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    Categoria: economia

Turismo: tra priorità e colpe del Comune La parola a tre addetti ai lavori

Dalla destinazione di Palazzo Rasponi alla gestione degli eventi, dalla
logistica alla nuova Dmo. Riflessioni di Donati, Mambelli e Salimbeni

Abbiamo chiesto a tre addetti ai lavori di esprimersi su tre priorità per il futuro sviluppo e sui tre errori più gravi commessi dal Comune di Ravenna nel comparto del turismo. Ecco cosa ci hanno risposto.

Filippo Donati, presidente nazionale Assohotel-Confesercenti:
«Il settore a Ravenna reclama interesse, competenza e responsabilità. Le tre priorità che io sostengo sarebbero una sorta di “reload” del nostro sistema, e non solo quello turistico.
1 – Logistica. Il movimento delle persone è una delle cifre della società contemporanea, la globalizzazione, che ci piaccia o no, ha infranto distanze e fusi orari. Ma da Ravenna a Bologna, in treno, servono 80 minuti…
2 – Dare prospettiva. Bisogna ripartire dalla creatività, dalla seduzione, dall’intelligenza, dal benessere e dal buon vivere. Serve un progetto, una sorta di piano strategico, che analizzi lo scenario competitivo, definisca scenari e strategie, si dia obiettivi generali e specifici e che, infine, individui le linee di intervento.
3 – Trasversalità. La chiave del successo è l’integrazione, e non parlo di sommatoria. Nella sommatoria 1+1 fa 2, nell’integrazione fa 1.
Gli errori sono sotto gli occhi di tutti: una città insaccata su se stessa, che si parla addosso, che sta vivendo, da anni, un periodo di prestazioni ridotte e di relazioni tra le parti (pubblico, privato e non solo) diffidenti.
Errore 1 – Non scelte. Eclatante la fine che sta facendo Palazzo Rasponi, un non luogo, pronto a tutto ma insufficiente per tutto. L’altro giorno al convegno Open Turismo una acustica raccapricciante. Hanno pure lasciato che si prendessero appunti tenendo fogli sulle gambe: è un fondamentale dell’accoglienza, quello di mettere a proprio agio gli ospiti.
2 – Paura. Paura di scegliere, abbiamo avuto paura delle sfide, dal 500esimo della Battaglia di Ravenna, sapientemente “evitato”, fino al percorso di Ravenna 2019, fatto con lo spirito giusto ma la mentalità sbagliata (il giorno del verdetto a Ravenna si era tutti chiusi in Muncipio mentre a Matera, in piazza c’era il “comunque vada party”, mi spiego?).
3 – Inadeguata capacità progettuale. Questa è solo colpa della politica, stordita da gruppi dirigenti che ricercano solo il consenso immediato con boutade e immagini lontani dalla realtà. La politica che ha fatto sì che in questa giunta il Turismo non sia stato incardinato con le Attività produttive per una semplice “spartizione”. L’aver sempre sottovalutato le vocazioni identitarie del nostro territorio, dimostrando incapacità a tutelare, promuovere e arricchire il nostro patrimonio».

Mauro Mambelli, presidente Confcommercio Ravenna:
«Essendo il turismo un’economia mondiale in forte crescita, pensiamo sia decisivo per imprese, cittadini e giovani della nostra città avere risposte concrete e vedere riconosciuti impegni precisi e misurabili.
Crediamo che l’Amministrazione si debba impegnare a promuovere la realizzazione di tre interventi strutturali per Ravenna:
1. Collegamento diretto quotidiano, stabile e annuale, da/per Ravenna con l’aeroporto internazionale di Bologna in combinazione stretta con arrivi e partenze nazionali e internazionali.
2. Digitalizzazione e messa online di tutto il patrimonio librario e storico artistico di Ravenna; alta formazione, ricerca & sviluppo e formazione specialistica in e-Tourism e in Design del turismo culturale.
3. Nuova società DMO/DMC con ordinamento non profit e soci pubblici e privati, al servizio della nuova programmazione e di promo-commercializzazione.
Altre tre proposte da cui partire, per non ripetere i seguenti errori del passato.
1. È mancata una programmazione condivisa in sinergia con le istituzioni e gli operatori di comuni e località vicine. Per questo chiediamo di avviarne subito una nuova di area vasta, vocata alla massima valorizzazione del patrimonio territoriale complessivo per un turismo internazionale e operativo tutto l’anno.
2. Gli introiti della tassa di soggiorno sono stati utilizzati anche per finalità non prettamente turistiche. Di conseguenza, chiediamo all’Amministrazione che almeno il 50 percento del gettito annuale della tassa di soggiorno sia stabilmente investito e speso in promozione del settore, facendo ogni sforzo per orientare in questa scelta anche le altre istituzioni dell’area vasta.
3. Non sono stati individuati indicatori in grado di definire risultati (concreti e misurabili) sulla base dei ritorni economici per le imprese e per il territorio. Per questo la pubblicazione di un Report Annuale Sintetico di Bilancio Sociale della Destinazione, rendendo partecipi imprese, cittadini e giovani allo scopo di migliorare continuamente insieme la qualità di offerta e la strategia di accoglienza turistica».

Nevio Salimbeni, responsabile turismo Cna Ravenna:
«Ecco rispettivamente tre errori del passato e tre priorità per il futuro (che è oggi).
1.    Ravenna non è – oggi – una città turistica, pur avendo potenziali prodotti turistici. Non ha ragionato partendo dagli occhi (dal cuore, dal portafoglio, dalla curiosità, dalle esigenze) di un turista.  Nel passato molti interventi pubblici sono stati indirizzati a spot su specifiche aree senza far parte di un quadro di riferimento strategico unitario.
2.    La comunicazione tra i vari ambiti turistici è stata scarsa ed occasionale: il mare e la città d’arte sono tra loro sconosciuti negli obiettivi (e nella città d’arte troppi soggetti culturali non comunicano); persino la spiaggia e i centri marini non si parlano, se non a fatica. È una grandissima debolezza.
3.    La gestione degli eventi è sembrata spesso casuale. Fossero eventi sportivi o culturali non sono state create linee guida univoche fatte per promuovere l’arrivo di nuovi eventi effettivamente turistici;  distinguendo nettamente tra questi e quelli pensati per vivacizzare la città o promuovere gli organizzatori.
Priorità 1.  Definire un piano strategico di legislatura con i grandi obiettivi (aumento stranieri, multi-prodotto, aumento permanenza media) e la previsione di 10-15 azioni concrete da fare. Poi farle e verificarle in maniera obiettiva.
2. Operare da subito nell’ambito della “destinazione Romagna” senza paura di uscire dai confini comunali; stringendo un patto di ferro almeno con Cervia, Comacchio e la collina tosco-romagnola. Per non correre il rischio di apparire periferici persino all’interno della stessa nuova destinazione turistica romagnola.
3.  Favorire al massimo la nascita di prodotti turistici veri (commercialmente esistenti) favorendo la nascita di  “esperienze turistiche uniche” (arte addosso, botteghe artigiane,  natura e sport) e integrandole con i prodotti più tradizionali.  Poi coinvolgere di più il mondo dei servizi turistici (specialmente nel campo dei trasporti e della comunicazione) e far emergere – e utilizzare promozionalmente – il sommerso che proviene da mondo extra-alberghiero, specialmente quello legato a grandi piattaforme online come Airbnb».