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    Categoria: economia

È rinato l’Antico Porto di Classe: una folla all’inaugurazione. Il percorso nel dettaglio

Le congratulazioni e il sostegno del ministro Franceschini, mentre
la fondazione RavennAntica guarda già al museo all’ex zuccherificio

Alle 18.30 l’ingresso del sito archeologico era già affollato: nello spazio davanti al centro visite c’erano moltissimi cittadini accorsi per fare il primo giro fra i reperti in una giornata che resterà storica a Ravenna, quella del 28 luglio, giorno dell’inaugurazione dell’Antico Porto di Classe.

Non mancavano naturalmente nemmeno le autorità: oltre al ministro Dario Franceschini, che ha affiancato il sindaco Matteucci nel taglio del nastro, erano presenti anche, tra gli altri, l’assessore regionale al Turismo Corsini, l’ex sindaco e senatore Mercatali e il presidente dell’Autorità portuale.

Ad aprire la cerimonia è stata la presidente della fondazione RavennAntica, che ha realizzato il parco, Elsa Signorino, che ha espresso la propria soddisfazione per il traguardo raggiunto, ricordando però che c’è ancora molto da fare: «Oggi è un giorno di festa, ma da domani si riprende a lavorare. Da una parte per la realizzazione del Parco Archeologico di Classe, che l’anno prossimo si arricchirà con il Museo della Città e del Territorio, ricavato nell’ex Zuccherificio, e in seguito con gli scavi della basilica di San Severo. Dall’altra per la fondamentale opera di manutenzione di questo sito, affidata al Gruppo Archeologico Ravennate». La presidente ha sottolineato il fatto che l’apertura al pubblico dell’Antico Porto sia il frutto della collaborazione fra istituzioni e competenze diverse, e ha chiesto al ministro Franceschini un sostegno per il futuro, come riconoscimento di questo importante risultato.

Nel suo intervento Franceschini, oltre a promettere pieno appoggio nella valorizzazione del progetto, ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro compiuto dalla Fondazione RavennAntica: «Luoghi come il Porto di Classe sono un patrimonio dell’umanità: bisogna tutelarli ma anche valorizzarli, proprio come è stato fatto qui a Ravenna». Ha inoltre insistito sulla necessità di allargare l’offerta culturale italiana, per rafforzare i flussi turistici e farli confluire in città come Ravenna, che custodiscono veri e propri tesori, alleggerendo così la pressione sulle mete principali – Venezia, Firenze e Roma – che ormai non riescono più a sostenere da sole le masse di visitatori.

Al termine dei discorsi inaugurali è partito il giro nell’area archeologica. Un corteo ininterrotto di persone di tutte le età si è inoltrato fra gli scavi, fermandosi a leggere i pannelli didascalici o a scattare fotografie, mentre alcune guide illustravano il sito.
Il percorso prevede una prima sosta all’interno del centro visite, in una stanza ellittica dove una presentazione multimediale trasporta gli spettatori nel contesto storico cui appartengono i resti del porto. Su una colonna al centro della sala è proiettata l’immagine animata di un abitante della Classe antica, un mercante che racconta le vicende della città, dalla fioritura in età bizantina al declino nel VII secolo.
Poi si entra nel sito. Subito si attraversa un ponte che scavalca un piccolo specchio d’acqua. L’intento di questo bacino – frutto di un elaborato intervento idrogeologico – è suggerire la presenza del mare, che in passato lambiva le costruzioni ora circondate solo da distese d’erba.

La passeggiata si snoda fra le fondamenta dei magazzini che un tempo contenevano vino, cereali e altre merci provenienti dall’Oriente e dal Nordafrica. In alcuni punti si trovano i pannelli didattici e le lastre prospettiche: guardando attraverso queste lastre si può avere un’idea dell’aspetto originale degli edifici, di cui rimangono soltanto le fondamenta. Sullo sfondo, oltre i campi, si vede il campanile di Sant’Apollinare. L’ultima parte del percorso è leggermente sopraelevata rispetto agli scavi e consente una visuale completa dell’area, in particolare da due postazioni aggettanti, i “belvedere”.

Ai primi visitatori si sono uniti più tardi anche i 150 partecipanti al bike trekking sulle tracce sorico-archeologiche di Sant’Apollinare, organizzato da Trail Romagna in collaborazione con RavennAntica, Università, Soprintendenza e Archidiocesi che hanno aperto per l’occasione monumenti e scavi. Dopo la partenza da Piazza del Popolo, il gruppo ha raggiunto prima Sant’Apollinare Nuovo poi Sant’Apollinare in Classe, e ha proseguito per gli scavi della Chiesa di San Severo, guidato lungo il percorso da un team di esperti: Mauro Mazzotti (studioso), Massimiliano Casavecchia (architetto), Cetty Muscolino (storico dell’arte), Paola Novara (dottore di ricerca in archeologia), Enrico Cirelli (archeologo), Giovanna Montevecchi (archeologa). La biciclettata si è conclusa all’Antico Porto di Classe al tramonto, dove i ciclisti hanno trovato ad accoglierli una visita guidata e in conclusione un ristoro con la classica piadina con la salsiccia.