Incontro al ministero: l’azienda del settore offshore ha tempo fino al 4 novembre per accettare la proposta delle istituzioni e dei sindacati
La Western Atlas di Ravenna, azienda storica che opera nel settore petrolifero on shore e off shore, è stata acquisita alla fine degli anni ’90 dalla multinazionale Baker Hughes, mantenendo nome e ragione sociale. A oggi i lavoratori impegnati nello stabilimento ravennate sono circa una cinquantina.
All’incontro ministeriale sono intervenuti le Regioni interessate (Abruzzo ed Emilia-Romagna), il Comune di Ravenna, le aziende (la Beker Hughes di Pescara e la controllata la Western Atlas di Ravenna), le organizzazioni sindacali di categoria territoriali Filctem Femca e Uiltec nonché rappresentanti dei lavoratori. Le istituzioni e i sindacati hanno chiesto di ritirare la procedura di mobilità aperta dall’azienda in previsione di una chiusura degli stabilimenti. Inoltre, Ministero e Regione Emilia-Romagna hanno proposto alla proprietà – che ha confermato di voler rimanere in Italia – di impegnarsi in un’ipotesi di ‘accordo di programma’ per sostenere la permanenza e lo sviluppo dell’azienda in questo settore. L’adesione, o meno, dell’azienda a questa ipotesi arriverà il prossimo 4 novembre, quando è stato convocato un altro incontro al ministero.
«Per la Regione – ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – è condizione necessaria e vincolante alla realizzazione di ‘accordo di programma’ la permanenza attiva del sito di Ravenna. Confermiamo che per noi è una priorità tutelare il grande patrimonio di professionalità, tecnologia e specializzazione nonché dell’occupazione, rilanciando i poli petrolchimici emiliano romagnoli. È necessario continuare a investire in processi di innovazione e ricerca».