di cui ha inciso nel 2019 il Rach3 (il celebre terzo concerto per pianoforte e orchestra) e l’integrale delle trascrizioni pianistiche. Compact disc quest’ultimo che ha ricevuto il consenso incondizionato della critica internazionale e le “Cinque Stelle” della rivista “Musica”.

Mercoledì 22 novembre all’Oratorio Sant’Onofrio serata di poesia e musica con il violoncellista Michele Marco Rossi che incontra Valerio Magrelli, tra i più importanti e conosciuti poeti italiani viventi. Millennium Poetry è un “viaggio sentimentale” – come lo definisce lo stesso Magrelli – nella storia e nell’evoluzione della poesia italiana, dalle origini dell’Indovinello Veronese ai versi della contemporaneità, di cui Magrelli è affermato protagonista. Già ampiamente apprezzato dal pubblico dei lettori quanto da quello televisivo per i suoi numerosi interventi a carattere divulgativo e di immediato impatto, Magrelli incontra uno degli esponenti più rappresentativi del pensiero musicale contemporaneo, Michele Marco Rossi, in un percorso congiunto che attraverso i versi dei grandi poeti e le note dei compositori di tutte le epoche traccia una linea, uno spaccato dell’esperienza umana.

Domenica 26 novembre nell’Antica Pieve di Campanile a Santa Maria in Fabriago, esibizione del formidabile Quartetto Mirus formato da Massimiliano Canneto e Federica Vignoni (violino), Riccardo Savinelli (viola) e Luca Bacelli (violoncello), alias uno dei migliori quartetti italiani della scena internazionale formato nel 2008 da quattro strumentisti dell’Orchestra Mozart, l’ultima creatura musicale di Claudio Abbado. Quasi un omaggio al grande direttore milanese scomparso nel 2014 sembra l’impaginato del concerto a “Rossini Open”: dopo l’ascolto dei Tre Pezzi per quartetto d’archi di Igor Stravinskij e il Quartetto op. 95 di Beethoven, il Quartetto Mirus interpreterà “La Morte e la Fanciulla”, cioè il Quartetto n. 14 in re minore D. 810 di Franz Schubert, uno dei più grandi capolavori per quartetto d’archi, composto nel 1824, pubblicato postumo nel 1831, che ha sempre goduto popolarità, soprattutto per il secondo tempo, il mirabile “Andante con variazioni” sul tema liederistico già utilizzato nel febbraio del 1817, su testo del poeta tedesco Matthias Claudius (1740-1815), in Der Tod una das Mädchen, (La morte e la fanciulla), che ha dato poi il titolo all’intera composizione. Un pensiero di rassegnata tristezza grava sul tema principale della variazione, indicato da Schubert con queste parole pronunciate dal personaggio simbolico della morte, consolatrice di ogni umano affanno: «Non aver paura, non ti faccio male. Riposerai dolcemente sulle mie braccia».

Sempre all’Oratorio di Sant’Onofrio mercoledì 29 novembre si potrà ascoltare il programma “…tra Cielo e Terra, Musica di infinito e di istanti” col duo formato dal flautista Massimo Ghetti e dalla pianista Annalisa Mannarini, entrambi apprezzati docenti alla Scuola a indirizzo musicale “Innocenzo da Imola” e ideatori di programmi innovativi. Come quello proposto al “Rossini Open”, ben descritto in una nota dagli stessi interpreti: «Alla musica che trascende il tempo si unisce il senso terreno dell’istante, ma non per questo effimero. La sospensione del tempo è solo un pretesto per godere della luce di questa bellezza mutevole, sfuggente». Ecco dunque singolari accostamenti di musiche originali o trascritte di J. S. Bach, L.Bernstein, A. Casella, L. Maya, N. Rota, C. Corea, M. Pilati, P. Metheny, H. Hancock.

Lunedì 4 dicembre all’Oratorio di Sant’Onofrio giunge il Trio d’ance della Filarmonica Arturo Toscanini formato da Gian Piero Fortini oboe, Daniele Titti clarinetto e Davide Fumagalli fagotto. Il trio si è costituito all’interno della compagine orchestrale da cui prende il nome. È formato dalle tre prime parti che, oltre a vantare una importante formazione individuale, collaborano con Accademie e Conservatori italiani. Nasce sul modello degli ensemble, di fiati che, a partire dal ‘700, animavano le corti e i salotti nobiliari dei quali si apprezzava moltissimo il suono deciso, a volte scuro, di questi strumenti. Nei loro frequenti concerti, si cimentano con un repertorio vario e diversificato comprendente la musica del ‘700 e le musiche originali composte nel XX secolo, frutto dell’estro per lo più dei compositori francesi creatori di una importante letteratura per questo tipo di ensemble, di cui mettono in evidenza le enormi potenzialità coloristiche, e inoltre arricchiscono i loro programmi con autori crossover tra classica e jazz. In programma il Divertimento n. 1 in do maggiore e “Una donna a quindici anni” dal Così fan Tutte di Mozart, il Tema e Variazioni su “Là ci darem la mano” WoO 28 da Don Giovanni di Mozart, “Ma dall’arido stelo divulsa” da Un ballo in Maschera e la Parafrasi da concerto su temi de Il Trovatore di Giuseppe Verdi di Emilio Ghezzi.

