Le congratulazioni e il sostegno del ministro Franceschini, mentre
la fondazione RavennAntica guarda già al museo all’ex zuccherificio
Non mancavano naturalmente nemmeno le autorità: oltre al ministro Dario Franceschini, che ha affiancato il sindaco Matteucci nel taglio del nastro, erano presenti anche, tra gli altri, l’assessore regionale al Turismo Corsini, l’ex sindaco e senatore Mercatali e il presidente dell’Autorità portuale.
Nel suo intervento Franceschini, oltre a promettere pieno appoggio nella valorizzazione del progetto, ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro compiuto dalla Fondazione RavennAntica: «Luoghi come il Porto di Classe sono un patrimonio dell’umanità: bisogna tutelarli ma anche valorizzarli, proprio come è stato fatto qui a Ravenna». Ha inoltre insistito sulla necessità di allargare l’offerta culturale italiana, per rafforzare i flussi turistici e farli confluire in città come Ravenna, che custodiscono veri e propri tesori, alleggerendo così la pressione sulle mete principali – Venezia, Firenze e Roma – che ormai non riescono più a sostenere da sole le masse di visitatori.
Al termine dei discorsi inaugurali è partito il giro nell’area archeologica. Un corteo ininterrotto di persone di tutte le età si è inoltrato fra gli scavi, fermandosi a leggere i pannelli didascalici o a scattare fotografie, mentre alcune guide illustravano il sito.
Il percorso prevede una prima sosta all’interno del centro visite, in una stanza ellittica dove una presentazione multimediale trasporta gli spettatori nel contesto storico cui appartengono i resti del porto. Su una colonna al centro della sala è proiettata l’immagine animata di un abitante della Classe antica, un mercante che racconta le vicende della città, dalla fioritura in età bizantina al declino nel VII secolo.
Poi si entra nel sito. Subito si attraversa un ponte che scavalca un piccolo specchio d’acqua. L’intento di questo bacino – frutto di un elaborato intervento idrogeologico – è suggerire la presenza del mare, che in passato lambiva le costruzioni ora circondate solo da distese d’erba.
La passeggiata si snoda fra le fondamenta dei magazzini che un tempo contenevano vino, cereali e altre merci provenienti dall’Oriente e dal Nordafrica. In alcuni punti si trovano i pannelli didattici e le lastre prospettiche: guardando attraverso queste lastre si può avere un’idea dell’aspetto originale degli edifici, di cui rimangono soltanto le fondamenta. Sullo sfondo, oltre i campi, si vede il campanile di Sant’Apollinare. L’ultima parte del percorso è leggermente sopraelevata rispetto agli scavi e consente una visuale completa dell’area, in particolare da due postazioni aggettanti, i “belvedere”.