La sentenza della Corte di giustizia Ue «Le spiagge vanno messe all’asta»

Bocciata la proroga automatica al 2020 concessa dal Governo
Ora serve soluzione rapida per evitare sanzioni dall’Europa

Una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, depositata oggi 14 luglio, stabilisce che le concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente alla scadenza ma vanno messe a gara. Bocciata quindi la proroga automatica dal 2015 al 2020, concessa dal Governo italiano, per le autorizzazioni rilasciate dallo Stato a imprese private per svolgere attività turistico-ricettive balneari a fronte del pagamento di un canone. La sentenza tocca da vicino il territorio ravennate: i 47 km del tratto di costa della provincia, suddivisa fra i comuni di Ravenna e Cervia, contano circa 400 concessionari per quasi altrettanti stabilimenti balneari (ogni concessione ha un canone annuo che varia, a seconda della superficie, da circa 8mila euro fino oltre 30mila a cui si sommano i 5-6mila euro necessari per garantire il servizio salvataggio).

Soluzione temporanea.
Una sentenza importante che ribadisce un orientamento più volte espresso dall’Ue ma che nell’immediato non avrà conseguenze. Il Governo dovrà sanare nell’immediato la situazione di irregolarità ed evitare sanzioni da Bruxelles: la soluzione potrebbe essere un emendamento inserito nel decreto enti locali.

Bolkestein? Chi era costui?
Tutto gira intorno alla direttiva dell’Ue formalmente identificata dalla sigla 2006/123/CE ma molto più nota come direttiva Bolkestein dal nome del politico olandese Frederik “Frits” Bolkestein, il commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi che ha sostenuto la sua approvazione. La Bolkestein è stata presentata dalla Commissione europea nel febbraio del 2004 e emanata nel 2006, la legislazione italiana l’ha recepita tramite l’approvazione del decreto legislativo numero 59 del 26 marzo 2010. La direttiva si concentra sui servizi del mercato unico europeo e si occupa di concorrenza: per quanto riguarda in particolare le attività dei bagnanti prevede la possibilità a tutti, anche ad operatori di altri Paesi dell’Ue, di partecipare ai bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni. Le cosiddette aste per le spiagge. Invece il Governo approvò una legge per slittare al 31 dicembre 2020 la scadenza delle concessioni delle spiagge su tutta la costa italiana fissata al 31 dicembre 2015, confermando gli stessi concessionari senza gara ad evidenza pubblica. Una proroga automatica.

Il ricorso al Tar
Contro la proroga al 2020 – la seconda dopo una prima che aveva già spostato la scadenza dal 2013 al 2015, in entrambi i casi per prendere tempo per arrivare a legiferare in materia senza che ancora sia accaduto – hanno fatto ricorso al Tar due imprese interessate a subentrare in due concessioni demaniali esistenti in Sardegna e in Lombardia, rinnovate senza apertura al mercato. I due tribunali amministrativi regionali hanno così rivolto una questione pregiudiziale alla Corte europea chiedendo di verificarne la compatibilità del comportamento italiano con il diritto comunitario. In particolare i giudici del Tar dubitavano della legittimità dell’automatismo per la proroga. A febbraio l’Avvocatura generale della Corte aveva dato parere negativo sul comportamento italiano ma si attendeva il pronunciamento ufficiale della Corte di Giustizia arrivato oggi.

Cna pronta alla lotta
«Ora ci vuole un intervento immediato del Governo con una norma temporanea di salvaguardia per evitare il caos e possibili problemi giuridici, in attesa di potere analizzare in maniera seria testi scritti di riforma da valutare», dicono in coro da Punta Marina Nevio Salimbeni, responsabile di Ravenna e Cervia per Cna Balneatori e gli imprenditori Luca Rosetti (bagno Tiziano) e Mauro Farinella (bagno Medusa). «Chiediamo al Governo misure non convenzionali e un intervento finalmente forte verso l’Europa per garantire l’impresa balneare italiana messa a rischio dall’applicazione di una direttiva che non dovrebbe nemmeno riguardarla». Cna Balneatori annuncia che manterrà vivo un presidio permanente «che potrà prendere altre forme più clamorose di lotta se non ci sarà un immediato intervento del Governo e una discussione nel merito delle norme proposte».

Paglia (Sinistra italiana) contro la Bolkestein
«Siamo sempre stati contrari alla politica della proroga perché convinti che avrebbe semplicemente rimandato un problema senza offrire una soluzione», dice Giovanni Paglia, deputato di Sinistra italiana. Ma sottolinea che «ci opponiamo da un decennio alla direttiva Bolkestein e riteniamo che uno Stato democratico dovrebbe poter decidere come utilizzare un bene comune importante e inalienabile come le spiagge. Resta tuttavia il fatto che se non si ha la forza di modificare una norma europea, ci si deve adattare per tempo a rispettarla, pensando anche a come approfittare di questo momento per garantire per il futuro canoni adeguati, pieno rispetto dei contratti di lavoro, massima accessibilità alle spiagge».

Pini (Ln) accusa Renzi di tradimento
Il deputato della Lega Nord, Gianluca Pini, va all’attacco come suo stile: «Monti e Renzi: sono questi i nomi dei traditori, o comunque dei colpevoli della drammatica situazione creatasi, e vien da pensare che ci sia un disegno preordinato da parte della sinistra per svendere le nostre spiagge». Secondo il leghista di Fusignano «avrebbero potuto attivare la delega legislativa che avevo negoziato con l’Europa nel 2011 che avrebbe salvato le concessioni per 19 anni ma non lo hanno fatto. Anzi, hanno pasticciato una proroga pericolosa che ha portato dritti i balneari contro un muro, con il benestare delle loro associazioni di categoria sempre piú inutili».

Legacoop, professionalità da riconoscere
Legacoop Romagna, a nome delle 14 cooperative di bagnini che operano sul litorale da Ravenna a Rimini, chiede alle istituzioni di fare presto, dopo che la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha dichiarato illegittima la proroga automatica delle concessioni demaniali fino al 2020. «Purtroppo si tratta di un esito lungamento atteso, ragione in più per accelerare in direzione di una normativa nazionale che preservi il modello balneare che conosciamo e ponga le condizioni per un suo sviluppo. I cooperatori di Legacoop Romagna chiedono che vengano riconosciuti la professionalità dei gestori, il valore delle imprese, la capacità di aggregazione dell’offerta e un congruo periodo transitorio in grado di consentire alle imprese balneari di giungere alla legge di riordino del settore»

Coop Spiagge non ci sta a passare per abusivi
«Non è vero che siamo imprese abusive. Abbiamo proroghe valide rilasciate dagli enti pubblici, un titolo concessorio valido – dice il Maurizio Rustignoli, presidente della coop Spiagge -. Siamo comunque coscienti che a seguito della sentenza sia necessario provvedere ad un riordino delle concessioni e ci auguriamo che la Regione continui ad affiancarci. La politica deve entro pochi giorni dare una risposta concreta e tempestiva attraverso l’immediata approvazione del cosiddetto “decreto ponte” per poi procedere, anche qui velocemente, all’approvazione delle legge di riordino di concessioni e canoni».

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