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    Categoria: economia

«Nessuno ha un piano B per gli espropri e nessuno dimostra che sono l’unica via»

Il presidente di Sapir difende la società a maggioranza pubblica
«Non ci interessa cosa scelgono di fare gli altri privati»

«Sapir ha semplicemente chiesto all’Autorità portuale di uscire dalla procedura di esproprio garantendo la disponibilità a ricevere gratuitamente sulle proprie aree il materiale proveniente dalle casse di colmata, visto che su quelle aree c’è un progetto Sapir di sviluppo della logistica portuale che non è ancora partito. Non esiste un piano anti espropri di Sapir. Esiste solo un piano per evitare l’esproprio delle nostre aree». Le parole di Matteo Casadio, presidente del noto terminalista del porto di Ravenna a controllo in maggioranza pubblico, si inseriscono nel dibattito sul Progettone che nelle ultime settimane ha assunto toni piuttosto accesi dopo che il presidente di Confindustria Guido Ottolenghi si è dimesso dal comitato portuale in aperta rottura con il presidente di Ap, Galliano Di Marco.

Casadio ci tiene a specificare che Sapir parla solo per se stessa, senza farsi portavoce di altri interessi: «Non so se anche altri privati siano disponibili a prendere i nostri stessi impegni al fine di evitare l’esproprio, ma questo a Sapir non interessa e non significa che si ritengano sbagliati gli espropri degli altri privati».

Le precisazioni di Casadio, in una lettera aperta inviata alle redazioni locali (la vesione integrale scaricabile in pdf dal link in fondo alla pagina), arrivano il giorno in cui Il Resto del Carlino fa riferimento a un presunto piano anti espropri elaborato da Sapir avvalendosi del parere di legali che conferebbero la non esclusività dell’esproprio come modalità per reperire le aree necessarie per la collocazione dei fanghi provenienti dai terreni di escavo del Candiano. «Quando sulla stampa incominciano a venire fuori notizie ed informazioni riservate che strumentalizzano Sapir per fini estranei al suo interesse, nonché virgolettati attribuiti arbitrariamente non si sa a chi, con affermazioni non vere, allora non posso tacere per tutelare la società, chi ci lavora, i suoi amministratori, i suoi azionisti, nonché la sua storia. Sapir non si usa per fare giochetti».

Sapir aveva annunciato la propria disponibilità a dare gratuitamente le aree al fine del collocamento del materiale proveniente dalle casse di colmata con un comunicato stampa di fine gennaio: «Questo non significa che, al di là dei pareri dei consulenti legali, Sapir abbia intrapreso una battaglia contro gli espropri decisi dall’Autorità portuale». Di Marco ha detto, anche sulla stampa, che Ap sta valutando la proposta «e sulla base della risposta – riassume Casadio – Sapir deciderà cosa fare».

Non risparmia di rivolgere una critica a Di Marco e Ottolenghi, i due grandi duellanti di questo scontro. Non li nomina apertamente in questo passaggio ma è facile leggere tra le righe: «Nessuno ha un piano anti espropri, perché nessuno ha mai spiegato pubblicamente come si potrebbe fare per evitare questo epilogo. E, d’altra parte, nessuno ha ancora dimostrato in modo inoppugnabile che l’esproprio sia la sola strada percorribile. Ci si è accorti che era il caso di prendersi, finalmente, un po’ di tempo in modo tale che tutti si possano chiarire le idee».