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    Categoria: economia

Agromafie, Ravenna terza in regione per penetrazione della malavita organizzata

Indagine Eurispes con Coldiretti sulla base di 29 indicatori specifici viene rappresentata la diffusione malavitosa

Un livello medio-basso di penetrazione dell’associazionismo criminale che le vale sì il 77esimo posto a livello nazionale ma anche il terzo gradino del podio emiliano-romagnolo: è lo scenario per la provincia di Ravenna che emerge dall’indice di organizzazione criminale (Ioc) elaborato dall’Eurispes nell’ambito del quarto rapporto agromafie con Coldiretti e l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

Sulla base di 29 indicatori specifici viene rappresentata la diffusione e l’intensità, in una data provincia, del fenomeno dell’associazione criminale, in considerazione delle caratteristiche intrinseche alla provincia stessa e di conseguenza sia di eventi criminali denunciati sia di fattori economici e sociali. «In Emilia Romagna – rileva Coldiretti – il grado di penetrazione malavitoso è più evidente nelle zone romagnole, anche se risulta contenuto rispetto al resto della penisola. Nella classifica ricavata da Eurispes con l’indice Ioc, la prima provincia in regione per presenza della criminalità è Rimini, con un Indice di Organizzazione Criminale del 21,7, che la colloca al primo posto in regione, ma al 61simo posto in Italia. Le province emiliano romagnole si collocano tutte al di sotto della media nazionale dello Ioc pari al 29,1, però emerge una penetrazione della malavita che mette a rischio la concorrenza e il libero mercato legale, soffocando l’imprenditoria onesta e compromettendo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy».

Le denunce del rapporto agromafie mettono in risalto come nel nostro Paese questo genere di notizie vengano alla luce poiché esiste un controllo severo, anche perché i consumatori possono contare sull’impegno dei diversi comparti specializzati delle forze dell’ordine, dei ministeri dell’Agricoltura, della Salute e della Giustizia. Grazie all’attività delle autorità preposte è stato possibile anche nella nostra regione confiscare beni immobili e aziende alla criminalità organizzata. Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, nella nostra regione sono stati sequestrati 230 beni immobili, di cui 78 destinati, 145 in gestione totale e 7 usciti dalla gestione. Le aziende sequestrate sono state 44, di cui 13 destinate, 19 in gestione e 12 già uscite dalla gestione.