Giovedì 7 dicembre sempre all’Oratorio Sant’Onofrio, è la volta del Quartetto Böcklin dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, formato da Clarice Binet e Alice Parente al violino, Francesco Zecchi alla viola e Maria Chiara Gaddi al violoncello. Intensissimo il programma proposto, che accosta il Quartetto per archi n. 8 in do minore op. 110 di Dmitri Shostakovich al celebre Quartetto n. 12 in fa maggiore op. 96 “Americano” di Antonin Dvorak.

Domenica 10 dicembre all’Oratorio di Sant’Onofrio esibizione del violoncellista lughese Antonio Cortesi, diplomato al Conservatorio di Cesena e all’Accademia di Imola con Orfeo Mandozzi e Marian Chen all’Accademia di Pinerolo, frequentatore di molteplici master class con Enrico Dindo, Hans Jorgen Jensen, Giovanni Gnocchi, Natalia Gutman, Luigi Piovano, Francesco Dillon e Jakob Spahn. Violoncellista in varie orchestre come la Giovanile Cherubini, l’Alpen Synphonie Orchester e la Corelli di Ravenna, da qualche tempo Cortesi ha messo a punto un singolare recital che prende il titolo “A delicate revolution”, in cui alterna proprie composizioni ad alcune pagine per violoncello solo di Johann Sebastian Bach (Suites), Domenico Gabrielli (Ricercare n. 1), Dimitri Kabalevsky, Max Richter (Monologue) e Dmitri Kabalevsky (Lied& March).

Mercoledì 13 dicembre ci si dirige al Teatro di San Lorenzo per il primo di due concerti “crossover”, in cui il principio della “contaminazione” è perfettamente speculare: col Nonetto History of Rock (corno e archi) nato in seno alla Giovanile Luigi Cherubini ascolteremo celebri brani dei Rolling Stones, Queen, Pink Floyd, ADCD e Rem, riarrangiati in versione classica dal contrabbassista Claudio Cavallin.

Venerdì 15 dicembre col noto cantante e compositore John De Leo (ex front man del gruppo pop-rock Quintorigo) succederà l’opposto: un brano classico come l’Adagio della Sonatine di Ravel, viene rielaborato e declinato come pezzo rock con la inconfondibile voce di John De Leo insieme alla Grande Abarasse Orchestra.

Quindicesimo e ultimo evento di “Rossini Open” è in programma mercoledì 20 dicembre con il Corelli Ensemble e il Coro Ecce Novum diretto da Silvia Biasini per l’esecuzione di Stabant Matres del compositore pesarese Paolo Marzocchi: la locandina recita “parabola spirituale per cinque voci soliste, tre attrici, coro misto e ensemble strumentale, musica di Paolo Marzocchi, testi di Guido Barbieri. È una intensa opera contemporanea in cui il classico Stabat Mater viene declinato al plurale, Stabant Matres. Interpreti i soprani Valentina Coladonato, Manuela Rasori, Clara La Licata, Benedetta Gaggioli e il mezzosoprano Simona Mastropasqua con le attrici della Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”. Ma nessuno meglio dell’autore del testo, il critico musicale e storico della musica Guido Barbieri, può descrivere lo spettacolo, che ha debuttato con grande successo al Ravenna Festival nel luglio scorso: «Lungo la genealogia di Gesù, con cui si apre il Vangelo di Matteo, nella linea che lo riconduce a Davide, ci sono quattro donne: Tamar, sposa di Giuda; Rahab, moglie di Salmon, che genera Booz; Rut, sposa di Booz e madre di Obed, padre di Iesse che infine genera re Davide; e Betsabea che con questi genera Salomone. Alle antenate che mai hanno visto il Salvatore si aggiunge poi Maria. Con una produzione del tutto originale e nell’intreccio di canto, recitazione e musica, si evocano queste antiche madri, che non appartengono al popolo di Israele e, tranne Betsabea, arrivano dagli strati più umili della società – assumendo talvolta anche i panni di prostitute. Gli esegeti biblici non hanno dubbi: Cristo è figlio del “popolo eletto”, ma per discendenza matrilineare rappresenta tutta l’umanità, senza distinzione di censo, di appartenenza e di identità».

Inizio concerti ore 20.30 / Prezzo biglietti: € 10,00

Vendita biglietti: dal 18 ottobre online sul sito www.vivaticket.com e presso i puni vendita vivaticket. Le sere di spettacolo dalle ore 19.30 presso le sedi dei concerti.

Info: www.teatrorossini.it / tel. 0545.299542 / biglietteria@teatrorossini.it

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