Quei minorenni fuori famiglia: l’Asp nel 2015 ha speso quasi 4 milioni di euro

Sono una quarantina gli under 18 in comunità, un centinaio invece
quelli in affido ad altre famiglie. E crescono i “non accompagnati”

È diventata una partita da quasi quattro milioni di euro all’anno di fondi pubblici quella che riguarda i minorenni (nei comuni di Ravenna e di Russi) a carico dell’Asp, l’azienda pubblica che si occupa dei servizi sociali.

«La nostra principale funzione è semplicemente tutelare i minori», chiarisce subito Samuele Bosi, da neanche un anno responsabile del rispettivo servizio dell’Asp, replicando anche al refrain vagamente complottista dei «servizi sociali che portano via i bambini alle famiglie».

Certo, capita anche a Ravenna di dover allontanare bambini dal nucleo naturale. In media una decina di volte all’anno, ma quasi sempre su decisione del tribunale (i servizi sociali hanno comunque facoltà di procedere autonomamente, secondo il codice civile).

Quando un minore viene allontanato dalla propria famiglia naturale (o è la stessa famiglia a volersene disfare, come può capitare, chiedendo l’aiuto dei servizi) viene ospitato in alcune comunità, case famiglia o centri educativi, dove a rigor di legge non dovrebbero restare per più di due anni, per poi fare ritorno nella propria famiglia (che nel frattempo gli assistenti sociali dovranno aver però “recuperato”) o in quella di genitori affidatari.

Erano una quarantina (a cui ne vanno aggiunti altri 29 in comunità insieme alle rispettive madri), a fine 2015, i minorenni detti “fuori famiglia”, sistemati in strutture a carico dell’Asp nei comuni di Ravenna e Russi, per una spesa annua complessiva di circa 2,2 milioni di euro di risorse pubbliche. Per ogni minore, infatti, l’Asp corrisponde a chi li ospita (non solo in strutture del territorio, ma spesso su richiesta del tribunale anche fuori provincia o regione) una retta che va da 76 euro fino a 120 al giorno, a seconda delle esigenze del minorenne. «In futuro – rivela Bosi – stiamo pensando alla possibilità di fare un bando pubblico (finora l’affidamento è diretto di volta in volta in base ai posti disponibili, ndr) per cercare di abbassare la spesa complessiva ed evitare che le strutture possano fare una sorta di “cartello”».

Nel Ravennate sono sei le strutture (tutte al momento piene o quasi) che ospitano minorenni in convenzione con l’Asp o con i Servizi sociali di altre città: il Villaggio del Fanciullo di Ponte Nuovo, i centri La Fenice e Tandem (gestiti dalla cooperativa sociale Il Cerchio), l’onlus Arcobaleno (collegata alla parrocchia di San Rocco) e la comunità Monsignor Morelli in pieno centro; fuori città invece da segnalare le comunità di Piangipane e di San Michele. Quasi tutti questi centri (fatta eccezione per il Morelli e l’Arcobaleno) ospitano esclusivamente i cosiddetti “non accompagnati”, cittadini stranieri minorenni giunti sul territorio senza famiglia, un fenomeno in rapida espansione in questi ultimi anni e che vedeva a fine 2015 la presenza di 110 soggetti (il doppio rispetto solo al 2012 quando erano 52), per cui complessivamente l’Asp ha speso l’anno scorso, in netta crescita quindi rispetto al passato, circa 1,3 milioni di euro.

Dalle varie comunità, come detto, i minori (stranieri non accompagnati compresi, anche se in rari casi) escono anche per essere accolti temporaneamente (la legge prevede un massimo di 4 anni) in famiglie affidatarie. A fine 2015 erano un centinaio (101 per la precisione) i minori in affido, tra cui una ventina con il “sostegno”, ossia con una famiglia che affianca quella naturale solo per alcuni momenti al giorno. L’Asp offre in questo caso un corrispettivo di 500 euro al mese a famiglia affidataria per sostenere le spese dei minori e l’anno scorso per questo motivo sono stati spesi complessivamente circa 340mila euro.
Anche in caso di affido, però, l’obiettivo finale dei servizi sociali è sempre quello di riportare il minorenne nella sua famiglia naturale. Nel caso che invece il servizio sociale e sanitario certifichino l’impossibilità del recuperarla, viene dichiarato lo stato di abbandono dal tribunale e il minorenne diventa a tutti gli effetti adottabile.

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